Le importanti modifiche per partite iva e professionisti attese nella riforma del fisco a Marzo

di Marianna Quatraro pubblicato il
Le importanti modifiche per partite iva

Quali sono le possibili ulteriori modifiche in arrivo per partite Iva con la prossima riforma del fisco: ipotesi al vaglio e novità già ufficiali

Quali sono le modifiche per le partite iva attese nella riforma del fisco in arrivo a Marzo? La prossima riforma del Fisco annunciata per il mese di marzo e che, stando ai tempi resi noti al momento, dovrebbe già essere approvata entro l’estate con importanti novità a partire dalla riforma delle aliquote Irpef di tassazione sui redditi, potrebbe contenere anche ulteriori novità relative alle Partite Iva, che sono già state oggetto di modifiche con l’ultima Legge di Bilancio. Vediamo allora quali sono le modifiche per le partite Iva che potrebbero arrivare.

  • Modifiche partite Iva attese con nuova riforma del fisco a marzo
  • Quali sono le novità già approvate e ufficiali nel 2023 per Partite Iva


Modifiche partite Iva attese con nuova riforma del fisco a marzo

Stando a quanto ripotano le ultime notizie, non si parla esplicitamente di particolari novità che potrebbero interessare le partite Iva ed essere inserita nella prossima riforma fiscale ma sono principalmente due le ipotesi su cui si potrebbe lavorare.

E’, infatti, possibile, come si vociferava già, che potrebbero esserci novità per la partita iva forfettaria, con ulteriore aumento del limite reddituale da 85mila a 100mila euro. Si tratta in realtà di una novità su cui punta parte del governo e che potrebbe essere inserita nella nuova riforma fisco, e in tal caso sarebbe al via da subito, o, al più, essere inserita nella prossima Legge di Bilancio per essere in vigore poi dal 2024.

Ulteriori ipotesi di modifiche per le partite Iva forfettaria che potrebbero rientrare nella prossima riforma del fisco potrebbero riguardare le misure a sostegno delle partite Iva e tutele su cui il governo Meloni punta dai tempi della campagna elettorale.

L’idea è quella di garantire anche ai titolari di partite Iva tutele come indennità di malattia a lavoro come avviene per i lavoratori dipendenti, riconoscimento della disoccupazione e una serie di misure di garanzia che oggi mancano del tutto.

Quali sono le novità già approvate e ufficiali nel 2023 per Partite Iva

Nell’attesa di capire cosa realmente si farà nella prossima riforma del fisco per le partite Iva, diverse, come ormai noto, sono le novità già approvate per quest’anno e sia per partite Iva ordinarie che per partite Iva forfettarie.

In particolare, è già stato aumentato da 65mila euro a 85mila euro la soglia di reddito per usufruire del regime forfettario che prevede una tassazione Irpef al 5% per i primi cinque anni di attività e adesione al regime e al 15% dal sesto anno in poi per redditi fino a 85mila euro. Per chi supera tali limiti di reddito è previsto il passaggio al regime fiscale ordinario.

Dunque, i liberi professionisti con Partita Iva che possono avere partita Iva al 15% per pagare le tasse sono quelli con redditi annui entro gli 85mila euro, per cui chi ha già aperto una partita Iva con regime forfettario al 15% e ha redditi entro i nuovi limiti stabiliti di 85mila euro può restare regime forfettario, pur se ha superato la soglia dei 65mila euro, e nulla cambia quindi per chi ha già una partita Iva al 15% e supera i 65mila euro di reddito annuo, ma rimanendo entro gli 85mila euro.

Chi ha la partita Iva ordinaria perché aveva redditi annui superiori ai 65mila euro fino allo scorso anno ma entro gli 85mila euro può passare, dunque, alla partita Iva al 15%, sempre a condizione di rimanere nel limite di guadagni annuo degli 85mila. 

Passando, invece, alle partite iva ordinarie, le modifiche già approvate per il 2023 riguardano l’introduzione della cosiddetta flat tax incrementale. Si tratta di un sistema di tassazione incrementale con aliquota fissa al 15% per tutti i contribuenti con partita Iva ordinaria da applicare, però, solo sull’incremento di reddito conseguito in un anno, per esempio, nel 2022, rispetto alla media dei redditi fiscali conseguiti nel triennio precedente, per esempio negli anni 2019-2021.

La flat tax incrementale con aliquota agevolata al 15% viene applicata con una franchigia del 5% per la quota di aumento del reddito 2022 rispetto al più alto reddito dichiarato nei tre anni precedenti e assoggettato all’Irpef e fino al limite di 40mila di differenza di reddito.