Cosa succede dopo lo stop ad agosto al reddito di cittadinanza per migliaia di nuclei familiari: ecco come cambia e per chi il beneficio
Cosa fare nei diversi casi in cui il reddito di cittadinanza è sospeso ora ad Agosto? I titolari del reddito di cittadinanza che hanno già usufruito delle ultime 7 mensilità del beneficio previste quest’anno, prima dell’abolizione totale del sussidio, hanno ricevuto qualche giorno fa la comunicazione Inps tramite sms di sospensione della misura.
Si tratta di circa 170mila euro, a cui ne seguiranno altre, che sono rimaste senza sussidio e che ora si chiedono cosa fare nell’attesa del debutto del nuovo assegno di inclusione che sostituirà del tutto il reddito di cittadinanza ma con caratteristiche molto più stringenti.
Si tratta di coloro che per cui scattano le cosiddette disposizioni transitorie, che accompagneranno alcuni nuclei familiari fino all’esaurimento del reddito di cittadinanza a fine 2023 e al debutto del nuovo assegno di inclusione.
In particolare, l’Inps ha spiegato che la sospensione del reddito di cittadinanza avviene se si realizza la presa in carico dei servizi sociali, possibilità che permette di ricevere il beneficio ancora fino al 31 dicembre 2023.
La presa in carico viene fatta dal Comune di residenza, dopo la valutazione da parte dei servizi sociali che, se ritengono la persona non attivabile al lavoro, inseriscono i dati preliminari del nucleo su GePI, la piattaforma per la gestione dei Patti per l’inclusione sociale.
I servizi sociali del Comune hanno tempo fino al 31 ottobre 2023 per comunicare all’Inps l’avvenuta presa in carico tramite piattaforma GePI e, se la stessa presa in carico arriva all’Inps entro fine ottobre, il reddito di cittadinanza viene riattivato fino al 31 dicembre 2023 e in questo caso vengono pagati anche agli arretrati da agosto.
Non tutti i cittadini beneficiari del reddito di cittadinanza possono però accedere alla presa in carico dei servizi sociali: si tratta, infatti, di una possibilità valida solo per i nuclei non attivabili al lavoro, per le persone che vivono in condizione di difficoltà di inserimento sociale o lavorativo.
Per chi invece può essere avviato al lavoro, e per coloro che non risulteranno presi in carico dai servizi sociali, dal primo settembre 2023 sarà possibile accedere alla nuova misura di Supporto alla formazione e al lavoro.
Restano beneficiari del reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre 2023 a prescindere dai nuovi strumenti al via le seguenti categorie di persone:
Dal primo settembre 2023 poi debutta il nuovo strumento Supporto alla formazione e al lavoro, nuovo sussidio per gli occupabili che si trovano in condizioni di povertà assoluta e che permette di ricevere un’indennità di partecipazione pari a 350 euro per 12 mensilità e non rinnovabile se si seguono in percorsi di formazione o si svolgono lavori socialmente utili e servizio civile inseriti nel più ampio quadro di politica attiva al lavoro, Gol.
Il Supporto alla formazione e al lavoro si rivolge ai soggetti di età compresa fra i 18 e 59 anni e, per accedervi, tutti i soggetti occupabili senza lavoro devono avviare un percorso di ricerca attiva del lavoro con un Centro per l’impiego e decade subito se si rifiuta un’offerta di lavoro considerata congrua per distanza da casa, tipologia di lavoro e contratto, durata del lavoro, ecc.
I requisiti per accedere alla nuova misura sono i seguenti:
Il 31 dicembre 2023 si esaurisce per tutti il reddito di cittadinanza che sarà poi sostituito dal primo gennaio 2024 dal nuovo assegno di inclusione.
Si tratta di una nuova misura che sarà valida solo ed esclusivamente per i non occupabili. L’assegno di inclusione ha un importo massimo di 6mila euro l’anno, 500 al mese, più un contributo affitto, per chi vive in case in affitto con regolare contratto di locazione, di 3.360 euro l’anno, per 280 al mese.
Se il nucleo familiare è costituito solo da persone di 67 anni o disabili gravi, l’importo mensile è di 630 euro (7.560 l'anno) più 150 euro di contributo d’affitto (1.800 l’anno). Il nuovo assegno di inclusione sarà erogabile per massimo 18 mesi e rinnovabile per ulteriori 12 mesi, previa sospensione di un mese, per cui una volta terminata la misura, prima di presentarne nuova domanda, bisognerà attendere un mese.
I requisiti per richiedere il nuovo assegno di inclusione sono i seguenti:
Il pagamento dell’assegno di inclusione decorre dal mese successivo a quello di sottoscrizione, da parte del richiedente, del patto di attivazione digitale.
Non ha diritto a ricevere il nuovo assegno di inclusione il componente del nucleo familiare disoccupato per dimissioni volontarie nei 12 mesi successivi alla data delle dimissioni, mentre può essere richiesto nel caso di dimissioni per giusta causa e risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro.