Controlli conti correnti con risparmiometro 2019
Questo nuovo strumento per il 2019-2020 si rivela efficace per controllare i conti correnti e scovare anomalie tra quanto dichiarato e quanto effettivamente guadagnato.
Non ci sono solo le spese pazze a far sospettare l'Agenzia delle entrate. Quelle cioè maggiori del livello di reddito mensile. Anche l'eccessivo risparmio può infatti far suonare il campanello d'allarme negli uffici del fisco e far scattare i controlli. Se nel primo caso l'Agenzia delle entrate chiede giustificazioni sulla provenienza delle somme spese in quanto non corrispondenti ai ricavi, nel secondo sospetta l'esistenza di importi di provenienza illecita perché non un livello minimo di spesa è indispensabile per vivere e non è possibile risparmiare tutti (o quasi tutti) i guadagni mensili. Tutti nuovi controlli, dunque, che artiranno da settembre 2019 e proseguire per tutto il 2020 con il regolamento e i nuovi metodi contro l'evasione fiscale approvati dall'Agenzia delle Entrate.
Ci sono infatti le spese per le utenze domestiche (gas, luce e acqua), quelle per il sostentamento e per tutte le necessità quotidiane. In assenza di uscite, il fisco sospetta che il contribuente possa disporre di somme non dichiarate e dunque evase ovvero su cui non sono state pagate le tasse richieste. Nulla di nuovo, in fin dei conti, se non la disponibilità di un nuovo strumento di controlli che promette di raggiungere tutti i contribuenti, dai dipendenti agli autonomia, dai pensionati ai disoccupati: il risparmiometro.
Questo nuovo strumento si rivela efficace per controllare i conti correnti e scovare anomalie tra quanto dichiarato e quanto effettivamente guadagnato ovvero per fare emergere ricavi in nero. La potenza di questa nuova opzione nella mani dell'Agenzia delle entrate si rivela però se combinata con gli altri strumenti di cui è stata già dotata, come la Superanagrafe dei conti correnti. In buona sostanza, grazie alla possibilità di ricevere alert da più parti e l'opportunità i procedere con verifiche più accurate, diventa davvero difficile riuscire a sfuggire alla lente del fisco.
C'è però un aspetto supplementare da mettere in evidenza e che in qualche modo segna anche un cambiamento di azione da parte dell'Agenzia delle entrate. I controlli non saranno puntati in maniera quasi esclusiva sui grandi professionisti e le aziende dai cospicui fatturati. Qualunque contribuente può essere soggetto a verifiche proprio per la facilità di utilizzo del risparmiometro. Poco importa che si tratti di disoccupati, pensionati e dipendenti. L'importante è aver attivato un conto corrente nel quale depositare i propri guadagni.
Il meccanismo alla base del funzionamento del risparmiometro prevede la verifica preliminare del saldo del conto corrente, quindi la rilevazione della giacenza media, poi il controllo dei movimenti in ingresso e in uscita, infine il confronto con le informazioni contenute nella dichiarazione dei redditi, con modello 730 o modello Redditi, precompilata o ordinaria.
E a catturare l'attenzione degli uomini dell'Agenzia delle entrate non è più quanto speso bensì quanto risparmiato. Anche in questo caso vale il principio dell'inversione della prova: è il contribuente a essere chiamato a dimostrare la correttezza del proprio comportamento e non il fisco a dimostrare la colpevolezza rispetto alla verifiche effettuate.