Cosa fare se il bollettino pagamento Tari 2023 è sbagliato per codici o calcolo
La prima cosa da fare quando arriva a casa il bollettino Tari 2023 da pagare è il controllo della presenza di irregolarità. Può sembrare strano, ma in realtà i casi di errori nel calcolo o nei codici per effettuare il pagamento della tassa sui rifiuti è più comune di quanto si possa immaginare. A quel punto occorre procedere con celerità anche per evitare di passare dalla parte del torto ovvero non versare quanto richiesto nei tempi dovuti e di conseguenza essere costretti a mettersi in regola con il pagamento di sanzioni e interessi.
Cerchiamo allora di capire cosa fare se il bollettino pagamento Tari 2023 è sbagliato per codici o calcolo.
La Tari è la tassa sui rifiuti ovvero quella che copre le spese comunali per il servizio di raccolta e smaltimento della spazzatura. Anche nel 2023 sono chiamati a passare alla cassa i possessori o detentori di locali o aree scoperte in grado di produrre dei rifiuti. Il calcolo della Tari tiene conto delle dimensioni della casa o del locale (quota fissa) così come del numero degli abitanti (quota variabile) secondo la logica che più sono le persone che vivono sotto lo stesso tempo e maggiore sarà la quantità di rifiuti prodotta.
A ogni modo, il pagamento deve essere effettuato nei tempi fissati da ogni Comune, quasi sempre distribuito in due rate e, a differenza di altre imposte, i contribuenti ricevono a casa il bollettino con la somma da versare.
E qui si presentano i problemi più comuni perché molte amministrazioni moltiplicano la quota variabile per il numero di pertinenze con la conseguenza di raddoppiare o triplicare la Tari. Come è stato dimostrato, alcuni Comuni interpretano in maniera errata le regole relative all'imposta - al di là dei modi per pagare di meno con agevolazioni e detrazioni - con il risultato di gonfiare l'importo a carico dei contribuenti. Ben diverso è il caso dei codici identificativi dell'operazione che riportano dati non corretti poiché in questo caso si tratta di errori materiali.
Il bollettino Tari 2023 è molto dettagliato e, oltre all'indicazione della somma da pagare, contiene le istruzioni per il versamento e le informazioni sugli immobili ovvero i dati catastali, il numero degli occupanti, la quota fissa, la quota variabile e la superficie tassata. Se il calcolo risulta sbagliato è necessario presentare al Comune un'istanza di rettifica in autotutela dell'avviso di pagamento. L'obiettivo è ottenere il ricalcolo corretto della Tari.
Ma se non si tratta di un errore materiale, ma di errata interpretazione della normativa, allora occorre impugnare l'avviso di pagamento o aspettare la successiva notifica dell'avviso di accertamento, da impugnare. Infine, gli errori materiale di tipografia moduli F24 inviati per il versamento della Tari non incidono sull'operazione. A parte il caso se il bollettino Tari non è arrivato, nel caso in cui il versamento è stato invece già effettuato, il contribuente può chiedere al Comune di appartenenza il rimborso di quanto pagato in più, ma nel rispetto delle tempistiche ovvero entro 5 anni dalla data del pagamento.