Pagamenti dello Stato a cittadini, partite ive e aziende, nuova sentenza rivoluzionaria Corte Ue

di Marianna Quatraro pubblicato il
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L’Italia condannata ancora dalla Corte europea dei diritti dell’uomo: cosa è accaduto, violazioni e nuovi obblighi per il Paese

Cosa prevede la nuova sentenza della Corte europea sui pagamenti dello Stato a cittadini, aziende e liberi professionisti? La Corte europea dei diritti dell’uomo si è recentemente espressa con una rivoluzionaria sentenza nei confronti del governo italiano su pagamenti e debiti della Pubblica amministrazione, con un pronunciamento che sembra mettere in difficoltà lo Stato. 

  • Nuova rivoluzionaria sentenza della Corte Europea su pagamenti dello Stato cosa prevede
  • Le conseguenze della nuova sentenza della Corte europea contro governo italiano

Nuova rivoluzionaria sentenza della Corte Europea su pagamenti dello Stato cosa prevede

Stando a quanto riportano le ultime notizie, la Corte europea per i diritti dell’uomo si è espressa contro il governo italiano ritenendo una ingiustizia, che arriva addirittura a ledere i diritti umani, non effettuare i dovuti pagamenti ad aziende, liberi professionisti ma anche cittadini, si pensi ai casi di rimborsi che arrivano in ritardo, tanto da condannare il Paese a risarcimenti.

Secondo le leggi in vigore, le pubbliche amministrazioni hanno il dovere di pagare le proprie fatture entro 30 giorni dalla data del ricevimento, ad eccezione degli enti del servizio sanitario nazionale, per cui il termine massimo è di 60 giorni. Si tratta, però, di una direttiva europea che l’Italia non segue da anni, tanto che già nel 2020 era stata condannato dalla Corte di Giustizia europea per i ritardi sulla base di dati aggiornati al 2017.

Ora la nuova sentenza risulta tanto importante quanto ‘pericolosa’ perché mette in difficoltà lo Stato italiano che ora deve procedere a risarcire aziende e cittadini, con la necessità di impiego di molte risorse economiche che, però, non sarebbero disponibili a tutto discapito degli investimenti che si pensava di fare con i prossimi provvedimenti. 

Si tratta, infatti, di procedere alla liquidazione di crediti nei confronti di aziende calabresi, che ammontano a circa 3 milioni di euro, ma che potrebbero aumentare, perché nei prossimi mesi la stessa Corte europea dei diritti dell’uomo si pronuncerà anche su altre decine di ricorsi presentati da Crotone e da altre diverse imprese situate sia in Calabria, che in Campania e Sicilia.

Le conseguenze della nuova sentenza della Corte europea contro governo italiano

Le conseguenze della sentenza della Corte Ue sono decisamente pesanti, soprattutto all’indomani della presentazione del nuovo Def 2023, Documento di economia e finanza che anticipa le misure che saranno contenute nella prossima Manovra finanziaria 2024 e all’insegna della spendig rewiev nonché con previsioni ‘positive’ su andamento di pil e deficit.

Per effetto della sentenza della Corte europea, il ministero dell’Economia ha dovuto iniziare a risarcire i danni morali ad alcune imprese e aziende che vantano crediti nei confronti di Province, Comuni in dissesto, Aziende sanitarie locali e società controllate dagli stessi enti pubblici.

E se il Governo Meloni non dovesse pagare i debiti dovuti, la relativa documentazione sarà inviata al comitato dei ministri presso il Consiglio d’Europa, l’organismo internazionale che monitora l’esecuzione di quanto deciso dalla Corte di Strasburgo.