I figli sono obbligati ad aiutare genitori (economicamente, non solo assistenza) con nuove leggi aggiornate 2023

di Chiara Compagnucci pubblicato il
I figli sono obbligati ad aiutare genito

In caso di assenza del coniuge, un genitore ha il diritto di richiedere gli alimenti dai propri figli, a condizione che questi ultimi dispongano delle risorse finanziarie.

I genitori sono tenuti a provvedere all'istruzione, all'educazione e al sostentamento dei figli fino a quando questi non raggiungano l'indipendenza economica o non raggiungano un'età tale da far presumere che la mancanza di impiego sia imputabile a loro stessi. Ma con il passare del tempo, si potrebbe verificare una situazione inversa, in cui siano i genitori a necessitare dell'aiuto dei figli. In questo contesto, emerge un interrogativo: è possibile richiedere il mantenimento da parte dei propri figli? Facciamo il punto della situazione:

  • Assistenza e denaro: così i figli aiutano i genitori
  • Chi paga gli alimenti secondo leggi aggiornate 2023

Assistenza e denaro: così i figli aiutano i genitori

In caso di assenza del coniuge, un genitore ha il diritto di richiedere gli alimenti dai propri figli, a condizione che questi ultimi dispongano delle risorse finanziarie necessarie per erogare il contributo. Questa richiesta è considerata legittima se il soggetto obbligato può contare su un reddito che gli consente di soddisfare le proprie esigenze di vita e quelle dei suoi familiari.

L'ammontare degli alimenti deve essere adeguato alle necessità del richiedente e alle condizioni economiche del soggetto obbligato. Questo rapporto di proporzionalità deve essere costantemente mantenuto: se si verifica un disequilibrio, la legge consente di rivolgersi all'autorità giudiziaria per richiedere un aumento, una riduzione o persino la cessazione degli alimenti.

Per poter richiedere gli alimenti dai propri figli, il genitore deve trovarsi in una situazione di effettiva necessità che gli impedisce di provvedere al proprio sostentamento. Questo diritto agli alimenti è riconosciuto a chi non è economicamente indipendente e non ha la capacità di garantirsi cibo, alloggio e assistenza medica. La valutazione dello stato di bisogno avviene in base alle circostanze concrete del soggetto e può sussistere anche se il richiedente possiede un patrimonio immobiliare che non genera reddito e quindi non gli consente di procurarsi i mezzi essenziali per sopravvivere.

La giurisprudenza ha stabilito che il diritto agli alimenti persiste anche se il beneficiario si trova in stato di bisogno per propria colpa. La legge prevede la possibilità di ridurre gli alimenti in caso di condotta disordinata o riprovevole del beneficiario: ciò si riferisce a situazioni in cui il beneficiario spreca i fondi destinati agli alimenti o li utilizza in modo inadeguato rispetto alla loro finalità effettiva.

Chi presenta la richiesta di alimenti deve dimostrare la propria situazione di bisogno e anche la sua impossibilità di lavorare o comunque la sua incolpevolezza nel non avere un'occupazione. Nel caso in cui il richiedente svolga un'attività lavorativa, dovrà dimostrare che questa non è sufficiente per il proprio sostentamento. Secondo la Suprema Corte, la richiesta di alimenti può essere respinta se non viene provata l'invalidità al lavoro a causa di incapacità fisica e l'impossibilità, per circostanze non imputabili al richiedente, di trovare un'occupazione adeguata alle sue competenze e condizioni sociali.

Chi paga gli alimenti secondo leggi aggiornate 2023

Gli alimenti costituiscono una forma di supporto materiale che è richiesta dai familiari più vicini di un individuo che si trova in condizioni di estremo bisogno. Si manifestano sotto forma di contributo economico, ma possono anche assumere la forma di assistenza diretta: ad esempio, quando un individuo decide di accogliere in casa il proprio fratello che si trova senza abitazione.

Secondo il Codice Civile, i soggetti legalmente tenuti a fornire alimenti comprendono diverse categorie: il coniuge; i figli, inclusi quelli adottivi, e in loro assenza, i discendenti immediati; i genitori, e in loro assenza, gli ascendenti immediati; gli adottanti; i generi e le nuore; i suoceri; i fratelli e le sorelle. A queste categorie si aggiungono i donatari nei confronti dei donanti e tutte le parti coinvolte in obblighi contrattuali di assistenza a fronte di una retribuzione.