Quali sono le disposizioni delle nuove normative riguardanti l'utilizzo di stufe, camini e caldaie alimentate a gas, legno o pellet? Come variano queste regolamentazioni a livello nazionale e regionale?
Nel 2023, in risposta alla crisi energetica, del gas, economica e ambientale, sono state stabilite nuove normative per stufe, camini e caldaie a gas, legno o pellet. Queste regolamentazioni riguardano sia l'ambito nazionale che quello regionale. Scopriamo le specifiche di queste leggi sulle fonti di riscaldamento.
A tale disposizione, purché si installino apparecchi a condensazione, apparecchi convenzionali di classe 5 NOx (basse emissioni di ossidi di azoto) o apparecchi tradizionali a camera stagna di rendimento adeguato alla normativa europea EcoDesign sono previste specifiche deroghe che riguardano soprattutto la sostituzione di apparecchi di qualsiasi tipo che scaricano già a parete o in CCR.
Il posizionamento del terminale deve avvenire seguendo le norme UNI 7129 parte 3 e la sostituzione di un apparecchio a camera aperta e tiraggio naturale, che scarica in una canna fumaria collettiva ramificata (es. condominiale), nonchp l’installazione di generatori ibridi compatti, composti almeno da una caldaia a gas a condensazione e da una pompa di calore forniti di apposita certificazione di prodotto.
Per quanto riguarda stufe e camini, si possono usare stufe e caminetti dalle 3 stelle in su e si possono accendere apparecchi con classi di qualità inferiori solo se costituiscono l'unica forte di riscaldamento dell'abitazione.
Per i generatori di calore a biomassa legnosa di stufe e caminetti, devono essere classificati almeno 2 stelle dal 2022 e a 3 stelle dal 2023. Per le nuove installazioni, devono essere almeno a 3 stelle dal 2022 e almeno a 4 stelle dal 2022.
A livello nazionale, sono previsti anche nuovi limiti e orari per l'accensione dei riscaldamenti. Il periodo di accensione degli impianti è stato, infatti, ridotto di un’ora al giorno ed è stato anche ridotto il periodo di funzionamento della stagione invernale 2023 di 15 giorni, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 la data di fine esercizio.
Nel caso di situazioni climatiche particolarmente severe, i singoli Comuni possono autorizzare l’accensione degli impianti termici alimentati a gas anche al di fuori dei periodi indicati al decreto, purché per una durata giornaliera ridotta.
Diverse sono anche le nuove leggi a livello regionale che alcune regioni hanno stabilito regole per uso di stufe, camini, caldaie gas, legno o pellet nel 2023. Partendo dal Piemonte, per esempio, è stato stabilito il divieto di usare stufe, sia a gas che a pellet, e camini a legna con potenza nominale sotto i 35 kW, con classe inferiore alle quattro stelle. Escluse da tali limiti le zone montane.
Passando all'Emilia Romagna, limiti e divieti all'uso di caminetti e stufe a biomassa legnosa si applicano solo nelle zone sotto i 300 metri di altitudine, escludendo anche in tal caso le aree montane, ed è previsto il l’obbligo di utilizzare solo stufe e caminetti dalle 3 stelle in su.
In Lombardia e in Veneto, per l’uso di camini a legna e stufe a legna e pellet di potenza termica nominale inferiore a 25 kW è previsto l’obbligo di impiego di un combustile certificato conforme alla classe A1 a norma Uni en iso 17225-2 e la certificazione deve essere rilasciata da un organismo abilitato e deve essere conservata in caso di controllo.
E’ stato, inoltre, stabilito il divieto di usare stufe e camini e di installare caldaie, stufe e camini a biomassa legnosa con emissioni superiori a quelle consentite e l’uso di generatori di calore domestici con 0, 1 o 2 stelle, perché è ora obbligatorio che i generatori di calore abbiano almeno 4 stelle.
Sono esenti da tale limitazione i cittadini della provincia di Brescia per tutti gli impianti a legna e a pellet inferiori ai 10 kW di potenza fino al 15 ottobre 2024. Anche in Toscana le leggi aggiornate 2023 sono in linea con quanto previsto nelle altre regioni sopra citate e l'accensione di stufe a pellet e camini a legna dipende dalla quantità di CO2 nell'aria e varia in base a quanto previsto dalle singole ordinanze comunali.