Quali sono le misure che cambiano ancora in vista della nuova riforma fiscale 2023, da nuove aliquote Irpef, detrazioni, deduzioni e tasse
Quali sono i nuovi scaglioni Irpef (da 4 a 3), tasse e agevolazioni ancora rivisti rispetto a bozze riforma fisco finora trapelate? Cambiano ancora le misure che potranno rientrare nella nuova riforma fiscale, o meglio, si modificano. Tra revisione delle tasse, revisione delle aliquote Irpef e revisione di detrazioni e deduzioni sono diverse le novità attese con la prossima riforma fiscale ma anche i cambiamenti rispetto alle prime bozze trapelate. Vediamo allora le ultime modifiche previste.
Nuovi scaglioni Irpef da 3 a 4 rivisti in delega fiscale approvata
Modifiche a tasse riviste per la nuova riforma fiscale
Agevolazioni ancora riviste rispetto alla prima bozza per la prossima riforma del Fisco
Nuovi scaglioni Irpef da 3 a 4 rivisti per riforma fisco
La prima modifica resa nota sulla definizione della nuova riforma del Fisco riguarda la revisione delle aliquote Irpef. Il governo Meloni ha intenzione, infatti, di ridurre gli scaglioni Irpef di tassazione, portando le aliquote da quattro a tre. Nella prima bozza di riforma presentata le ipotesi annunciate di nuove aliquote Irpef erano tre, ora sono diventate quattro.
Le attuali quattro aliquote Irpef in vigore sono le seguenti:
del 23% per redditi fino a 15.000 euro;
del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro;
del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro;
del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
Per le ipotesi di revisione Irpef, la prima prevede le seguenti aliquote:
aliquota del 23% per chi ha redditi fino a 15mila euro;
aliquota del 27% per chi ha redditi tra 15mila-50mila euro;
aliquota del 43% per chi ha redditi superiori ai 50mila euro.
Con queste nuove aliquote Irpef, chi ha redditi annui tra 28mila euro e 50mila euro annui potrebbe ottenere decisi aumenti, considerando che l’aliquota Irpef si ridurrebbe di ben 8 punti percentuali scendendo dal 35% al 27%, mentre sarebbero penalizzati coloro che percepiscono redditi annui sui circa 25mila euro, per cui ci potrebbe essere aumento di tasse di ben 300 euro.
Non cambierebbe nulla per la prima fascia di redditi fino a 15mila euro e per l’ultima fascia, cioè per redditi superiori ai 50mila euro, per cui resterebbero confermate le attuali aliquote Irpef, rispettivamente, del 23% e del 43%.
La seconda ipotesi di revisione Irpef potrebbe prevedere le seguenti aliquote:
aliquota al 23% per redditi fino a 28.000 euro;
aliquota al 33% per redditi tra 28mila e 50mila euro;
aliquota al 43% per redditi oltre i 50mila euro.
In questo caso, ci sarebbero aumenti per chi ha redditi da 25mila euro all’anno per un contestuale minor pagamento delle tasse di circa 200 euro che possono arrivare fino a circa 700-1000 euro per chi ha redditi più alti.
La terza ipotesi, di revisione Irpef potrebbe prevedere, invece, le seguenti tre nuove aliquote:
aliquota del 23% per i redditi sotto i 15 mila euro;
aliquota del 27% per i redditi tra 15 mila e 75 mila euro;
aliquota del 43% per i redditi oltre i 75 mila euro.
Anche in questo caso, sarebbe agevolato chi ha redditi più alti tra 50mila e 75mila euro, mentre subirebbe riduzioni chi redditi tra i 15mila e 28mila euro, per cui l’aliquota di tassazione salirebbe dall’attuale 25% al 27%. Nulla, invece, cambierebbe, ancora, per la fascia di redditi più bassa fino a 15mila euro per cui bisognerebbe ridurre il carico fiscale.
