Come funziona cedolare secca su affitti commerciali presente in manovra finanziaria 2022-2023

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Come funziona cedolare secca su affitti

Tutto pronto per il ritorno della cedolare secca sugli affitti dei negozi. Il governo si dice pronto a reintrodurre la tassazione piatta del 21% anche sui locali commerciali.

La nuova cedolare secca sugli affitti commerciali può generare effetti positivi per i proprietari e per gli inquilini? Il governo ne è convinto ed è pronto a introdurre questa novità nella manovra finanziaria 2022-2023 in fase di redazione.

A detta dell'esecutivo, nel momento in cui chi dà in locazione un immobile che ha un carico fiscale inferiore non è escluso che ci sarà uno spazio negoziale per cui il soggetto conduttore può chiedere una riduzione del canone. Tra l'altro, la misura ha visto la luce solo nel 2019, quando proprio la legge di Bilancio relativa a quell’anno aveva previsto la possibilità di applicare in alternativa al regime ordinario a tassazione piatte per alcune categorie di unità immobiliari. Vediamo da vicino tutte le novità che riguardano questa misura e più precisamente:

  • Cedolare secca su affitti commerciali 2022-2023, come funziona
  • Quali vantaggi dalla cedolare secca su affitti commerciali

Cedolare secca su affitti commerciali 2022-2023, come funziona

Tutto pronto per il ritorno della cedolare secca sugli affitti dei negozi. Il governo si dice pronto a reintrodurre la tassazione piatta del 21% anche sui locali commerciali. Possono accedere alla cedolare secca per gli affitti commerciali le persone fisiche titolare del diritto di proprietà o del diritto reale dell’immobile (usufrutto).

L'obiettivo è rendere omogenei gli affitti di unità abitative con quelle di natura commerciale. Ecco allora che, con l'obiettivo di consentire l'applicazione della cedolare secca del 21% o 10% anche agli affitti commerciali, in relazione ai quali è oggi prevista solo l'imposta progressiva Irpef, il nuovo esecutivo è al lavoro per introdurre una serie di novità.

Tre anni fa, la cedolare secca era già stata estesa alle attività commerciali ma poi non era stata però rinnovata. A oggi l'opzione può essere esercitata per unità immobiliari appartenenti alle categorie catastali da A1 a A11, ma non A10 ovvero uffici o studi privati, affittate a uso abitativo e per le relative pertinenze.

Dal punto di vista pratico, l'imposta sostitutiva si calcola applicando un'aliquota del 21% sul canone di locazione annuo stabilito dalle parti, ma è prevista anche un'aliquota ridotta al 10% per i contratti di affitto a canone concordato relativi ad abitazioni che si trovano o nei Comuni con carenze di disponibilità abitative.

Pensiamo ad esempio alle città di Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia. Oppure nei Comuni ad alta tensione abitativa così come individuati dal Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica.

Quali vantaggi dalla cedolare secca su affitti commerciali

Come spiegato dal viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, chi dà in affitto l'unità immobiliare può applicare la cedolare al 21% o 10%. Tuttavia se dà in affitto un immobile commerciale deve pagare l'aliquota progressiva. Da qui l'intenzione di proporre un allineamento. A suo dire e quindi a detta dell'intero governo, una misura unificata potrebbe generare effetti positivi sia per l'affittuario che per i locatari.

Per Confcommercio, la reintroduzione di una cedolare secca sulle locazioni degli immobili a uso commerciale, con beneficio condiviso tra locatore e conduttore attraverso il contenimento e la riduzione dei canoni, è una misura che va nella giusta direzione. La cedolare secca, oltre a ridurre il carico fiscale sui proprietari degli immobili e i canoni di locazione corrisposti dai conduttori, favorirebbe sia la riqualificazione urbana, soprattutto dei centri storici, sia il mercato degli immobili diversi da quelli a uso abitativo.