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Cosa potrebbe cambiare per Tfr e Tfs con il prossimo Decreto Lavoro e ulteriori appuntamenti attesi: anticipazioni e modifiche al vaglio
Quali sono le importanti modifiche per Tfr e Tfs, su regole e anticipo in arrivo con Decreto Lavoro Aprile-Maggio? Mentre l’Inps ha accelerato i tempi per la liquidazione del Tfr-Tfs ai lavoratori dipendenti e mentre continua ad essere dibattuta la questione dei tempi di pagamento del Trattamento di fine rapporto ai dipendenti statali, sempre molto lunghi, novità proprio per Tfr e Tfs sono in arrivo con il prossimo decreto Lavoro di aprile- maggio. Vediamo quali sono.
Per la liquidazione del Tfr-Tfs sono previste regole specifiche di calcolo che prevedono anche la rivalutazione dell’importo accantonato secondo determinati parametri. Con il decreto Lavoro, che potrebbe essere presentato a giorni o al più entro i primi di maggio, si attendono modifiche per il Tfr-Tfs in riferimento all’accantonamento del Trattamento in fondi pensioni e alla possibilità di richiesta di anticipo anche da parte dei lavoratori pubblici.
Il Tfr-Tfs, come noto, si può lasciare in azienda o scegliere di investirlo in fondi di previdenza complementare, scelta da pochi operata, soprattutto per la differenza di tassazione prevista. Dunque, proprio per dare sostengono alla previdenza complementare e sostenere la scelta dei fondi pensioni in cui accantonare il Tfr, il governo pensa di rivederne la tassazione, rendendola più conveniente e vantaggiosa.
L’intenzione sarebbe quella di potenziare la previdenza complementare attraverso un nuovo periodo generalizzato di silenzio assenso, che preveda l’accumulo dei Tfr nei fondi pensione dei flussi, a meno che non vi sia esplicito dissenso dei singoli lavoratori. E si tratta di una novità che potrebbe interessare tanto i lavoratori dipendenti privati quanto i lavoratori pubblici.
Il nuovo Decreto Lavoro di aprile-maggio per Tfr e Tfs potrebbe prevedere modifiche anche per l’anticipo del Tfr-Tfs statali, che oggi è già possibile per i dipendenti privati.
Secondo quanto riportano le ultime notizie, anche i lavoratori statali potrebbero avere la possibilità di chiedere in anticipo una parte del proprio Tfs, come già accade per il Tfr ai dipendenti privati: quest’ultimi possono, infatti, chiedere parte del proprio trattamento quando sono ancora in servizio a condizione di aver maturato presso la stessa azienda almeno 8 anni di anzianità lavorativa.
I dipendenti pubblici potrebbero avere un prestito in banca con il Tfs a garanzia, per poi rimborsarlo quando si riceve la liquidazione totale del trattamento. Una volta pagato il Tfs finale, viene trattenuto l’importo anticipato con il prestito con gli interessi versati alla banca. Si tratterebbe di una misura che permetterebbe ai lavoratori pubblici di avere, in caso di necessità, i propri soldi subito, senza dover aspettare anni, e alle banche di avere la certezza di rimborso del prestito, considerando che il Tfs deve per legge sempre essere riconosciuto lavoratori al momento della cessazione del rapporto di lavoro.
Resta, però, da capire come sarà organizzato il piano di riconoscimento soldi, il piano di rimborso e i tassi da applicare.
Importanti modifiche per Tfr-Tfs sono attese anche a prescindere dal Decreto Lavoro e sempre per i prossimi mesi. Si attende, infatti, il prossimo mese di maggio per conoscere il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legittimità del pagamento differito del Tfr e del Tfs agli statali, per cui oggi si arriva ad attendere anche fino cinque anni per avere la dovuta liquidazione.
Secondo le anticipazioni, la Corte Costituzionale dovrebbe esprimersi sostenendo l’illegittimità dei pagamenti in tempi così lunghi, il che dovrebbe tradursi in una netta riduzione dei tempi di pagamento del Tfs agli statali che oggi sono decisamente molto, troppo lunghi.
In particolare, i tempi di pagamento del Tfs agli statali sono generalmente di: