Cosa potrebbe effettivamente cambiare nella nuova Manovra Finanziaria per aumenti pensioni, stipendi, assegno unico figli e riordino bonus
Qual è la verità su modifiche davvero realistiche su pensioni, stipendi, assegno unico figli e bonus in manovra finanziaria? Il governo si mette al lavoro sulla definizione delle misure da inserire nella nuova Manovra Finanziaria nell’attesa della presentazione della Nadef, nota di aggiornamento al Def (documento di economia e finanza che predispone le misure della Manovra), da cui si potrà capire quali sono le reali risorse economiche effettivamente disponibili.
Le prospettive al momento non sono però particolarmente rosee e lo stesso ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha parlato di una manovra complicata, che dovrebbe essere soprattutto a favore di coloro che percepiscono redditi medio-bassi, perché non si potrà fare tutto con le poche risorse disponibili.
Per ‘risolvere’ il problema delle pensioni anticipate, probabilmente, saranno ancora prorogate forme di uscita anticipata già in vigore, come ape social, per andare in pensione prima a 63 anni di età e con almeno 30 anni di contributi (36 per lavoratori usuranti), che potrebbe estesa anche ad altre categorie di lavoratori usuranti e gravosi, o quota 103 per andare in pensione prima a 62 anni di età e con 41 anni di contributi, al momento valida fino al 31 dicembre 2023.
In ballo ci sarebbero anche la quota 41 per tutti, per permettere a tutti di andare in pensione solo con 41 anni di contributi e indipendentemente da requisito anagrafico ma calcolando la propria pensione finale solo con metodo contributivo, e la nuova quota 96, per andare in pensione prima a 61 anni d'età e con 35 anni di contributi ma solo per alcune categorie di persone, come lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti. Ma si tratta di novità al momento difficili da attuare proprio a causa dei pochi soldi disponibili.
Pochi i miglioramenti che si prospettano poi per gli aumenti delle pensioni e che dovrebbero interessare, al momento, solo nuovi incrementi delle pensioni minime che potrebbero salire ancora passando da 600 a 700 euro nel 2024, mentre si attende di sapere come saranno rivalutate tutte le pensioni dal primo gennaio 22024 con nuovi aumenti per adeguamento all’inflazione.
Per quanto riguarda il capitolo stipendi, le modifiche più realistiche che potrebbero esserci nella nuova Manovra riguardano un allungamento del calcolo del nuovo taglio del cuneo fiscale al 7% almeno per sei mesi, se non proprio da rendere strutturale, così come l’estensione dell’aumento della soglia esentasse fino a 3mila euro dei fringe benefit a tutti i lavoratori dipendenti e non solo a coloro che hanno figli fiscalmente a carico.
L’intenzione per garantire aumenti degli stipendi reali ai lavoratori contro il caro-vita è, infatti, innanzitutto quello di allungare la durata del taglio del cuneo fiscale aumentato con il Decreto Lavoro di maggio e passato dal 3% al 7% per chi ha redditi fino a 25mila euro e dal 2% al 6% per chi ha redditi tra 25mila e 35mila euro.
Un’unica vera novità realistica che potrebbe incidere sugli stipendi in Manovra Finanziaria potrebbe anche essere solo un anticipo di qualche misura della delega fiscale, come una prima revisione Irpef che potrebbe, però, interessare solo i redditi più bassi, o la detassazione della tredicesima per aumentare la mensilità aggiuntiva di dicembre, o un nuovo bonus una tantum, sulla scia di quello di 150-200 euro dello scorso anno e che ha riscosso un grande successo, per dare un segnale politico della volontà che qualcosa si vuole davvero fare, ma con pochi soldi è tutto complicato.
Passando al capitolo assegno unico figli e bonus, diverse sono le ipotesi di ciò che si potrebbe fare. Partendo dall’assegno unico per i figli, è possibile che venga aumentato realisticamente il suo valore, considerando che, secondo le stime, a fine anno resterà inutilizzato più di un miliardo dei soldi destinati all'assegno unico per i figli per cui i soldi avanzati potranno essere usati per aumentare ancora gli importi per tutti dell’assegno unico per figli.
La stessa premier Meloni ha sottolineato l’importanza di misure per la famiglia e la natalità, tra cui rientra appunto il potenziamento dell’assegno unico per figli, ma in questo progetto potrebbero non rientrare i due nuovi aiuti, reddito di infanzia e assegno di gioventù, di cui si parlava qualche giorno fa e che avrebbero dovuto aggiungersi all’assegno unico per figli.
Infine, per quanto riguarda i bonus, si va verso un riordino di bonus e agevolazioni da cui il governo conta di ricavare almeno 4-5 miliardi di euro da investire in ulteriori misure considerate più importanti.