Uso contanti, il limite del 2023
Limiti contanti 2023 pagamenti. Controlli Guardia di Finanza, nuove regole e rischi multe
Sono ufficialmente in vigore i nuovi limiti 2023 sull'uso dei contanti. E allo stesso tempo sono state fissate le multe ai trasgressori delle norme, con un'attenzione supplementari ai controlli della Guardia di finanza in merito alla tracciabilità dei pagamenti. L'obiettivo del legislatore è duplice: contrastare l'evasione fiscale e stroncare il fenomeno del riciclo di denaro derivante da attività illegali. Di conseguenza sono due i limiti di cui tenere conto nel 2023. Il primo riguarda proprio le transazioni in contanti per qualunque tipo di attività, anche e soprattutto l'acquisto di un bene o un servizio. Il secondo riguarda invece money transfer e assegni.
Il nuovo limite di 3.000 euro è riferito alle sole transazioni in contanti. E allo stesso tempo resta in vigore la soglia di 999,99 euro riferita alla emissione di assegni al portatore, alla detenzione di libretti di risparmio al portatore e ai trasferimenti con il sistema money transfer. La vera novità è però un'altra: il limite di 10.000 euro per i pagamenti in contanti nell'ambito di prestazioni legate al turismo, ma solo se effettuati dalle persone fisiche di cittadinanza non italiana e che abbiano la residenza fuori dal territorio dello Stato, è adesso portato a 15.000 euro.
E attenzione a non fare i furbi ovvero a giocare la carta del pagamento frazionato, su cui le Fiamme gialle hanno intensificato i controlli. Stando alle nuove regole è infatti vietato il trasferimento in contanti è vietato anche quando è effettuato con più pagamenti inferiori alla soglia che appaiono artificiosamente frazionati. Tuttavia è possibile effettuare pagamenti in rate di importo unitario inferiore a 3.000 euro a fronte di un debito complessivo superiore a questo tetto, solo se la tempistica è contrattualmente prevista e conforme agli usi del settore, come ad esempo la rata mensile per l'affitto di una casa o quella del leasing per l'auto. In ogni caso, l'amministrazione finanziaria, in collaborazione con la Guardia di finanza, mantiene il potere di valutare caso per caso se il frazionamento del pagamento sia stato realizzato con lo scopo di eludere il limite nell'uso dei contanti.
Anche perché le multe sono piuttosto salate. In caso di transazione in contanti per importi superiori a 2.999,99 euro o emissione di assegni per importi superiori a 999,99 euro si va incontro alla sanzione amministrativa pecuniaria dall'1 al 40% per un importo minimo non inferiore a 3.000 euro. Per pagamenti in contanti o emissione di assegni con importi superiori a 50.000 euro, la multa va dal 5 al 40%, ma è minima del 5% ovvero 1% aumentato di cinque volte con importo non inferiore a 3.000 euro. Infine, nel caso di omessa comunicazione degli illeciti, sanzione amministrativa pecuniaria dal 3 al 30% (minima non inferiore a 3.000 euro). Vale infine la pena ricordare che se il commercialista tenutario delle scritture contabili del contribuente annota nella contabilità un pagamento oltre il tetto dei contanti va incontro alla sanzione dal minimo del 3% al massimo del 30%.