Partita Iva forfettaria 2022, fatturazione elettronica obbligatoria o no
Non c'è anno che passi senza che il governo non modifichi le disposizioni sulle partite Iva. Ed è così anche questa volta con effetti dal 2022.
Più precisamente, a essere coinvolte dai cambiamenti solo le partite Iva forfettarie ovvero quelle che godono di un regime agevolato in termini di tassazione in cambio dell'accettazione di una serie di limiti a livello fiscale.
Al termine di un tira e molla politico e mediatico, l'esecutivo ha deciso di apportare diverse novità con la legge di Bilancio da approvare entro la fine dell'anno e quindi con l'entrata in vigore già dal primo gennaio 2022. Rispetto ad alcuni punti ha deciso di fare un passo indietro mentre su altre questioni chiave è andata fino in fondo.
Nel mezzo ci sono altri passaggi delicati come la fatturazione elettronica, rispetto a cui la strada scelta è stata quella del compromesso. Analizziamo quindi
Nel 2022 sono però state esonerate da questo adempimento fiscale le partite Iva con regime forfettario. Nella prima bozza della legge di Bilancio era stato previsto l'obbligo per tutti, ma la versione destinata a vedere la luce è invece un compromesso e rende la fatturazione elettronica facoltativa.
Ma chi lo fa, riceve un premio: la riduzione da 5 a 4 anni dei tempi a disposizione dell'Agenzia delle entrate per presentare un avviso di accertamento.
Ma se questo della fatturazione elettronica è solo un provvedimento facoltativo, ci sono anche provvedimenti strutturali ovvero obbligatori per tutti i lavoratori autonomi che decidono di aprire una partita Iva forfettaria 2022.
In prima battuta si segnala una conferma ovvero il mantenimento del tetto di 65.000 euro per aderire a questo regime che prevede una tassazione più leggera rispetto a quella applicata dalle partite Iva ordinarie.
Più nello specifico, la sola aliquota in vigore è del 15% sui ricavi e guadagni dell'anno precedente, purché non maggiore di 65.000 euro. Oltre questa soglia si entra in automatico nel regime ordinario.
Ma se questa è appunto la misura confermata dello scorso anno, ci sono anche numerose altre novità che sono di tipo restrittivo ovvero sono un po' meno convenienti.
Sono in particolare due le disposizioni da segnalare, assenti lo scorso anno ma che limitano il margine di manovra delle partita Iva forfettaria 2022. Innanzitutto l'esecutivo ha fissato il limite di reddito da lavoro dipendente di 30.000 euro.
Chi ha un contratto a tempo determinato o indeterminato e percepisce un reddito annuale maggiore di questa cifra non può accedere al regime forfettario. In seconda battuta, il governo ha previsto una seconda soglia per compensi a collaboratori e lo ha fissato a 20.000 euro.
In pratica tutti i lavoratori autonomi che si fanno affiancare da qualcuno devono stare attenti ai compensi erogati per non farsi espellere (o per non accedere) alla partita Iva forfettaria 2022. Confermata quindi l'impossibilità di detrarre le spese per l'esercizio della propria attività. Proprio questa è una delle principali differenze con le partite Iva ordinarie.