Partita Iva, nuove regole e modifiche già ufficiali e cosa potrebbe ancora cambiare nel 2023

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Come sono già cambiate le regole per Partite Iva e come potrebbero cambiare ancora: cosa prevedono norme e modifiche attuali

Dopo l’approvazione delle novità per Partite Iva nel 2022, potrebbero cambiare ancora le regole per lavoratori autonomi e professionisti. Il governo Draghi stava lavorando alla definizione di una nuova riforma fiscale con novità anche per titolari di Partita Iva ma le prossime elezioni del 25 settembre potrebbero cambiare ancora tutto e far cadere ogni novità a cui si lavorava. Vediamo quali sono le modifiche ufficiali e le possibili modifiche che nel 2023 potrebbero cambiare ancora le Partite Iva.

  • Partita Iva e nuove regole 2022 ufficiali già approvate
  • Partita Iva 2023 cosa potrebbe cambiare ancora

Partite Iva e nuove regole 2022 ufficiali già approvate

Quest’anno sono già state approvate alcune importanti novità fiscali per lavoratori autonomi e professionisti con Partita Iva, a partire dall’obbligo di emettere fattura elettronica anche per titolari di Partita Iva Iva forfettaria con guadagni dai 25mila euro in su.

Ancora esonerati da tale obbligo i titolari di partita Iva forfettaria con guadagni inferiori ai 25mila euro e per altri due anni, vale a dire fino al 2024. La fattura elettronica per forfettari è diventata obbligatoria dal primo luglio e per l’emissione della nuova fattura elettronica si può procedere in piena autonomia da soli o tramite servizio dell’Agenzia delle Entrate o scaricando appositi software offerti da diversi servizi, ma anche rivolgendosi a commercialisti.

Per i titolati di partita iva forfettaria con obbligo di emissione di fattura elettronica, la fattura deve essere emessa entro il mese successivo a quello in cui avviene l’operazione, mentre di solito l’emissione della fattura avviene entro 12 giorni dal momento in cui si conclude l’operazione. La scadenza fissata di emissione delle fatture elettroniche deve essere rispettata dal momento in cui è scattato l’obbligo, cioè luglio, e fino al 30 settembre.

Dal primo ottobre, poi, i titolari di partita Iva forfettaria dovranno emettere la fattura entro:

  • 12 giorni in caso di fattura immediata;
  • entro il 15 del mese successivo in caso di fatture differite.
Ulteriori modifiche per partita Iva forfettaria riguardano i due anni di transizione per il passaggio dal regime fiscale agevolato al regime fiscale ordinario.

Oggi, infatti, rientrano nel regime fiscale agevolato forfettario con aliquota unica al 15% coloro che hanno ricavi entro i 65mila euro e chi supera tale soglia passa subito al regime ordinario. Le modifiche per partita Iva forfettaria hanno previsto per chi supera la soglia dei ricavi dei 65mila euro un periodo di transizione di due anni prima di passare effettivamente al regime fiscale ordinario. 

Se, cioè si supera la soglia dei 65mila euro, si può rimanere per ulteriori due anni nel regime forfettario prima di passare nel regime ordinario, ma solo se si rientra entro una ulteriore determinata soglia. Si parlava di  85mila euro poi da alzare a 100mila euro ma nulla è stato deciso in merito ancora.

Per titolari di Partita Iva è già scattato un altro obbligo esteso a tutti, vale a dire quello di dotarsi del Pos per pagamenti con carte. Dallo scorso 30 giugno, chi non accetta pagamenti elettronici con Pos subirà una sanzione di 30 euro più un aumento del 4% del valore dell’operazione rifiutata.

L’obbligo di avere il Pos vale per:

  • commercianti e artigiani;
  • titolari di attività di ristorazione;
  • professionisti che esercitano in proprio e hanno un rapporto diretto con il cliente (ad esempio: avvocati, notai, commercialisti, medici);
  • tassisti;
  • venditori ambulanti;
  • attività ricettive come hotel e B&B;
  • agriturismi.

Partita Iva 2023 cosa potrebbe cambiare ancora

Al di la delle nuove regole ufficiali per il 2023 per Partita iva come la fatturazione elettronica obbligatoria anche per chi ha partita Iva fortettaria e obbligo di avere il Pos, la riforma fiscale su cui stava lavorando il governo Draghi, con alcune misure già avviate, prevedeva, tra le altre novità per Partite Iva soprattutto in riferimento a: 
  • aumentare la soglia di ricavi da 65mila a 100mila per il passaggio dal regime fiscale forfettario al 15% al regime fiscale ordinario;
  • prevedere due anni di transizione per il passaggio da uno all’altro regime non il passaggio immediato al superamento della soglia di reddito stabilito;
  • modifiche per aliquote di pagamento di tasse e acconti, con la definizione di nuovo metodo di calcolo di acconti per il versamento dell’Irpef, mantenendo l'attuale sistema di calcolo del saldo e degli acconti anche previsionale ma insieme ad una progressiva mensilizzazione del pagamento sia degli acconti e sia del saldo, dando ai contribuenti la possibilità di effettuare i pagamenti degli acconti in più rate mensili.
Tali modifiche, seppur definite, potrebbero essere bloccate dal nuovo governo o portate avanti nell’ambito di una riforma fiscale 2023 di più ampio respiro e che sembra essere comunque necessaria a prescindere da caduta del governo Draghi e vincitori di elezioni.