Gli aiuti disponibili per pagare le spese più frequenti come affitto, mutuo, bollette, badanti

di Marianna Quatraro pubblicato il
Gli aiuti disponibili per pagare le spes

Quali sono i diversi aiuti attualmente disponibili per affitto, mutuo, bollette, badanti, cosa prevedono e come averli

Quali sono gli aiuti disponibili per pagare le spese più frequenti italiani come affitto, mutuo, bollette, badanti? La crisi economica scatenata dalla pandemia a causa della diffusione del Covid è proseguita e si è, anzi, acuita con lo scoppio del conflitto ucraino che ha coinvolto tutti e tutto, con inflazione sempre crescente e prezzi di beni di largo consumo in aumento costante. E il governo ha disposto e sta disponendo nuovi aiuti. 

  • Aiuti disponibili per pagare l’affitto
  • Quali aiuti sono disponibili per pagare spese di mutuo
  • Nuovi aiuti per pagare le bollette
  • Bonus badanti come aiuto per le spese di assistenza 


Aiuti disponibili per pagare l’affitto

I pagamenti dei canoni di affitto sono tra le voci di pagamento ormai più lamentate dai cittadini tra aumento esponenziale dei prezzi per le locazioni di casa e impossibilità di sostenere sempre in maniera regolare la spesa, soprattutto alla luce degli attuali andamenti economici e delle difficoltà che aveva già creato il periodo pandemico.

Proprio per andare incontro alle difficoltà, oggettive, di tantissimi, sono diversi i comuni e le regioni che bandisco bandi per usufruire di agevolazioni per pagare gli affitti, prevedendo contributi di importi diversi e in base ed entro specifici valori Isee.

Al momento la maggior parte dei bandi locali per avere il bonus affitto sono scaduti e in scadenza ma si pensa a possibili proroghe anche nel 2023 proprio per un perdurare del momento di crisi economica. Bisognerà, dunque, aspettare il nuovo anno per capire se e quali nuovi bandi arriveranno per avere il bonus affitto comunale e i relativi requisiti previsti.

Quali aiuti sono disponibili per pagare spese di mutuo

Sono diversi gli aiuti attualmente disponibili per pagare le spese per un mutuo di casa e che riguardano soprattutto la richiesta di mutui a condizione agevolata. Si parte dal bonus prima casa che prevede una serie di agevolazioni fiscali per l’acquisto di una prima casa che sono:

  • Iva al 4%, invece che al 10%;
  • Imposta di registro al 2% e imposta ipotecaria e catastale fissate a 50 euro ciascuna;
  • imposta ipotecaria e catastale equiparata a quella degli acquisti dalle imprese costruttrici (200 euro) per acquisti per successione e donazione;
  • credito d’imposta per chi vende una casa e la riacquista entro 12 mesi.
E’ possibile richiedere il bonus prima casa solo se si soddisfano le seguenti condizioni:
  • non essere già proprietari di un’abitazione in tutto il territorio nazionale per i quali si è fruito delle agevolazioni o venderla entro un anno;
  • essere residente nel Comune in cui si acquista casa o trasferirvi la residenza entro 18 mesi dall’acquisto agevolato, ovvero dimostrare che la propria sede di lavoro è situata nel suddetto Comune;
  • non essere proprietario di abitazione nello stesso Comune in cui si richiedono le agevolazioni per l’acquisto della prima casa;
  • non essere titolare di diritto d’uso, usufrutto o abitazione di altro immobile nello stesso Comune in cui si chiede il bonus prima casa;
  • non rivendere la casa prima di cinque anni.
Insieme al bonus prima casa c’è ancora la possibilità, solo per i giovani under 36, di chiedere un mutuo agevolato under 36 con garanzia statale per la copertura finanziaria pari all'80% del capitale dato in mutuo e la garanzia statale consiste nell'evitare eventuali procedure di pignoramento da parte delle banche.

Possono richiedere mutui agevolati con garanzia statale giovani under 36 con contratto di lavoro atipico, giovani coppie, di cui almeno uno dei due di età non superiore ai 35 anni, genitori single con figli minori a carico e anche conduttori di case popolari e il richiedente non deve essere proprietario di immobili adibiti a residenza civile a condizione, in ogni caso, di avere un Isee entro i 40mila euro.

Le agevolazioni previste per i giovani under 36 che richiedono un mutuo per l’acquisto della prima casa sono: 
esenzione dal pagamento dell’imposta di registro;
esenzione dal pagamento dell’imposta ipotecaria; 
esenzione dal pagamento dell’imposta catastale 
eventuale ristoro dell’Iva pagata se la transazione è soggetta a Iva. 

I mutui agevolati per giovani under 36 si possono richiedere solo per mutui di importo entro i 250 mila euro e per l’acquisto di prime case e che non devono rientrare tra le abitazioni di lusso o di categoria A1, A8, A9.

Nuovi aiuti per pagare le bollette

Anche per pagare le bollette di luce e gas continuano ad arrivare aiuti: dopo le prime proroghe degli sconti in bollette di luce e gas per famiglie con un valore Isee entro determinati importi, si parla di proroga del bonus bollette anche per il prossimo 2023.

In particolare, il bonus luce e gas 2023 vale sempre per i cittadini che si trovano in condizione di disagio economico e hanno:

  • un Isee entro i 12mila euro;
  • un Isee entro i 20mila euro con almeno 4 figli a carico (famiglia numerosa);
  • reddito di cittadinanza o pensione di cittadinanza.
  • un contratto di fornitura elettrica e/o di gas naturale intestato, attivo e con tariffa per usi domestici.

Bonus badanti come aiuto per le spese di assistenza 

Per aiutare le famiglie con le spese necessarie di assistenza di badanti è stato istituito il nuovo bonus badanti che spetta a tutti coloro che pagano gli stipendi di badanti per anziani non autosufficienti in famiglia o che pagano altri servizi di assistenza, come colf.

Il bonus badanti permette di avere un rimborso spese pari a 300 euro al mese per un massimo di 12 mesi consecutivi, per un totale massimo di 3.600 euro, con possibilità di avere anche bonus una tantum di 300 euro se si ha necessità di una badante sostitutiva.

Possono richiedere il bonus badanti i datori di lavoro che hanno dipendenti con almeno un anno di contribuzione continuativa a CassaColf e la richiesta non deve essere presentata all’Inps ma a CassaColf, compilando l’apposito modulo disponibile sul sito e allegando le fotocopie dei documenti che dimostrano l’effettivo sussistere del rapporto di lavoro, la non autosufficienza e le altre informazioni autodichiarate.