reddito cittadinanza sostituito due nuovi strumenti
Quali sono misure e strumenti di sostegno economico che potrebbero sostituire il reddito di cittadinanza in via di esaurimento
Quali sono i due strumenti differenti che potrebbero sostituire il reddito di cittadinanza? Il reddito di cittadinanza si avvia ad esaurirsi ed entro la fine dell’anno sarà sostituito da nuove misure di sostegno alla povertà e alla disoccupazione, con l’obiettivo, però, di reinserimenti nel mondo del lavoro.
Stando a quanto riportano le ultime notizie, potrebbero essere due le soluzioni al vaglio al posto del reddito di cittadinanza, ognuna, però, con caratteristiche diverse. Vediamo quali sono e cosa prevedono e se le due misure potrebbero addirittura coesistere.
La Manovra Finanziaria 2023 ha modificato per quest’anno il reddito di cittadinanza, fino alla sua totale cancellazione, riducendone la durata, passata da 18 mesi a 7 mesi in favore dei cosiddetti occupabili, cioè di coloro che sono in grado di lavorare per cui scatta anche il contestuale obbligo di frequentare un corso di formazione per la durata pari almeno a sei mesi, altrimenti si rischia di perdere il beneficio, e riducendo ad una l’offerta di lavoro congrua da accettare prima del decadimento del beneficio.
Sono esclusi da tale obbligo le famiglie con soggetti disabili, minori e over 60, che potranno ancora beneficiare del pagamento del reddito di cittadinanza per tutto il 2023, mentre dal 2024, come annunciato, dovrebbe scomparire.
Il primo strumento di cui si era parlato che potrebbe sostituire il reddito di cittadinanza dal 2024 è il reddito di sussistenza, misura che però sarebbe dedicatao solo ed esclusivamente ai poveri, la cui competenza non sarebbe più dell’Inps, come per il reddito di cittadinanza, ma dei singoli Comuni, che avrebbero il compito di controllare tutti i requisiti dei richiedenti in modo da evitare che si verifichino ulteriori casi di furbetti come accaduto per lungo tempo con il reddito di cittadinanza.
Il secondo strumento che potrebbe sostituire il reddito di cittadinanza è il nuovo reddito minimo Ue, a cui ha aperto anche l’Italia. Il nuovo reddito minimo Ue, che si pone come raccomandazione, rappresenta un reddito base per tutti i cittadini euro che servirebbe combattere la povertà in ogni Paese dell’Ue.
L’Ue ha spiegato che il reddito minimo si porrebbe come misura comune di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, con l’obiettivo di rilanciare l’occupazione e promuovere la parità di genere.
L’invito dell’Ue agli Stati membri è quello di raggiungere gradualmente il livello adeguato di sostegno al reddito entro il 2030 al più tardi. Restano da definirne modalità di acceso, platea interessata e importi.
Al momento è ancora incerto e nulla si sa circa la misura che sostituirà effettivamente il reddito di cittadinanza, se il reddito di sussistenza, come inizialmente annunciato, o il nuovo reddito minimo Ue, considerando che si tratta di una misura comune per tutti i paesi membri dell’Ue e a cui l’Italia ha già aperto, o se, magari, potrebbero arrivare entrambe le misure a sostituire il reddito di cittadinanza dal 2024.
In tal caso, potremmo ipotizzare l’istituzione del reddito di sussistenza da riconoscere solo alle persone costrette a vivere nella povertà assoluta che verrebbe integrato dal reddito minimo Ue, che sarebbe destinato anche a chi resta senza lavoro fino alla sua prossima occupabilità.