Nuove tasse sulle case insieme a modifiche Imu e Tari (esenzioni incluse) già valide quest'anno

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Cosa cambia ancora per tasse sulle case dopo le recenti modifiche per pagamenti di Imu e Tari sui rifiuti: ultime novità in arrivo

Quali sono le nuove tasse sulle case insieme a modifiche per Imu e Tari (esenzioni comprese) già valide quest'anno? Sono diverse le novità già valide da quest’anno relative alle tasse sulla casa, sia per quanto riguarda le modalità di versamento delle stesse, sia per quanto riguarda calcolo degli importi. Vediamo quali sono nel dettaglio e cosa prevedono.

  • Nuova tassa unica per acquisto casa come funziona
  • Compromesso per acquisto casa e novità al via da quest’anno
  • Nuove tasse per case in affitto cosa cambia 
  • Modifiche per Imu e Tari ed esenzioni già valide quest'anno

Nuova tassa unica per acquisto casa come funziona

La prima novità al via da quest’anno 2023 relativa alle tasse sulla casa riguarda una nuova tassa unica da versare per l’acquisto di case nuove, In particolare, l’intenzione del governo sarebbe quella di riunire in un’unica tassa il pagamento di imposte di bollo, registro, catastali (volture catastali) e le tasse ipotecarie, relative a trascrizione, iscrizione, rinnovazione e annotazione eseguite nei pubblici registri immobiliari.

Probabilmente si tratterà di definire un tributo unico, forse in misura fissa che rappresenterebbe una vera e propria semplificazione delle procedure perché contribuirebbe a ridurre nettamente gli adempimenti non solo per gli acquirenti di casa ma anche per l'Amministrazione finanziaria, considerando che si dovrebbe far riferimento ad un’unica normativa.

Compromesso per acquisto casa e novità al via da quest’anno

Altra novità relative alle tasse sulla casa riguarda le procedure per fare i contratti preliminari per l’acquisto di una nuova casa. Lo scorso mese di marzo, l'Agenzia delle Entrate ha, infatti, reso disponibile la possibilità di registrare direttamente online i contratti preliminari di compravendita di una casa, pagando imposta di bollo e imposta di registro direttamente online con addebito su conto corrente, riducendo così i tempi e semplificando la procedura. 

Con questa novità professionisti e contribuenti non dovranno più necessariamente recarsi preso gli sportelli delle Entrate per registrare i preliminari per l’acquisto di una casa. La nuova procedura online per la registrazione di preliminari di vendita di case è disponibile nell'area riservata del sito dell'Agenzia delle Entrate. Una volta entrati, bisogna scegliere la voce Registrazione atto, indicare nel nuovo modello Rap i dati necessari e inserire gli allegati, che sono generalmente il contratto di compravendita ed eventuali planimetrie della casa, inventari, mappe e disegni. 

Il modello RAP è il modello predisposto dall’Agenzia delle Entrate per la richiesta di registrazione di atto privato prevede diverse parti da compilare, che sono:

  • frontespizio che riporta l’informativa sul trattamento dei dati personali;
  • quadro A ‘Dati generali’, che contiene i dati necessari alla registrazione dell’atto come tipologia del contratto, la data di stipula, l’eventuale presenza di allegati, la sezione con le informazioni del richiedente la registrazione e del rappresentante legale, la sezione relativa all’impegno alla presentazione telematica e il prospetto degli importi dovuti;
  • quadro B ‘Soggetti, in cui inserire i dati delle parti risultanti dall’atto;
  • quadro C ‘Negozio-Comodato’, dove devono essere indicate le informazioni relative al contratto di comodato;
  • quadro D ‘Immobili, in cui devono essere riportati precisamente tutti i dati dell’immobile in oggetto.
Una volta inseriti tutti i dati necessari, il sistema calcola in automatico le imposte di registro e di bollo dovute in base all’immobile per cui avviene la registrazione del contratto e si può pagare direttamente con addebito diretto su conto corrente. 

Nuove tasse per case in affitto cosa cambia 

Cambiano le tasse anche per case in affitto con le novità che riguardano soprattutto la cedolare secca. Stando, infatti, a quanto recentemente deciso, anche per gli affitti brevi, cioè gli affitti che hanno una durata massima di 30 giorni e per cui la registrazione del contratto non è obbligatoria, si può optare per la cedolare secca ma direttamente in dichiarazione dei redditi.

