Quali sono le modifiche per la Naspi possibili dal prossimo anno e cosa cambia tra chi gā la percepisce e chi la richiederā
Quali sono le modifiche della Naspi per chi ne sta già usufruendo e chi la prenderà nel 2023? L’indennità di disoccupazione Naspi spetta a tutti coloro che restano senza lavoro in maniera involontaria, cioè per motivi indipendenti dalla propria volontà, e solo se si è lavoratori dipendenti privati, sia a tempo determinato che a tempo indeterminato, apprendisti, lavoratori dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni, soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato, personale artistico con rapporto di lavoro subordinato.
Si parla di revisione degli aiuti per la disoccupazione da qualche settimana, tra le intenzioni del governo Meloni, con alcune modifiche già annunciate per la Naspi. Vediamo quali sono e chi interessano.
I requisiti per poter fare domanda di Naspi sono i seguenti:
Il requisito delle 30 giornate lavorative effettive prestate nei 12 mesi precedenti il licenziamento è stato cancellato, per cui chi deve richiedere la Naspi perché rimasto senza occupazione non deve necessariamente aver prestato almeno 30 giorni di lavoro effettivo nei 12 mesi precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.
Dopo le modifiche ufficiali annunciate per il reddito di cittadinanza nel 2023 con la prossima Manovra Finanziaria, il nuovo governo Meloni ha in programma un riordino generale degli aiuti attualmente in vigore per la disoccupazione puntando soprattutto su misure che possano sostenere le persone al rientro o all’ingresso nel mondo del lavoro. Si tratta di possibili revisioni e modifiche che potrebbero essere inserite nella nuova riforma fiscale.
Stando a quanto riportano le ultime notizie, le modifiche possibili per chi prenderà la Naspi nel 2023 riguardano i tempi che potrebbero cambiare.
L’indennità di disoccupazione Naspi che viene erogata direttamente all’Inps non in automatico ma a che ne presenta apposita domanda viene calcolata secondo regole specifiche e, una volta definitone l’importo, questo stesso si riduce del 3% in maniera progressiva a partire dal sesto mese di fruizione. La durata massima della Naspi come oggi modulata è di 24 mesi al massimo, cioè due anni.
Per chi prenderà la Naspi nel 2023 sarà probabilmente prevista una riduzione della durata dell’indennità sotto il 50% del periodo lavorato.
Se oggi, infatti, la Naspi ha una durata massima di 24 mesi e, per legge, un disoccupato percepisce l’indennità per la metà delle settimane lavorate nel quadriennio precedente e matura il 50% delle giornate di lavoro effettuate come giornate indennizzabili da Naspi, con le possibili modifiche annunciate, si scenderebbe sotto il 50% del periodo lavorato.
Dunque, per esempio, per un anno di lavoro si potrebbe avere la Naspi non più per ma solo per 3-4 mesi, mentre per 4 anni di lavoro, potrebbe avere la Naspi solo per 12 mesi di Naspi e non più per 24 mesi.