Cosa prevedono le nuove regole per pignoramenti più facili e veloci e da quando saranno in vigore: cosa prevedono ultime notizie
Per chi e da quando scattano le nuove regole più severe e veloci per pignoramento casa, conti correnti, soldi e altri beni? Si va verso modifiche e cambiamenti per i pignoramenti che, stando a quanto riportano le ultime notizie, diventeranno più veloci. Non più, dunque, anni per arrivare al provvedimento di prelievo o espropriazione forzata ma molto meno. Vediamo quali sono i tempi in cui dovrebbero entrare in vigore le novità relative al pignoramento.
Per i pignoramenti nella nuova riforma del Fisco si profila una possibile stretta sui pagamenti e una riduzione dei tempi di riscossione. Tra gli obiettivi fissati dalla riforma fiscale ci sarebbe anche la costituzione di un nuovo rapporto tra Agenzia delle Entrate ed enti di controllo per rendere più capillari i controlli anti-evasione, basati su dialogo ma anche su velocizzazione delle procedure di riscossione, pagamento o pignoramento.
Se, dunque, da una parte, si punta a maggiori aperture nei confronti dei contribuenti debitori per permettere loro di regolarizzare i dovuti pagamenti, dall’altro si accorciano i tempi per pignoramenti di casa, conti correnti, soldi e altri beni per effetto di controlli più serrati e procedure più snelle volte al recupero di debiti senza rischiare prescrizioni e, quindi, mancate entrate per lo Stato.
Precisiamo che le nuove regole più semplici e veloci per il pignoramento di casa, conti correnti, soldi e altri beni entreranno in vigore per provvedimenti da avviare ancora, mentre per eventuali procedimenti già in corso o che stanno per scattare, a meno di deroghe, non dovrebbe cambiar nulla e dovrebbero essere seguite le procedure già in vigore ora.
Nell’attesa di capire cosa cambierà effettivamente per i pignoramenti di casa, conti correnti, soldi e altri beni e da quando ufficialmente, negli ultimi mesi sono già diverse le novità al via per i pignoramenti, a partire dal pignoramento presso terzi.
Dalla scorsa estate, per le procedure di pignoramento presso terzi sono in vigore novità che prevedono innanzitutto che gli adempimenti siano a carico del difensore del creditore e che la notifica dell'avvenuta iscrizione a ruolo sia inviata al debitore esecutato che al terzo pignorato.
Nel caso del pignoramento presso terzi, l’avvio del procedimento deve essere notificato al debitore iniziale del titolo esecutivo e dell’atto di precetto e la notifica può essere effettuata dall’avvocato anche a mezzo Pec, posta elettronica certificata, o tramite ufficiale giudiziario.
Dopodicchè la prova dell’avvenuta notifica deve essere depositata nel fascicolo della procedura esecutiva entro la data dell’udienza di comparizione riportata nell’atto di pignoramento presso terzi.
Precisiamo che il pignoramento versi terzi che viene notificato al debitore iniziale del titolo esecutivo e dell’atto di precetto e ha competenza diversa: per il pignoramento di beni mobili presso terzi, infatti, la competenza è del giudice (dunque il Tribunale) del luogo in cui si trovano i beni, mentre per il pignoramento di crediti la competenza è del giudice (quindi il Tribunale) del luogo in cui il debitore ha la residenza, il domicilio, la dimora o la sede.
L’unica eccezione in tal senso è rappresentata dal caso in cui il debitore è una pubblica amministrazione: in tal caso, infatti, la competenza è del Tribunale del luogo in cui il terzo ha la residenza, il domicilio, la dimora o la sede.
Ulteriori novità già approvate sul pignoramento riguardano anche i nuovi limiti fissati per il pignoramento di stipendi, soldi, conto correnti casa e altri beni, aggiornati ogni anno perché variano e dipendono dall’importo dell’assegno sociale soggetto a rivalutazione.
Per la rivalutazione 2023, il nuovo importo dell’assegno sociale è di 503,27 euro al mese per 13 mensilità e, considerando che per legge non si può pignorare il minimo vitale, pari appunto al doppio dell’assegno sociale e non può mai essere inferiore a mille euro, il minimo vitale impignorabile per il 2023 è di 1.006,54 euro.
Lo stipendio si può, dunque, pignorare, ma solo secondo i limiti previsti dalla legge sia presso il datore di lavoro e sia sul conto corrente dove viene accreditato. In particolare, si può pignorare lo stipendio presso il datore di lavoro solo nel limite di un quinto e se il creditore è Agenzia Entrate Riscossione i limiti per il pignoramento dello stipendio sono i seguenti:
Passando alla casa, resta valida la regola dell’impignorabilità della prima casa ma solo da parte del Fisco. Resta il fatto che creditori private, come banche, o finanziarie, possono pignorare anche la prima casa come luogo di residenza adibita ad abitazione principale e, secondo quanto stabilito da una recente sentenza della Cassazione, il termine di efficacia del pignoramento immobiliare decorre dal momento di perfezionamento della sua notifica.