Cosa prevede il nuovo concordato fiscale in tema di pagamento di tasse e per chi vale insieme a nuova revisione Irpef: chiarimenti
Per chi e come scatteranno tasse fisse con concordato fiscale, ancora più vantaggioso della modifica Irpef in riforma fiscale? E' stata approvata in via definitiva dalla Camera e per cui si attendono ora singoli decreti attuativi o un unico grande decreto (per cui il governo ha al massimo due anni di tempo) per l'attuazione ufficiale delle misure.
Tra le diverse misure pensate a sostegno dei contribuenti e dei lavoratori non c’è solo l’importante revisione delle aliquote Irpef ma anche il cosiddetto nuovo concordato fiscale. Vediamo di cosa si tratta e per chi può scattare.
Per chi e come scatteranno tasse fisse con concordato fiscale
Concordato fiscale forse più vantaggioso di modifica Irpef in riforma fiscale
Per chi e come scatteranno tasse fisse con concordato fiscale
Il concordato fiscale preventivo biennale è il nuovo sistema messo a punto dal governo che permetterà a specifiche categorie di persone di pagare tasse in misura fissa e bassa.
Il concordato preventivo biennale prevede, infatti, la possibilità di calcolare la base imponibile su cui pagare le tasse in misura fissa per due anni, per cui ogni contribuente potrà sapere quante tasse pagare nei successivi due anni anche se avrà guadagni superiori al previsto.
Secondo quanto stabilito, il nuovo concordato preventivo biennale potrà scattare per:
titolari di reddito di impresa, piccole e medie imprese, e lavoratori autonomi;
professionisti con Partita Iva e con un fatturato non particolarmente alto;
coloro che hanno buoni voti in ‘pagella’ fiscale, cioè chi ha un voto alto negli Isa, indicatori sintetici di affidabilità che hanno sostituito i vecchi studi di settore, di almeno 8 su 10.
Aderendo al nuovo concordato fiscale, il contribuente potrà sapere in anticipo gli importi delle imposte da versare al Fisco e anche più basse rispetto all'efffettivo importo dovuto, e organizzare di conseguenza la propria attività di impresa e, se i guadagni dovessero crescere rispetto a quanto concordato da pagare di tasse per due anni, al contribuente non sarà chiesto alcun conguaglio al termine di due anni di concordato.
Al momento non è ancora noto come si potrà aderire al nuovo concordato fiscale non essendo ancora stata approvata ufficialmente la nuova riforma fiscale, per cui si attendono ulteriori novità e i decreti legislativi che definiranno i criteri generali e i requisiti richiesti per l’accesso alla misura.
Concordato fiscale forse più vantaggioso di modifica Irpef in riforma fiscale
Il concordato fiscale come appena spiegato potrebbe in molti casi risultare decisamente più vantaggioso rispetto alla modifica dell’Irpef annunciata dal governo per la revisione della tassazione sui redditi, anche se ancora non si sa come saranno modificate le attuali aliquote.
Ciò che per certo si sa è che il governo vuole ridurre le attuali aliquote Irpef, portandole da quattro a tre ma diverse sono ancora le ipotesi di modifica allo studio.
Partendo dalle aliquote Irpef attualmente in vigore, sono le seguenti:
del 23% per redditi fino a 15.000 euro;
del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro;
del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro;
del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
La prima ipotesi di revisione Irpef in base agli scaglioni di reddito prevederebbe le possibili nuove seguenti aliquote:
del 23% per chi ha redditi fino a 15mila euro;
del 27% per chi ha redditi tra 15mila-50mila euro;
del 43% per chi ha redditi superiori ai 50mila euro.
Con queste nuove aliquote Irpef, chi ha redditi annui tra 28mila euro e 50mila euro sarebbe avvantaggiato perché l’aliquota di tassazione scenderebbe dal 35% al 27%, mentre sarebbero penalizzati coloro che hanno redditi annui sui 25mila euro.
Altra ipotesi di revisione Irpef potrebbe prevedere le seguenti aliquote:
al 23% per redditi fino a 28.000 euro;
al 33% per redditi tra 28mila e 50mila euro;
al 43% per redditi oltre i 50mila euro.
Con questa modifica Irpef, tutte le fasce di reddito sarebbero avvantaggiate, perchè tutti pagherebbero meno tasse.
Ulteriore ipotesi di revisione Irpef potrebbe prevedere le seguenti nuove aliquote:
del 23% per i redditi sotto i 15 mila euro;
del 27% per i redditi tra 15 mila e 75 mila euro;
del 43% per i redditi oltre i 75 mila euro.
Con questa modifica dell’Irpef, chi ha redditi più bassi tra i 15mila e i 28mila euro sarebbe paradossalmente penalizzato da un aumento delle tasse, mentre, al contrario, chi ha redditi più alti tra 50mila e 75mila euro sarebbe avvantaggiato.
Ultime ipotesi di revisione Irpef potrebbe prevedere le seguenti aliquote:
aliquota del 23% per redditi da 8.500 euro e fino a 28mila euro;
aliquota del 35% per redditi da 28.001 euro a 50mila euro;
aliquota del 43% per redditi oltre i 50mila euro.
In questo caso, ci guadagnerebbero coloro che percepiscono redditi tra i 15mila e i circa 30mila euro ma anche chi percepisce redditi più alti. E’, però, possibile, come anticipato qualche settimana dalla stessa premier Meloni, che in ogni ipotesi di modifica, possa essere rivista anche la prima aliquota del 23% per redditi più bassi, abbassandola ancora in modo da sostenere proprio chi percepisce meno e ha di certo meno bisogno di avere un pesante carico fiscale.