Quali sono i casi in cui Imu e Tari sui rifiuti si possono non pagare su case disabitate: cosa prevedono leggi in vigore e chiarimenti
Quando Imu e Tari quando si possono non pagare su case disabitate o poco abitate? Le imposte sugli immobili si devono, per legge, sempre pagare. Sono rari, se non unici, i casi in cui è possibile evitare del tutto il pagamento di una imposta e con particolare riguarda a Imu e Tari sui rifiuti le norme di pagamento sono decisamente chiare per tutti caso per caso. Vediamo allora di seguito quando è possibile non pagarle proprio.
La legge permette, infatti, di usufruire di uno sconto del 50% della base imponibile per il pagamento dell’Imu su case disabitate e considerate inagibili e in tal caso, per fruire dello sconto Imu, bisogna presentare la dichiarazione Imu al Comune insieme all’attestazione di inagibilità redatta da un tecnico abilitato.
Se, però, la casa pur essendo disabitata e vuota, è del tutto agibile e utilizzabile, è previsto il pieno pagamento dell’Imu senza alcuno sconto né riduzione.
Passando alla Tari sui rifiuti, è possibile non pagarla proprio, secondo le leggi aggiornate 2023, per case disabitate e prive di arredi, senza utenze e inagibili. Il principio secondo cui l’Imu si paga ridotta per case disabitate mentre la Tari non si paga per nulla è che si tratta di case non suscettibili di produrre rifiuti (presupposto impositivo della Tari) perchè non sono utilizzate e sono senza elettricità, acqua, fognature o gli impianti.
Dunque, la Tari sui rifiuti su case disabitate non si paga mai quando la casa risulta vuota e senza utenze. Se, però, la casa è disabitata ma è arredata e ha gli allacci delle utenze di luce e gas attivi, allora la Tari di deve sempre pagare e in maniera piena, senza sconti e riduzioni.
A cambiare ancora i pagamenti della Tari sui rifiuti potrebbe essere la nuova decisione, attesa, per il calcolo dell’imposta proporzionale ai rifiuti prodotti. Secondo la commissione tributaria regionale della Toscana, i Comuni non possono far pagare ai non residenti rispetto ai residenti lo stesso importo tari, imponendo tariffe elevate non correlate alla produzione dei rifiuti, ma il calcolo del pagamento della Tari dovrebbe essere proporzionale alla produzione rifiuti, perché, secondo i giudici, è illegittimo il regolamento comunale che non rispetta il principio di proporzionalità.
Secondo quanto riportato nella nuova sentenza, abitando i residenti con continuità nel territorio comunale, producono logicamente una maggiore quantità di rifiuti rispetto a coloro che, a parità di condizioni abitative, vi risiedono solo per periodi di tempo limitati o saltuari, per cui la tassa non può essere pagata in egual modo da chi risiede in maniera continuativa e chi no.