La quarta ipotesi di revisione Irpef potrebbe, infine, prevedere le seguenti aliquote:
aliquota del 23% per redditi da 8.500 euro e fino a 28mila euro;
aliquota del 35% per redditi da 28.001 euro a 50mila euro;
aliquota del 43% per redditi oltre i 50mila euro.
In questo caso, chi ha redditi medio-bassi tra i 15mila e i circa 30mila euro avrebbe una riduzione delle tasse da pagare e con contestuali aumenti dei redditi. Secondo le ultime notizie, però, potrebbero ancora esserci modifiche delle aliquote Irpef in base ai diversi scaglioni di reddito, considerando che proprio in questi ultimi giorni la premier Meloni ha parlato dell’intenzione di intervenire sui redditi più bassi, riducendone la tassazione, per cui l’aliquota al 23% per redditi fino a 15mila euro che tale è al momento rimasta in ogni ipotesi di revisione Irpef potrebbe anche essere abbassata.
Modifiche a tasse riviste in delega fiscale
Cambia ancora anche il capitolo tasse per la nuova riforma fiscale: nella prima bozza della riforma si era parlato, infatti, di interventi su Iva, Irap e Ires da ridurre, ora invece nella nuova riforma fiscale potrebbe rientrare anche sia la cancellazione delle cosiddette micro-tasse e sia modifiche della tassazione sugli investimenti.
Partendo dalle micro-tasse, si tratta di piccoli balzelli introdotti dai precedenti governi per recuperare soldi ma che si sono rivelati inefficaci e che comprendono, per esempio, superbollo per le auto di grossa cilindrata, addizionale regionale sui canoni per le utenze di acque pubbliche, imposta sugli intrattenimenti, conosciuta anche come imposta sui biliardini, tasse di laurea, tassa sul pubblico insegnamento, imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili civili, tassa regionale di abilitazione all'esercizio professionale, maggiorazione del tributo comunale sui rifiuti, imposta erariale sui voli dei passeggeri di aerotaxi e sugli aeromobili privati, diritti di licenza sulle accise, tassa sulle emissioni di anidride solforosa e ossidi di azoto.
Tutte queste micro-tasse potrebbero essere del tutto cancellate nella nuova riforma del fisco 2023 e tale cancellazione contribuirebbe certamente a semplificare la vita dei contribuenti da un punto di vista burocratico.
Stando a quanto riportano le ultime notizie, nella nuova riforma fiscale potranno cambiare anche le tasse, riducensosi, sugli investimenti di lungo termine, come conti deposito, Btp, Bot, fondi di investimenti, ecc.
Agevolazioni ancora riviste rispetto a prima bozza delega fiscale per la prossima riforma del Fisco
Non solo revisione di Irpef e tasse: nella nuova versione della riforma del Fisco potrebbero esserci modifiche anche per detrazioni e deduzioni. Al momento non c’è alcuna certezza di come effettivamente le detrazioni dovrebbero cambiare ma si ipotizza un sistema di detrazioni differenti in percentuali in base ai redditi conseguiti e che potrebbero essere le seguenti:
detrazioni del 4% del reddito per lo scaglione fino a 15mila euro;
detrazioni del 3% del reddito per lo scaglione tra 15mila e 50mila euro;
detrazioni del 2% del reddito per lo scaglione tra 50mila e 100mila euro;
nessuna detrazione per redditi oltre i 100mila euro.
Per quanto riguarda le deduzioni di costi direttamente in busta paga, si parla di aumentarle per lavoratori dipendenti, comprendendo, per esempio, costi per il trasporto pubblico, o per l’acquisto di materiali e apparecchiature prettamente per lo svolgimento del lavoro, ecc ma è possibile che vengano ampliate anche nelle pensioni, forse interessando solo particolari tipi di pensioni e che potrebbero riguardare, per esempio, spese mediche, o per trasporto, o per acquisti di ausili necessari, come girelli per sostenere per camminare, ecc.