Pompe di benzina manomesse 2019
Sono tanti i trucchi escogitati dai benzinai furbetti e scoperti dagli uomini delle Fiamme gialle. Quello più comune è appunto l'allungamento del carburante.
La diffusione di pompe di benzina manomesse sta raggiungendo percentuali preoccupanti. Sono i dati che le forze dell'ordine - Guardia di finanza su tutti - diffondono con periodicità a dimostrare come il fenomeno stia raggiungendo picchi inimmaginabili. Sembra addirittura che il 20% possa essere manomesso ovvero una su cinque. E i trucchi utilizzati dai benzinai scorretti sono sempre gli stessi per portare a compimento la truffa: allungare il carburante con olio sintetico o con acqua. Fioccano allora le denunce di irregolarità così come le segnalazioni di problemi da parte degli automobilisti.
Ed è lecito credere che nelle prossime settimane gli episodi possano moltiplicarsi perché questo è il periodo delle grandi partenze per le vacanze estive.
Sono tanti i trucchi escogitati dai benzinai furbetti e scoperti dagli uomini delle Fiamme gialle. Quello più comune è appunto l'allungamento del carburante con sostanze di basse di qualità e conseguente truffa per lo Stato perché dichiarando l'acquisto di una quantità inferiore di carburante si finisce per pagare una quantità inferiore di imposte.
Ma non è il solo espediente che trova spazio perché un altro grande classico è l'erogazione di una quantità inferiore di benzina o diesel rispetto a quanto segnalato. Il raggiro nei confronti degli automobilisti è evidente così come è inevitabile l'apposizione dei sigilli da parte dei finanzieri tutte le volte che individuano una manomissione di questo tipo.
Di truffa in truffa, dai contatori delle colonnine manomessi alla rimozione dei sigilli che garantiscono il funzionamento degli impianti il passo è breve. Ben più banale ma ugualmente efficace perché sfrutta la distrazione degli automobilisti è la mancata corrispondenza tra i prezzi esposti al pubblico nei maxi cartelli e quelli indicati nelle pompe per il rifornimento.
La differenza potrebbe essere di poche decine di centesimi per litro, ma sufficiente per i gestori furbetti a intascare una cifra superiore rispetto a quella preventivata. Si tratta di un comportamento severamente vietato e punito con sanzioni variabili. In alcuni casi si è arrivati addirittura alla nuova taratura degli impianti di rifornimento.
Se il pericolo truffa è dietro l'angolo occorre cercare di capire come non farsi raggirare. Sia per spendere quanto effettivamente acquistato e sia per evitare di rifornire la propria auto con prodotti scadenti e dannosi per la meccanica. Il primo suggerimento è allora controllare che il prezzo nei cartelloni di richiamo sia corrispondente a quello segnalato nelle colonnine per il rifornimento.
Certo, se al posto del carburante puro ci sia una componente di miscela alterata è pressoché impossibile rendersene conto e non resta altro da fare che sperare che l'auto non subisca danni che possono tradursi nella sostituzione completa del motore. Ma se una parte del rifornimento è aria (succede anche questo), solo una esperienza empirica può essere d'aiuto ovvero verificare se la strada percorsa fino al rifornimento successivo sia compatibile con i litri di carburante immessi, dando sempre un'occhiata alla lancetta sul cruscotto.