Periodo delle ferie tra datore e lavoratore
Secondo le disposizioni vigenti, il periodo minimo di 4 settimane non può essere sostituito da una indennità per ferie non godute. Tranne in alcuni casi.
Se alle ferie non si può rinunciare e lavoratore e datore di lavoro sono chiamati a raggiungere una intesa in relazione ai tempi dell'interruzione dell'attività e alla durata, in quali casi le ferie non godute nel 2022 devono essere pagate secondo leggi aggiornate? Le ferie non possono essere negate, ma il godimento può essere rinviato nel caso in cui sopraggiungono difficoltà organizzative. In ogni caso, il lavoratore propone e il datore dispone.
La durata delle ferie è fissata dalla legge, dai contratti collettivi, dagli usi e secondo il principio di equità, anche in riferimento ai colleghi di lavoro. Approfondiamo allora una serie di aspetti tra:
Secondo le disposizioni vigenti, il periodo minimo di 4 settimane non può essere sostituito da una indennità per ferie non godute. Le ferie possono essere sostituite con denaro solamente se di mezzo c'è la risoluzione del rapporto di lavoro, per dimissioni o per licenziamento. Ricordiamo poi che nel caso di lavoro medio multiperiodale sono rinviati alla contrattazione collettiva - terziario e servizi, edilizia e legno, alimentari, credito e assicurazioni, tessili, trasporti, meccanici, agricoltura e allevamento, enti e istituzioni private, chimica, poligrafici e spettacolo, marittimi, enti pubblici - i criteri e le modalità di regolazione della fruizione delle ferie.
Il datore di lavoro deve pagare le ferie non godute se non state fruite entro i 18 mesi successivi al termine dell'anno di maturazione oppure secondo il termine stabilito dal contratto.
Non occorre fare riferimento alle sole leggi nazionali, ma anche ai singoli contratti collettivi nazionali di lavoro poiché possono contenere specificità in relazione ai diritti e ai doveri legati all'esercizio delle ferie. A meno di accordi tra le parti, ad esempio non maturano nel corso di aspettative, sciopero, assenze non giustificate, sospensione per cassa integrazione a zero ore. Ma maturano anche con l'astensione obbligatoria della madre, il congedo di paternità, la malattia e perfino durante il periodo di fruizione delle stesse ferie.
Il momento di fruizione delle ferie ovvero il rinvio ad altra data può essere stabilito dal datore di lavoro che deve tenere conto delle esigenze dell'azienda e degli interessi del lavoratore. In caso di accordo tra le parti, il datore di lavoro deve preventivamente comunicare al dipendente il periodo stabilito per il godimento delle ferie.
Un altro aspetto che presenta numerose particolarità è quella della reperibilità del lavoratore in ferie con alcuni Ccnl che prevedono la possibilità per il datore di lavoro di richiamare il dipendente. Lo può fare solo se è espressamente previsto nel contratto o in caso di accordo tra le parti e in ogni caso se c'è una ragione valida.
In ogni caso il lavoratore conserva il diritto a godere in seguito il periodo di assenza non fruito. Allo stesso tempo, il datore di lavoro può cambiare il piano ferie, se non è ancora stato applicato, tenendo conto di nuove esigenze aziendali e purché ne dia comunicazione al lavoratore con un congruo preavviso.