Partite ive, le dimenticate della delega fiscale approvata (ma qualcosa si farà) rispetto stipendi e pensioni

di Marianna Quatraro pubblicato il
Partite ive, le dimenticate della delega

Ancora una volta le partite Iva sono le grandi dimenticate dalla delega fiscale: tra misure e aumenti per tutti mancano novità per autonomi e professionisti

Sono diverse le misure contenute della delega fiscale approvata dal governo, da revisione delle aliquote Irpef, a modifiche per le detrazioni, ritenute d’acconto per i lavoratori autonomi, rateizzazione del pagamento degli acconti, possibilità di estendere il regime della cedolare secca per i redditi dei fabbricati anche alle locazioni di immobili adibiti a uso diverso da quello abitativo dove il conduttore sia un esercente, un'attività d'impresa, arte o una professione, e non solo ma sembra che le Partite Iva siano (ancora una volta) le grandi dimenticate della delega fiscale rispetto a quanto fatto per dipendenti e pensionati.

  • Partite Iva e nessuna misura dedicata in delega fiscale eccetto una
  • Decreto Partite Iva e misure possibili

Partite Iva e nessuna misura dedicata in delega fiscale eccetto una

La delega fiscale non prevede alcuna particolare misura per titolari di Partita Iva che vengono solo citate, per una possibile ulteriore estensione della flat tax, con aumento dei redditi da 85mila a 100mila euro. Solo una misura concreta della delega fiscale riguarda chi ha la partita Iva e si tratta del concordato preventivo biennale.

Il nuovo concordato fiscale preventivo biennale è un nuovo sistema che permetterà a specifiche categorie di persone di pagare tasse in misura fissa e bassa. Il concordato preventivo biennale della nuova delega fiscale permette, infatti, di calcolare la base imponibile su cui pagare le tasse in misura fissa per due anni, per cui ogni contribuente potrà sapere quante tasse pagare nei successivi due anni anche se avrà guadagni superiori al previsto.

Il nuovo concordato preventivo biennale potrà scattare per:

  • titolari di reddito di impresa, piccole e medie imprese, e lavoratori autonomi; 
  • professionisti con Partita Iva e con un fatturato non particolarmente alto; 
  • coloro che hanno buoni voti in ‘pagella’ fiscale, cioè chi ha un voto alto negli Isa, indicatori sintetici di affidabilità che hanno sostituito i vecchi studi di settore, di almeno 8 su 10.
Se è vero che le Partite Iva sono sempre le dimenticate dei grandi provvedimenti dei governo, ora, qualcosa a livello di welfare si potrebbe ancora fare, magari riprendendo il decreto dedicato di cui si parlava fino a qualche tempo fa.

Decreto Partite Iva e misure possibili

Per Partite Iva si parlava di apposito decreto che avrebbe dovuto contenere diverse misure ad hoc, come nuovi aiuti in caso di crisi o malattia a lavoro per lavoratori autonomi e professionisti, che oggi non sono garantiti.

Ulteriori aiuti per lavoratori con Partita Iva e liberi professionisti potrebbero riguardare la disoccupazione, prevista oggi per lavoratori dipendenti che restano senza lavoro ma non per titolari di Partita Iva, e che potrebbe essere definita sulla scia di quanto già fatto lo scorso anno con la Iscro, Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa, valida solo per i liberi professionisti iscritti alla Gestione separata dell'Inps in difficoltà economica, con reddito dichiarato nell’anno precedente alla presentazione della domanda entro gli 8.145 euro.