Il funzionamento del conto corrente cointestato presenta caratteristiche ben precise. Entrambi hanno la piena disponibilità su tutte le somme.
Della questione è interessato un numero elevato di contribuenti ovvero tutti coloro che hanno aperto un conto corrente cointestato. Non importa se con la moglie o il padre, con il fratello o con la madre, ci sono alcune aspetti fiscali che prima le norme 2019 e poi importanti sentenze della Corte di Cassazione hanno messo in chiaro. In particolare vogliamo capire se e quando il conto corrente cointestato può essere controllato e bloccato dall'Agenzia delle entrate per inadempienza di una sola parte.
Può infatti accadere che uno dei due cointestatari abbia evaso le tasse e di conseguenza il fisco, dopo gli accertamenti e il contraddittorio, abbia provveduto ad applicare la misura più drastica. Che però ha inevitabili ripercussioni sull'altra metà, quella che si è sempre fiscalmente comportata bene.
Il funzionamento del conto corrente cointestato presenta caratteristiche ben precise. Di base, entrambi le parti dovrebbero contribuire ad alimentarlo con la stessa quantità di denaro e anche i prelievi dovrebbero andare di pari passo. Tuttavia, l'istituto di credito non bada a queste differenze e permette, ad esempio, a una sola delle due parti di prelevare e spendere anche l'intera somma depositata, senza che l'altro intestatario sia informato.
E proprio questo aspetto, come vedremo a breve spiegando una importante sentenza della Corte di cassazione sul sequestro dei conti correnti cointestati, è l'aspetto dirimente della questione. In ogni caso, se queste sono le norme 2019, i controlli dell'Agenzia delle entrate non trovano limiti. Possono cioè verificare l'attività di un correntista sospettato di evasione fiscale, anche se il conte corrente è cointestato.
Dal controllo al pignoramento il passo può essere breve. Succede quando viene accertata l'inadempienza fiscale del contribuente che di rifiuta (o non è in condizioni) di pagare impose e sanzioni. Al di là delle soluzioni per uscire da questa circostanza, nel caso di pignoramento del conto corrente cointestato, l'Agenzia delle entrate può bloccare solo la metà delle somme perché il resto appartiene al cointestatario.
Il blocco del conto corrente scatta invece nel caso di indagini con risvolto penale. Ma c'è una importante sentenza della Corte di Cassazione da ricordare, secondo cui entrambi gli intestatari vanno ritenuti creditori o debitori dei saldi del conto proprio perché, come abbiamo evidenziato, dispongono separatamente della piena disponibilità delle somme depositate. Di conseguenza se ne deduce che sono tutti e due responsabili per l'intero importo e la banca può rivolgersi all'uno o all'altro senza differenza.
In sintesi, nel caso di conto corrente cointestato, tutti e due (sia la parte innocente e sia quella colpevole) hanno piena disponibilità del saldo attivo e di conseguenza viene mantenuta la libera facoltà di agire per recuperare le somme evase, senza effettuare alcuna differenza.