Controlli conti correnti persone fisiche 2023 Agenzia Entrate. Ecco quando scattano

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Controlli conti correnti persone fisiche

Quando scattano controlli conti correnti 2023

Controlli conti correnti persone fisiche 2023 Agenzia Entrate. Ecco quando scattano

Sono sempre più intensi i controlli dell'Agenzia delle entrate sui conti correnti dei contribuenti. E lo sono perché anno dopo anno il fisco viene equipaggiato con nuovi e potenti strumenti in grado di controllare tutto quanto facciamo (e non facciamo) con il denaro custodito in banca. Prelievi e bonifici innanzitutto, ma anche saldo e giacenza media, uso delle carte di credito e delle carte di debito collegate, eventuale deposito di titolo e di altri strumenti finanziari. Nulla sfugge all'occhio attento degli uomini dell'Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza.

Ma adesso ci interessa sapere quando suona il campanello d'allarme ovvero quando scattano i controlli sui conti correnti dei contribuenti con l'obiettivo dichiarato di contrastare l'evasione fiscale.

Quando scattano controlli conti correnti 2023

I controlli di Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza scattano quando c'è la presunzione di irregolarità da parte del contribuente. Significa che quanto il contribuente mantiene uno stile di vita non corrispondente con i guadagni, come dimostrato dalle spese effettuate, dalle somme depositate nel conto corrente e dalla dichiarazione dei redditi, ecco che scattano i controlli.

A cui è il contribuente che deve fornire una risposta perché non spetta al fisco dimostrare di avere ragione. Si tratta della cosiddetta inversione dell'onere della prova. Se le motivazioni non sono ritenute sufficienti, viene proposta una strada alternativa evitare le sanzioni ovvero la chiusura immediata del contenzioso con un ravvedimento operoso con multe ridotte. Il tutto ricordando i controlli sono possibili entro 5 anni per i casi di irregolare dichiarazione ed entro 7 anni per omessa dichiarazione.

Lo strumento utilizzato dall'Agenzia delle entrate per controllare i conti correnti è l'Anagrafe dei rapporti finanziari (o Anagrafe dei conti correnti), alimentato da banche, Poste italiane, intermediari finanziari, imprese di investimento, organismi di investimento collettivo del risparmio e holding di partecipazioni. Questa grande banca dati contiene

  1. i dati relativi ai saldi iniziali: saldo contabile alla data di fine anno precedente o alla data di apertura del rapporto finanziario se intervenuta nel corso dell'anno di riferimento
  2. i dati relativi ai saldi finali: saldo contabile alla data di fine anno o alla data di chiusura del rapporto finanziario se intervenuta nel corso dell'anno di riferimento
  3. singola tipologia di rapporto riferita all'anno interessato dalla comunicazione e quelli degli importi totali delle movimentazioni distinte tra date ovvero importo totale degli accrediti effettuati nell'anno, e avere ovveor importo totale degli addebiti effettuati nell'anno.

Controlli anche sui risparmi

La novità degli ultimi tempi è l'introduzione del Risparmiometro, detto anche Superanagrafe conti correnti. Cambia il modo di verificare l'attività con i conti correnti perché l'Agenzia delle entrate controlla i risparmi e non le spese. Se continuano a rimanere fermi, il fisco sospetta altre forme di ricavi "in nero". Tra le ragioni che scatenano controlli c'è quella dei versamenti sul conto corrente di somme di cui il contribuente ha improvvisa disponibilità. A ogni modo, l'attenzione è su

  1. conti correnti e conti deposito: il saldo contabile d'inizio e fine anno insieme all'importo totale di addebiti e accrediti nel corso dell'anno
  2. carte di credito e carte di debito: l'utilizzo del plafond di spesa, l'importo complessivo degli acquisti effettuati e quello delle ricariche o delle carte acquistate
  3. deposito titoli: il controvalore dei titoli rilevato alla fine dell'anno di riferimento e del precedente, l'importo totale degli acquisti di titoli, fondi effettuati e disinvestimenti
  4. fondi comuni di investimento: il totale del contratto di gestione, l'importo finale delle sottoscrizioni di quote nell'anno e dei rimborsi

Le norme in vigore prevedono che l'Archivio sia utilizzato per mappare il rischio di evasione dei contribuenti e sancisce l'obbligo di comunicare anche la giacenza media di ciascun conto corrente.