Senza rifinanziamento governo bonus 600 euro limitato
Il Fondo di ultima istanza non basta per tutti i lavoratori con partita Iva e la sola speranza è rappresentata da un futuro rifinanziamento da parte del governo, tutt'altro che scontato.
Il bonus di 600 euro per l'emergenza coronavirus che ha paralizzato l'attività economica non spetta a tutti i professionisti ovvero ai lavoratori con partita Iva iscritti alla gestione separata delle rispettive casse di previdenza.
Anzi, alle condizioni attuali, a riceverlo saranno ben meno di 1 su 2. Tra geometri liberi professionisti, ragionieri, forestali e agronomi, geologi, agrotecnici e periti agrari, dottori commercialisti agenti, assistenti sanitari e vigilatrici d'infanzia, chimici, rappresentanti di commercio, giornalisti, periti commerciali, attuari, la lista degli interessati è molto lunga, ma non tutti saranno accontentati.
E la ragione è molto semplice: l'assenza di una copertura economica sufficiente per rispondere a tutte le richieste.
Il Fondo di ultima istanza non basta per tutti e la sola speranza è rappresentata da un futuro rifinanziamento da parte del governo, tutt'altro che scontato. Punto di partenza sono le norme approvate che, a differenza di quanto previsto con l'Inps, tiene conto delle fasce di reddito e del fatturato. Vediamo quindi
Il decreto Cura Italia prevede l'erogazione di 600 euro alle partite Iva con reddito fino a 35.000 euro e tra 35.000 e 50.000 euro con attività limitata per via dell'emergenza sanitaria e con calo del fatturato del 33% nel primo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Ad aver elaborato una interessante elaborazione dei potenziali beneficiari del reddito di ultima istanza e la percentuale sul totale degli iscritti è stato il quotidiano economico-finanziaio Il Sole 24 Ore perché fotografa in maniera completa la situazione reale le difficoltà.
I redditi riportati, sulla base dei dati forniti dalle singole casse previdenziali, sono quelli professionali.
Il rapporto tra totale degli iscritti, compresi i pensionati attivi, e potenziali beneficiari non tiene conto degli iscritti a Inarcassa ovvero la cassa di architetti e ingegneri mentre per Inpgi 2, la cassa dei giornalisti, sono riportati gli attivi.
È tutta una questione di soldi perché senza il rifinanziamento, non tutte le esigenze delle partite Iva saranno soddisfatte.
E non bastano i paletti già previsti ovvero l'incompatibilità tra reddito di ultima istanza al professionista che beneficia del reddito di cittadinanza o di altre provvidenze o sostegni del decreto Cura Italia come la cassa integrazione o il bonus Inps.
E né l'avere escluso i pensionati, compresi quelli attivi e quelli di invalidità, dal reddito di ultima istanza.