difficile pignoramento due nuove sentenze storiche
Cosa cambia per pignoramento di soldi e case con due nuove recenti sentenze considerate storiche: novità per debitori e banche
Il pignoramento consiste nel prelievo forzoso di soldi o altri beni in presenza di debiti da parte di debitori che non hanno regolarmente ripagato le somme dovute a qualsiasi titolo di credito, vale a dire rate di mutui, di prestiti, di finanziamento, ecc.
Il pignoramento, che comunque non è un provvedimento immediato al primo mancato pagamento di una rata di un debito, può scattare nei confronti di contribuenti che sono in debito sia con il Fisco e sia con enti come banche, finanziarie ma anche creditori privati. Vediamo perché sarà molto più difficile pignoramento soldi e case grazie a 2 nuove sentenze storiche?
Nuova sentenza storica 2023 da Corte di Cassazione su pignoramenti soldi e case
Cosa prevede la nuova storica sentenza della Corte di Giustizia europea su pignoramenti
Nuova sentenza storica 2023 da Corte di Cassazione su pignoramenti soldi e case
La Corte di Cassazione è intervenuta con una recente sentenza stabilendo che, se un contratto bancario prevede clausole vessatorie, il debitore può opporsi al pignoramento immobiliare anche se non ha agito tempestivamente in passato lasciando scadere i termini e facendo diventare il decreto ingiuntivo definitivo.
Perché si possa dare attuazione alla sentenza della Cassazione, però, è necessario che sussistano le seguenti condizioni:
il debitore deve essere un consumatore;
il contratto bancario deve contenere almeno una clausola vessatoria;
l’asta giudiziaria non deve essersi conclusa con l’assegnazione dell’immobile.
Se sussistono tutte queste condizioni, il debitore può procedere con l’opposizione al pignoramento immobiliare. Per effetto della nuova sentenza della Cassazione, cambiano le modalità e i tempi di pignoramento delle case e il giudice a cui la banca presenta richiesta di decreto ingiuntivo deve prima chiedere al creditore di presentare il contratto di credito.
Cosa prevede la nuova storica sentenza della Corte di Giustizia europea su pignoramenti
Anche la Corte di Giustizia europea si è recentemente espressa sulle procedure di pignoramento di case, soldi e altri beni, affermando che se il contratto stipulato tra banca e cliente contiene clausole abusive, il cliente può fare ricorso anche se è già stata avviata la procedura di pignoramento.
Sono considerate clausole contrattuali abusive secondo le norme europee quelle che non rispettano fedelmente i principi di buona fede ed equità, come:
esclusione o limite alla responsabilità della banca se il consumatore muore o subisce lesioni per un atto o un'omissione da parte dello stesso istituto di credito;
risarcimento unilaterale per annullamento, che permette alla banca di trattenere gli anticipi se il consumatore annulla il contratto;
risarcimento per inadempienza contrattuale da parte della banca;
annullamento con breve preavviso, che permette all'istituto di credito di risolvere, appunto con breve preavviso, un contratto senza un termine fisso di scadenza;
clausole occulte, che rappresentano un vincolo per i clienti pur se non erano chiaramente specificate prima della firma del contratto;
annullamento del contratto unilaterale da parte della banca in determinati casi e a specifiche condizioni;
modifiche unilaterali del contratto, che permettono all'istituto di credito di apportare modifiche ad un contratto unilateralmente senza necessità di fornire alcune giustificazione;
proroghe automatiche dei contratti a tempo determinato, per cui ogni cliente deve obbligatoriamente comunicare la sua intenzione di risoluzione del contratto prima della sua scadenza per evitare la proroga automatica.