Come cambiano pensioni stipendi riforma fisco
Quali sono le novità della riforma fiscale 2023 che incideranno su nuovo calcolo di pensioni e stipendi: misure al vaglio e anticipazioni
Come cambiano in modo importante pensioni e stipendi con la riforma fisco al via nel 2023? Pensioni e stipendi che dal prossimo mese di marzo si preparano a cambiare, aumentando, per effetto, rispettivamente, del ricalcolo degli assegni con rivalutazione al 7,3% e del nuovo taglio del cuneo fiscale al 3% per redditi entro i 25mila euro e del 2% per redditi tra 25mila e 35mila euro, cambieranno probabilmente ancora con l’approvazione della nuova riforma fiscale che si prepara ad essere presentata a marzo per essere approvata forse entro l’estate. Vediamo cosa prevede per pensioni e stipendi.
Il primo importante motivo per cui pensioni e stipendi potrebbero cambiare con la nuova riforma del Fisco è da ricercare nelle modifiche che si vogliono attuare alle aliquote Irpef di tassazione sui redditi. Ma non solo: accanto a questo nuovo piano di tassazione Irpef potrebbe esserci l’introduzione della flat tax al 15% anche per pensionati e lavoratori dipendenti.
Partendo dalla revisione delle aliquote Irpef, ormai molto probabile stando a quanto emerge dal governo, le quattro aliquote Irpef attualmente previste in base agli scaglioni di reddito stabilite dall’ex governo Draghi sono le seguenti:
Il governo Meloni sembrerebbe intenzionato a ridurre ancora le aliquote Irpef, portandole a tre che potrebbero essere del 23%, 27% e al 43%. Si ipotizza che le nuove aliquote per fasce di reddito potrebbero essere così divise:
Se per il riordino dell'Irpef, l’ipotesi di cui si parla è, dunque, quella di ridurre le attuali quattro aliquote Irpef portandole a tre, per l’estensione della flat tax anche a stipendi e pensioni, sempre fino al limite degli 85mila euro di guadagni annui come già valido per lavoratori autonomi e liberi professionisti, si ipotizza che o potrebbe essere il primo scaglione per tutti i redditi, o potrebbe arrivare in un secondo momento e valida tutti, portando la tassazione ad un livello equo per tutti, come spiegato dal governo.
Improbabile che l’introduzione della flat tax sia contestuale alla riforma delle aliquote Irpef e se ci fosse potrebbe interessare solo lavoratori e pensionati che soddisfano specifici requisiti. Potrebbe poi gradualmente estendersi nei prossimi anni per arrivare per tutti ad una sola aliquota fiscale, cioè alla flat tax al 15% per tutti i lavoratori e pensionati.
Secondo molti, il passaggio alla flat tax per tutti, lavoratori e pensionati, potrebbe rivelarsi decisamente vantaggioso, sia perché semplificherebbe il regime fiscale, per lavoratori e pensionati, con pagamento delle tasse e detrazioni uguali per tutti, sia perché, prevedendo un’aliquota base più bassa, si avrebbe una minore pressione fiscale e aumenti decisamente importanti degli importi di stipendi e pensioni.
Non direttamente ma strettamente collegato fiscalmente a pensioni e stipendi è anche il nuovo piano di riordino delle detrazioni fiscali che il governo Meloni si prepara a definire nella prossima riforma del Fisco.
Insieme alla revisione dell’Irpef, altro importante punto su cui si sta lavorando il governo è la revisione delle detrazioni fiscali. L’intenzione è quella di una revisione delle detrazioni fiscali con contestuale revisione delle fasce di reddito per accedervi.
Attualmente sono previste progressive riduzioni delle detrazioni per i redditi tra i 120 e i 240 mila euro fino all’azzeramento totale delle detrazioni, ad eccezione di quelle sanitarie ed edilizie. L’intenzione del governo è quella di allargare la riduzione ad altre fasce di reddito a cui sono destinate le attuali detrazioni, oggi valide per redditi a partire da 120 mila euro, il che significherebbe ricalcolo di pensioni e stipendi in base alle nuove detrazioni possibili.