La legge in vigore prevede che la cedolare secca possa essere applicata dai proprietari di casa solo se nel corso dell’anno si affittano al massimo quattro appartamenti. Inoltre, da quest’anno bisogna obbligatoriamente comunicare all’Agenzia delle Entrate per tutti i contratti che prevedono un affitto di breve durata dai specifici come:

  • anno di locazione e dati catastali della casa affittata insieme a tutti gli altri dati già oggi obbligatori per la registrazione di un contratto, che sono:
  • nome e cognome del locatore;
  • codice fiscale del locatore;
  • durata del contratto;
  • indirizzo dell’immobile locato;
  • importo del corrispettivo lordo.
Per chi opera come sostituto di imposta e applica la ritenuta del 21% sui canoni di locazione e i corrispettivi, la comunicazione deve essere inviata esclusivamente tramite Certificazione Unica, mentre tutti gli altri possono effettuare le comunicazioni attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate entro il 30 giugno dell’anno successivo alla data di stipula del contratto.

A differenza degli affitti brevi, la cedolare secca non può essere applicata nei casi di affitto di case in usufrutto. L’Agenzia delle Entrate ha, infatti, chiarito che nel caso di nudi proprietari, pur avendo la disponibilità di fatto di un immobile o parte di esso dato in usufrutto e che intende affittare a terzi, non si può scegliere la cedolare secca, considerando che tale regime si pone in alternativa facoltativa rispetto a quello ordinario di tassazione del reddito fondiario, ai fini dell’Irpef, ma non per il nudo proprietario.

Modifiche per Imu e Tari ed esenzioni già valide quest'anno

Le nuove tasse per la casa relative alla introduzione di una tassa unica, alle nuove procedure per il compromesso di acquisto casa e alla applicazione della cedolare secca per case in affitto si affiancano alle modifiche per Imu e Tari già valide quest’anno. 

Stando a quanto confermano le ultime notizie, infatti, è prevista già l’esenzione dal pagamento dell’Imu su terreni agricoli che soddisfano specifiche condizioni, requisiti e anche ubicazioni. 

Le esenzioni dal pagamento dell’Imu valgono, infatti, già per le seguenti tipologie terreni:

  • terreni agricoli posseduti e condotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola, comprese le società agricole e indipendentemente dalla loro ubicazione;
  • terreni agricoli ubicati nei comuni delle isole minori;
  • terreni agricoli a immutabile destinazione agrosilvo- pastorale a proprietà collettiva indivisibile e inusucapibile;
  • terreni agricoli o boschivi ubicati in aree montane o di collina classificati secondo i criteri di legge.
Prevista anche l'esenzione Imu anche su fabbricati rurali se l'attività sull'immobile non è esercitata dallo stesso soggetto, cioè anche nel caso in cui sussista una concessione di comodato a un imprenditore agricolo. L’unica condizione richiesta per usufruire in questo caso dell’esenzione dall’Imu è che i fabbricati rurali siano a uso strumentale, costruzioni cioè necessarie allo svolgimento dell’attività agricola.

Nuove esenzioni Imu valgono nel 2023 per il pagamento Imu su case abusivamente occupate; in questi casi, il proprietario può essere esente dal pagamento Imu 2023 solo a condizione di aver presentato denuncia all’autorità giudiziaria per occupazione abusiva e sono esenti quest’anno dal pagamento dell’Imu 2023 anche gli immobili che si trovano nei territori colpiti dai terremoti del 2012 (Emilia Romagna, Lombardi e Veneto) e del 2016, come Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria.

Ulteriori modifiche potrebbero ancora arrivare per il pagamento Imu quest’anno 2023, con la possibile novità dell’Imu come imposta regionale e non più di competenza statale. Secondo quanto previsto dalla nuova riforma del Fisco, infatti, con il federalismo fiscale le imposte regionali, come l’Imu, ma anche la Tari sui rifiuti, saranno modulate su un nuovo sistema fiscale per comuni, province e città metropolitane. Dovrebbe quindi verificarsi il trasferimento della competenza dell'Imu dallo Stato alla Regione.

Passando alla Tari, poche sono le novità già previste, tra rateizzazione del pagamento se si dimostra di essere in forti difficoltà economiche tanto da non poter rispettare correttamente i pagamenti Tari, agevolazioni per mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, (prevista una riduzione del 20%), o per svolgimento del servizio in grave violazione della disciplina di riferimento, ma diverse le modifiche che potrebbero interessare l’imposta sui rifiuti.

Potrebbe, infatti, debuttare il nuovo principio di definizione di costi per la Tari in proporzione alla residenza in un determinato luogo. 

Il pagamento della Tari sui rifiuti dovrebbe essere calcolato in maniera proporzionale tra non residenti e residenti e il principio da seguire dovrebbe essere quello secondo cui i residenti con continuità in un territorio comunale producono logicamente una maggiore quantità di rifiuti rispetto a coloro che, a parità di condizioni abitative, vi risiedono solo per periodi di tempo limitati o saltuari.