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Si torna a pagare i propri debiti con le cambiali: cosa prevede questo sistema di pagamento e le altre possibilità in vigore per saldare debiti
Sono milioni i cittadini italiani indebitati con il Fisco e per cui sono in vigore possibilità di pagamento dei propri debiti in maniera agevolata per la regolarizzazione delle proprie posizioni fiscali. Ed è tornata la possibilità di ricorrere alle cambiali per chi ha debiti troppo alti insieme ad altri 4 sistemi e sanatorie interessanti già in vigore.
Per ottenere, infatti, i prestiti cambializzati non sono previste verifiche da parte della finanziaria della precedente situazione debitoria del richiedente, perché appunto garantiti da cambiali.
Per il rimborso del prestito cambializzato, il beneficiario del finanziamento riceve dalla banca l’avviso di pagamento dieci giorni prima della scadenza e deve recarsi entro tale data presso l’istituto per provvedere al saldo della rata dovuta.
Si tratta di un sistema di pagamento che permette ai debitori di effettuare il pagamento del proprio debito a rate fissate, rispettando la scadenza indicata sul titolo, che è mensile. Se il termine di pagamento di una cambiale cade di domenica o in un giorno festivo, si deve procedere al pagamento il primo giorno feriale successivo.
La cambiale non è considerata un titolo esecutivo valido se riporta l’indicazione sulla scadenza del pagamento quali Pagherò quando ne avrò disponibilità.
La possibilità di pagare i propri debiti con nuove cambiali si affianca ad altri sistemi e sanatorie per saldare i debiti con il Fisco. Quattro in particolare sono sistemi e sanatorie in vigore che permettono a chiunque abbia debiti con il Fisco di regolarizzare la propria posizione.
Il primo sistema è certamente la nuova rottamazione 2023, i cui termini per aderirvi sono stati prorogati dal 30 aprile al 30 giugno, per condono totale di cartelle multe fino a mille euro ricevute tra il 2000 e il 2015 e pagamenti ridotti per chi ha debiti superiori ai mille euro.
In tal caso, è previsto il pagamento dell’importo inizialmente dovuto della cartella ma senza calcoli di interessi di mora, somme aggiuntive e somme maturate a titolo di aggio. Per aderire a questo piano di pagamento agevolato di cartelle e multe, il contribuente deve presentare apposita istanza online e spetta all’Agenzia delle Entrate accettare l’istanza o respingerla.
L’Agenzia delle Entrate Riscossione, al momento della risposta al contribuente, comunica anche l’importo del debito, in quante saldare il debito e come pagarle, secondo date ben precise.
Chi decide, infatti, di regolarizzare la propria posizione con la nuova rottamazione 2023 può saldare il debito in un’unica soluzione (entro il 31 luglio 2023) o a rate. In tal caso è previsto un pagamento in massimo 18 rate e fino a 5 anni.
In tal caso, le prime due rate devono essere pari al 10% delle somme dovute e si devono pagare il 31 luglio 2023 e il 30 novembre 2023, mentre le date successive da rispettare per il piano di pagamento a rate (16 mancanti) dal 2024 sono le seguenti:
Tra le sanatorie in vigore per pagare i propri debiti con il Fisco c’è quella che permette di pagare 200 euro in misura fissa a tutti coloro che hanno ricevuto cartelle per debiti con il Fisco ma solo ai contribuenti che ricevono avvisi o cartelle per violazioni formali, per esempio per irregolarità formali relative a imposte sui redditi, Iva e Irap commesse fino al 31 ottobre 2022.
La sanatoria con pagamento forfettario di 200 euro vale solo nel caso di irregolarità, infrazioni e inosservanze di obblighi o adempimenti, di natura formale, al 31 ottobre, che non incidono sulla determinazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi, dell'Iva e dell'Irap e sul pagamento di queste stesse imposte.
Altra sanatoria in vigore è quella che permette di pagare gli avvisi bonari ricevuti per imposte, contributi previdenziali contestati dal Fisco, con sanzioni ridotte calcolate al 3% invece che del 10% e con interessi al 3,5%.
La sanatoria 2023 con sanzioni al 3% invece che al 10% vale solo per gli avvisi bonari per cui non è scaduto il termine di pagamento relativi ai periodi d’imposta in corso al: 31 dicembre 2019, al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2021, per cui la definizione agevolata vale per le dichiarazioni presentate nel 2020, 2021 e 2022 e sia per le imposte dirette sui redditi e sia per l’Iva.
Infine, è previsto anche un sistema di pace fiscale per controversie tributarie pendenti al primo gennaio 2023, che interessa tutti i giudizi. In particolare, per i giudizi in primo grado, è previsto il pagamento del 90% delle imposte, mentre per il secondo grado di giudizio, è previsto il pagamento del 40% delle imposte, se la sentenza di primo grado è stata favorevole al contribuente, e se anche la sentenza di secondo grado è stata favorevole al contribuente si paga solo il 15% delle imposte, mentre se davanti alla Cassazione il contribuente ha sempre vinto, si paga il 5%;