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Quali sono le possibilità di pagare meno o non pagare proprio cartelle che non rientrano in nuova rottamazione e sanatorie 2023
Come non pagare o versare meno per cartelle e multe che non rientrano neppure nelle nuove sanatorie e rottamazioni al via? Quando si ricevere una cartella esattoriale bisogna procedere al pagamento dell'importo dovuto tramite bollettino RAV o Modulo pagoPA che vengono allegati, entrambi precompilati con l’importo da versare entro la scadenza indicata.
Il pagamento di una multa o una cartella può anche essere effettuato tramite il servizio Paga-on line direttamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione e sull’App Equiclick, o tramite i canali telematici delle banche, di Poste Italiane e di tutti gli altri Prestatori di Servizi di Pagamento (PSP) aderenti al nodo pagoPA, o presso banche, Poste e tabaccai, o anche fisicamente presso gli sportelli dell’Agente della riscossione.
La nuova pace fiscale 2023 che prevede un nuovo condono e rottamazione delle cartelle esattoriali e multe insieme ad una serie di sanatorie al momento in vigore non sono le uniche possibilità per pagare meno cartelle esattoriali.
Esistono, per legge, altri sistemi che permettono di pagare meno multe e cartelle o di non pagarle proprio. Tutto dipende dal tipo di debito contratto e dall’importo.
Lo sgravio parziale della cartella è un sistema che permette al cittadino debitore che non può rientrare nella rottamazione 2023 e nelle altre sanatorie di pagare meno, chiedendo la cancellazione dell’importo dovuto per sanzioni e interessi che si aggiungono alla quota capitale della multa o della cartella da pagare.
Ottenendo la cancellazione di interessi e sanzioni, il contribuente pagherebbe meno, dovendo versare solo la quota capitale rimasta.
Ci sono anche casi (pur se rari) in cui è possibile non pagare proprio cartelle e multe e si tratta dei casi in cui scatta la prescrizione delle stesse. Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, la prescrizione di multe e cartelle scatta dopo 10 anni per le imposte dovute allo Stato, come l’Irpef, l’Iva, l’Irap, l’imposta di registro o di bollo, l’imposta ipotecaria e catastale e dopo 5 anni per interessi e sanzioni tributarie.
Ciò significa che dopo 5 anni, fermo restando che nell’arco di tale periodo non deve intervenire alcun sollecito di pagamento per il contribuente, si possono non pagare più mule e cartelle ricevute per mancato pagamento di:
Se l’importo del debito è superiore a 60mila euro, la situazione di obiettiva difficoltà economica deve essere specificatamente documentata. La rateazione del pagamento di una cartella può essere concessa fino ad un massimo di 72 rate mensili, ma si può arrivare fino a 120 rate mensili nei casi di grave e comprovata situazione di difficoltà non imputabile al debitore ma alla congiuntura economica.
In caso di comprovato peggioramento della temporanea situazione di oggettiva difficoltà economica, la dilazione può essere prorogata una sola volta, fino a settantadue mesi, a condizione che non sia intervenuta decadenza.
Inoltre, su richiesta del debitore, il piano di rateazione può prevedere rate variabili di importo crescente per ciascun anno invece che rate di uguale importo per tutta la durata del piano di rateazione.
Precisiamo che in caso di mancato pagamento di in determinato numero di rate, anche non consecutive, decade il piano di rateazione e bisogna versare l’intera somma del debito ancora dovuta. Diversi sono i tempi di decadenza del piano previsti dalla legge. In particolare:
per le rateizzazioni in essere all’8 marzo 2020, la decadenza scatta al mancato pagamento di 18 rate anche non consecutive;
per le rateizzazioni concesse dopo l’8 marzo 2020 e richieste fino al 31 dicembre 2021, la decadenza scatta al mancato pagamento di 10 rate anche non consecutive;
per le rateizzazioni presentate e concesse dopo il primo gennaio 2022, la decadenza scatta al mancato pagamento di 5 rate anche non consecutive.