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Come cambiano le procedure per divorziare con nuova legge in vigore: regole da rispettare, passaggi e decisioni
Quali sono tutte le nuove regole e procedure su divorzi e assegni di mantenimento figli e mogli al via in questi primi 3 mesi? Cambiano da quest’anno le regole per il divorzio e diventano più rapide le procedure per sciogliere un vincolo matrimoniale. Novità al via anche per calcolo e riconoscimento degli assegni di mantenimento a moglie e figli. Vediamo allora di seguito quali sono le nuove misure al via.
Oggi prima di riuscire ad avere il divorzio bisogna passare dalla separazione e attendere qualche anno e se si sceglie la strada del divorzio breve e la separazione è consensuale i tempi si accorciano, entro 6 mesi massimo un anno si ottiene il divorzio.
Ora i tempi potrebbero diventare ancor più corti: la prima novità relativa alle procedure nuove per il divorzio prevede la possibilità di fare richiesta di separazione e divorzio giudiziale con un unico atto, per cui non ci saranno più due fasi, prima davanti al presidente e poi davanti al giudice istruttore.
Il nuovo atto unico dovrà già essere presentato completo di ogni domanda, eccezione, prova e richiesta riconvenzionale e per avere il divorzio la sentenza di separazione sullo status dovrà essere passata in giudicato.
Inoltre, per avere separazione e divorzio definitivo, la non convivenza dei due ex coniugi deve essere ininterrotta. Infine, è previsto anche che se presenti figli della coppia che decide di divorziare, gli stessi dovranno sempre essere ascoltati dalla corte e il loro parere o volere sarà fondamentale per prendere una decisione
Ulteriori novità riguardano il cosiddetto piano genitoriale: la parte che presenta il ricorso introduttivo dovrà, infatti, presentare una sorta di piano organizzativo che riporti gli impegni quotidiani dei figli e le loro attività, necessarie capire la disponibilità di tempo dei genitori e quanto tempo entrambe i genitori sono in grado di offrire al proprio figlio e il giudice di competenza avrà la possibilità di sanzionare il genitore che non rispetterà quanto stabilito dal piano.
Passando alle nuove regole 2023 per gli assegni di mantenimento a figli e mogli, la Corte di Cassazione ha stabilito che l'assegno di divorzio spetta solo a chi non è in grado di soddisfare le proprie esigenze basilari o a chi dimostra che il divario tra la sua posizione economica e quella dell'altro deriva sacrifici fatti nel corso della vita familiare, per esempio se la moglie non ha potuto continuare a lavorare e fare carriera per dedicarsi alla famiglia e permettere invece al marito di continuare a lavorare in maniera intensa.
La Corte di Cassazione ha deciso che l’assegno di mantenimento dopo il divorzio può essere revocato a chi effettua spese voluttuarie, o a chi invece di lavorare si dedica allo svago, fa acquisti non necessari, trascorre le giornate in centri estetici o palestre invece di cercare lavoro.
Dunque, niente più assegno di mantenimento alle ex mogli che spendono troppi soldi per sé ma hanno perfette capacità lavorative. Stando, infatti, a quanto chiarito dai giudici, l'assegno di divorzio non deve essere riconosciuto alla ex moglie per consentirle di mantenere il pregresso tenore di vita ma deve essere riconosciuto solo a chi non è in grado di procurarsi il necessario per soddisfare le esigenze basilari di vita (componente alimentare) o a chi dimostra che la differenza tra propria posizione economica e quella dell'altro è stata causata dai sacrifici fatti nel corso della vita familiare (componente compensativa).
L’assegno di divorzio ha, quindi una funzione assistenziale e compensativa e per riconoscerlo è necessario accertare l’inadeguatezza dei mezzi o l’impossibilità di procurarseli per motivi oggettivi.
Proprio in virtù di tale principio, l’importo dell’assegno di mantenimento dopo il divorzio si calcola sulla base della valutazione comparativa delle condizioni economiche delle parti, considerando anche il contributo alla vita familiare e alla formazione del patrimonio comune di entrambe gli ex coniugi.
Per quanto riguarda l'assegno di mantenimento ai figli, le ultime novità riguardano il calcolo dell'importo dell'assegno da riconoscere. Secondo quanto stabilito, infatti, per il calcolo dell’importo del mantenimento dovuto dal genitore non collocatario (cioè il genitore con cui non vigono i figli) bisogna il principio di proporzionalità, considerando in maniera comparata i redditi di entrambi i genitori, insieme alle esigenze attuali del figlio e del tenore di vita da lui goduto.