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Cosa potrebbe prevedere la nuova Flat Tax del 5% o 15% su retribuzioni aggiuntive proposta dal governo e per chi: chiarimenti
Ridurre le attuali aliquote Irpef portandole da quatto a tre, prevedere premiare per chi produce e lavora di più con una tassa piatta agevolata sugli incrementi di salari, sostenere chi assume: sono solo alcune delle misure inserite nella nuova riforma fiscale al vaglio del Governo Meloni e a cui si aggiunge anche una nuova flat tax al 5% o al 15% per dipendenti e pensionati.
La nuova Flat Tax sulle retribuzioni aggiuntive dovrebbe essere del 5% o 15%. Stando a quanto spiegato dal ministro Leo, si tratterebbe di una ulteriore misura per riuscire a dare più soldi ai lavoratori e per cui le risorse si possono recuperare dalla revisione e dal riordino delle attuali agevolazioni fiscali e, in particolare, tra i crediti di imposta esistenti.
Tra le misure della riforma fiscale all’esame del Parlamento si parla di flat tax incrementale sui redditi e in relazione a tale misura potrebbe rientrare anche una imposta fissa flat tax da applicare sia sui premi produttività e sia sulle altre retribuzioni aggiuntive spettanti ai lavoratori dipendenti per garantire ai lavoratori aumenti netti degli stipendi lavorando su alcune componenti variabili della retribuzione.
Il provvedimento dovrebbe interessare, come annunciato, i lavoratori dipendenti per poi però estendersi probabilmente anche ai pensionati che percepiscono tredicesima e quattordicesima.
Altra novità relativa a flat tax e tassazione di partite Iva e professionisti è la flat tax incrementale, sistema di tassazione incrementale con aliquota fissa al 15% per tutti i titolari di partita Iva che si applicherà solo sull’incremento di reddito conseguito nel 2022, rispetto alla media dei redditi fiscali conseguiti nel triennio precedente, in tal caso negli anni 2019-2021.
In particolare, la flat tax incrementale è un’imposta sostitutiva del 15% da applicare ai soli incrementi di reddito del 2023 rispetto al triennio precedente, fino a un limite massimo di 40mila euro, che garantisce un risparmio d’imposta maggiore quanto più alto risulta l’utile del 2023 rispetto a quello dei 3 anni precedenti.
Con la flat tax incrementale, l’aliquota agevolata al 15% viene applicata solo sull’incremento rispetto al maggiore dei redditi dichiarati nei tre anni precedenti con una franchigia del 5% ed entro il tetto massimo di 40 mila euro. Con queste novità i titolari di partita Iva potrebbero pagare meno tasse.