Cosa cambia nelle procedure di pignoramento di conti correnti e altri beni dopo approvazione della riforma Cartabia e tempi previsti
Qual è il nuovo importante sistema per pignoramento conti correnti, case e altri beni entra in vigore da ora dopo riforma? Dopo l’approvazione della nuova riforma Cartabia, cambiano le modalità di pignoramento di conti correnti, case e altri beni al sussistere di specifiche condizioni. Vediamo quali sono e cosa si appresta a cambiare.
Il nuovo sistema di pignoramento di conti correnti, case e altri beni tramite incrocio di tutti i dati in possesso delle diverse banche dati nasce da un accordo tra ministro della Giustizia e Agenzia delle Entrate per permette agli ufficiali giudiziari di accesso alle banche dati dell’amministrazione finanziaria per cercare telematicamente i beni da pignorare, sia che si tratti di conti correnti e sia che si tratti di beni materiali, su richiesta di un creditore o per sottoporre il bene a procedura concorsuale su richiesta del curatore.
Secondo quanto stabilito dalla nuova legge, il creditore che vuole aggredire i beni di un debitore deve prima presentare istanza formale all’ufficiale giudiziario che, a sua volta, individua tali beni cercandoli all’interno delle banche dati fiscali e previdenziali.
Con questo nuovo sistema di pignoramento sarà, dunque, molto più difficile cercare di nascondere case, conti correnti, auto e qualsiasi altro bene pignorabile non solo intestati a se stessi, ma anche a terzi collegabili e che quindi si possono "aggredire" legalmente.
Le novità sul pignoramento di conti correnti, case e altri beni previste dalla riforma Cartabia anticipano ulteriori modifiche sui pignoramenti a cui sta lavorando il governo Meloni che potrebbero arrivare o con la prossima riforma fiscale o con un nuovo specifico decreto ad hoc, o anche con la commutazione in legge di alcune recenti sentenze sul pignoramento.
Le novità per il pignoramento di conti correnti, case e altri beni in arrivo con il nuovo decreto dovrebbero interessare innanzitutto i tempi del procedimento, da rendere molto più rapidi per velocizzare i tempi di riscossione dei debiti.
L’obiettivo è, infatti, quello di ridurre i passaggi attualmente previsti prima di arrivare al vero e proprio pignoramento di conti correnti, case o altri beni, che prevedono prima accertamento e avviso di pagamento da parte dell’ente titolare del credito, poi formazione del ruolo e consegna all’Agente per la riscossione e, infine, notifica della cartella da parte dell’Esattore al contribuente e solo dopo, in fase finale, avvio di pignoramento, ipoteche o fermi auto.
Obiettivo del nuovo decreto sul pignoramento è, quindi, cancellare il passaggio sia di accertamento e avviso di pagamento da parte dell’ente titolare del credito e sia di formazione del ruolo e consegna all’Agente per la riscossione, con istituzione dell’accertamento esecutivo già al posto dell’invio della cartella esattoriale per arrivare in tempi più brevi direttamente all’incasso eliminando il ruolo delle cartelle.
Passando, invece, alle sentenze che si attende diventino leggi, sono decisamente le recenti sentenze che si sono espresse sul pignoramento e in attesa di diventare legge, a partire dall’ultima sentenza della Corte di Cassazione, che ha stabilito che anche Tfs, Trattamento di fine servizio per i lavoratori dipendenti statali, e Tfr per i dipendenti privati possono essere pignorati, ma solo in determinati casi.
Secondo la Cassazione, un creditore, che sia lo Stato, Enti regionali, o comunali ecc, può chiedere il pignoramento della Tfs per recuperare debiti insoluti nei casi di cartelle esattoriali esecutive già avviate e non pagate e i limiti fissati per il pignoramento del Tfs e del Tfr sono nella misura del 20% della liquidazione, cioè di un quinto.
Altra recente importante sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che, se un contratto bancario prevede clausole vessatorie e abusive, il debitore può opporsi al pignoramento immobiliare anche se non ha agito tempestivamente in passato lasciando scadere i termini e facendo diventare il decreto ingiuntivo definitivo.
Per attuare la sentenza della Cassazione, però, è necessario che sussistano le seguenti condizioni: