Come fare a non pagare debiti in eredità: cosa prevedono leggi in vigore, soluzioni e chiarimenti per figli, mogli e altri eredi
Come si può dare eredità a figli, mogli ed eredi senza trasmettere debiti e obblighi onerosi? Quando una persona muore sono diverse le pratiche necessarie da sbrigare per sbloccare il patrimonio del defunto ma anche per regolare le posizioni fiscali di defunto ed eredi a partire dalla redazione del certificato di morte, che deve essere esclusivamente fatto da un medico, e dal funerale, per arrivare a presentazione della dichiarazione di successione e relativa registrazione all’Agenzia delle Entrate, operazione che si può fare entro un anno di tempo massimo dalla morte della persona, a cui seguono tutti i passaggi necessari per comunicazione della scomparsa di un soggetto a Inps, banca e fornitori di utenze.
Dopodicchè si può aprire la successione e procedere alla divisione dell’eredità che, però, in alcuni casi può presentare anche debiti. Vediamo cosa accade in tali casi.
In presenza di debiti trasmissibili del defunto, non esiste un modo affinchè non ricadano sugli eredi a meno che, chiaramente, non vengano saldati dal debitore defunto prima della morte. A volte accade che i genitori o mariti, o altri soggetti, per evitare di lasciare debiti agli eredi, intestino loro i propri beni prima della morte.
Se, però il donante è debitore, l’atto di donazione può essere impugnato dai creditori con la cosiddetta azione revocatoria, entro 5 anni dal rogito, rendendo nullo il passaggio di proprietà e rivalendosi comunque sul bene donato, per cui la donazione non risulta una scelta efficace per dare eredità a figli, mogli ed eredi senza trasmettere debiti e obblighi onerosi.
L’unica soluzione per evitare che figli, mogli o altri eredi ricevano in eredità debiti è non accettare l’eredità. Quando si apre, infatti, la dichiarazione di successione, si può accettare l’eredità ma anche rinunciarci. L’accettazione di una eredità, una volta effettuata, non si può revocare e prevede il trasferimento integrale dei beni e delle passività del defunto agli eredi.
L’accettazione dell'eredità deve avvenire entro 10 anni dal decesso e prima dell’accettazione dell’eredità, i creditori non possono agire contro figli, mogli o altri eredi parenti del defunto. Se i debiti del defunto sono relativi rispetto al valore intero della eredità, allora conviene accettare l’eredità, ripagare i debiti e tenere ciò che resta della stessa.
Se, invece, il valore dei debiti è alto o supera anche quello dell’eredità che si dovrebbe ricevere, allora è meglio rinunciare all’eredità stessa e in tal caso nessun debito viene trasmesso agli eredi. La rinuncia all’eredità fa in modo, infatti, che i creditori non possano rivolgersi a figli, mogli e altri eredi del defunto.
Dunque, il modo più semplice per tutelarsi dai debiti del genitore è rinunciare all’eredità o accettare l’eredità con beneficio d’inventario. Si hanno 10 anni di tempo per decidere se accettare l’eredità, rifiutarla o accettarla con beneficio di inventario. Nel caso in cui l’eredità non si accetti, allora non scatterà alcun debito nei propri confronti e quello che avrebbe dovuto essere l’erede non sarà tenuto al pagamento di nulla.
E’ bene chiarire, dunque, che un creditore che aveva debiti con il defunto non può pretendere che sia un unico erede a pagare l’intero debito, dovendo quest’ultimo essere ugualmente diviso tra tutti gli eredi in base alle loro relative quote.
Per rinunciare all’eredità è necessario fare un’apposita dichiarazione o tramite notai o davanti al cancelliere di un tribunale e il tribunale cui fare riferimento per la rinuncia dell’eredità deve essere quello dove è stata aperta la successione. Una volta rifiutata l’eredità, in presenza di eventuali debiti, per gli eredi, figli, mogli o altri parenti, non scatta, dunque, alcun obbligo di pagamento dei debiti ereditari ricevuti in successione perché si decade proprio dalla qualità di erede.