Modifiche regole, tasse, agevolazioni, detrazioni su redditi agrari, terreni, affitti riforma fisco

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Come cambiano tasse, agevolazioni e detrazioni su redditi agrari, terreni, affitti con la nuova riforma del Fisco in arrivo a marzo

Quali sono le modifiche a regole, tasse, agevolazioni e detrazioni su redditi agrari, terreni, affitti? Cambiano regole per tasse e detrazioni con la nuova riforma del Fisco in arrivo a marzo non solo su redditi personali da lavoro e pensione ma anche su redditi agrari, derivanti da terreni e affitti.

  • Come cambiano tasse, agevolazioni e detrazioni su redditi agrari e terreni
  • Quali sono le modifiche per tasse e detrazioni per affitti

Come cambiano tasse, agevolazioni e detrazioni su redditi agrari e terreni

E’ attesa per la prossima settimana la nuova riforma fiscale, che dovrebbe poi essere approvata in Parlamento prima dell’estate per poi essere attuata entro massimo 24 mesi dalla sua approvazione e che prevede diverse novità oltre la revisione delle aliquote Irpef attese come misura cardine della riforma.

Si punta, infatti, anche ad un aumento del taglio del cuneo fiscale fino al 5% per tutti i redditi fino a 35mila euro, azzeramento dell’Iva su alcuni beni di prima necessità, modifica dell’Ires, cancellazione dell’Irap e non solo. Cambiano anche tasse e agevolazioni su redditi agrari e terreni. 

In particolare, stando a quanto previsto dalla nuova riforma del Fisco di marzo le modifiche attese per tasse e detrazioni per redditi agrari e terreni dovrebbero essere le seguenti:

  • per i redditi agrari, estensione della tassazione catastale sulle attività di coltivazione catastale innovativa, come le vertical farm o le micro propagazione;
  • aggiornamento annuale delle qualità e classi di colture;
  • rendere a regime la rivalutazione dei terreni e partecipazioni.
La nuova riforma del Fisco prevede proprio la possibilità di rideterminare il valore dei terreni sia con destinazione agricola che con destinazione edificabile. Con particolare riferimento alle regole già in vigore per redditi e terreni, la Manovra Finanziaria ha previsto la rivalutazione dei terreni per aumentarne il valore contabile e ridurne la tassazione in sede di cessione.

La rivalutazione è, infatti, un sistema di ricalcolo del costo di acquisto del terreno, che sicuramente sarà più alto, rapportato al costo della vita attuale e, una volta ottenuto tale costo di acquisto, la plusvalenza è minore. La rivalutazione permette la rideterminazione del valore dei terreni sia agricoli che edificabili e se lo scorso 2022 l’aliquota dell’imposta sostitutiva era pari al 14%, per il 2023 l’aliquota è aumentata al 16%.

Tale imposta può essere versata in un’unica soluzione entro il 15 novembre 2023 o può essere rateizzata in tre rate tutte di pari importo a scadenza annuale a partire dal 15 novembre 2023. Se si sceglie di pagare a rate, sulla seconda e sulla terza rata bisogna calcolare un interesse pari al 3% annuo.

La rivalutazione sui terreni, di cui si doveva essere proprietari alla data del 1 gennaio 2023, deve avvenire entro il 15 novembre 2023 sulla base di un’apposita perizia di stima che deve essere redatta da soggetti regolarmente iscritti all’albo degli ingegneri, degli architetti, dei geometri, degli agronomi, degli agrotecnici o dei periti agrari.

Ulteriori agevolazioni fiscali per terreni agricoli nel 2023, che prescindono dalla riforma del fisco di marzo, sono già in vigore per i titolari, o almeno uno degli esercenti di terreni agricoli, di età inferiore ai 36 anni: queste categorie di persone che hanno o operano su terreni agricoli possono pagare meno tasse per l’avvio di piccole e microimprese ma solo nei comuni montani.

Lo sconto sulle tasse da pagare sul terreno viene riconosciuto sotto forma di credito di imposta per i primi tre periodi d'imposta decorrenti dall'anno di inizio dell’attività in misura pari alla differenza tra l'imposta calcolata applicando le aliquote ordinarie al reddito d'impresa determinato nei modi ordinari e fino a concorrenza dell'importo di 80.000 euro e l'imposta calcolata sul medesimo reddito con aliquota del 15%.

Quali sono le modifiche per tasse e detrazioni per affitti

Mentre si discute di cosa potrebbe ancora cambiare per le detrazioni in generale con la nuova riforma del Fisco, al momento per quanto riguarda regole per tasse e detrazioni per gli affitti, con particolare riferimento a casa e altri fabbrica, è prevista l’estensione del regime agevolato per gli affitti con cedolare secca anche per gli immobili non abitativi, mentre per chi ha un lavoro autonomo si punta a cancellare le disparità di trattamento tra acquisto in proprietà e in leasing per gli immobili strumentali.

In ogni caso, la detrazione al momento valida per i canoni di affitto in generale dovrebbe rientrare tra le detrazioni e le agevolazioni da riordinare. Ancora, però, non si sa come. Come ben noto, oggi non tutti i contribuenti possono portare in detrazione parte delle spese sostenute nell’anno precedente.

Solo chi ha per legge un reddito entro i 120mila euro all’anno, ha diritto ad una completa detrazione delle spese, mentre per redditi fino a 24mila euro la quota di detraibilità diminuisce, mentre per i redditi superiori ai 240mila euro non hanno diritto ad alcuna detrazione.

La detrazione sugli affitti in generale spetta a:

  • inquilini a basso reddito con contratto di affitto a canone libero con redditi complessivi sotto i 30mila 987 41 euro ed è pari a 300 euro se il reddito complessivo non supera la soglia di 15mila 493,71 euro e a 150 euro per redditi fra 15mila 493,71 e 30mila 987,41 euro;
  • inquilini basso reddito con contratto di affitto a canone concordato, per cui la detrazione è pari a 495,80 euro se il reddito complessivo non supera i 15mila euro;
  • nella misura del 19% per studenti fuori sede su un importo massimo di 2.633 euro;
  • cambio residenza per lavoro, prevedendo un’agevolazione pari a 991,60 euro, se il reddito complessivo non supera i 15mila 493,71 euro o a 495,80 euro se il reddito è compreso tra i 15mila 493,72 e i 30mila 987,41 euro.
Per le detrazioni per l’affitto di terreni, in particolare, invece, è prevista una detrazione del 19% delle spese sostenute dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali (requisito dell‘iscrizione alla previdenza agricola) di età inferiore ai 35 anni per il pagamento di canoni di affitto dei terreni agricoli e per ogni ettaro di terreno affittato e fino ad un importo massimo di euro 1.200. L‘agevolazione non spetta nel caso in cui il giovane imprenditore agricolo conduca un terreno preso in affitto dai genitori.

L’idea è quella di modificare le detrazioni fiscali, con detrazioni forfettizzate, rivedendo le fasce di reddito per accedervi e si parla al momento di detrazioni nelle seguenti percentuali in base ai redditi:

  • detrazioni del 4% del reddito per lo scaglione fino a 15mila euro;
  • detrazioni del 3% del reddito per lo scaglione tra 15mila e 50mila euro;
  • detrazioni del 2% del reddito per lo scaglione tra 50mila e 100mila euro;
  • nessuna detrazione per redditi oltre i 100mila euro.