Pignoramenti, più facile trovare conti correnti, case e beni da bloccare ma anche nuovi sistemi per difendersi

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Quali sono i sistemi che permettono di evitare e difendersi da provvedimenti di pignoramenti di conti correnti, case e beni

Perché e come diventa più facile trovare conti correnti, case e beni da pignorare e quali sono i nuovi sistemi per difendersi al via ora? Quando non si pagano debiti o ripetuti solleciti di pagamenti di cartelle esattoriali, si rischia che scatti il pignoramento dei beni, procedura di esecuzione forzata volta al recupero di debiti.

  • Come e perché diventa più facile trovare conti correnti, case e beni da pignorare
  • Nuovi sistema al via per difendersi da pignoramenti di conti correnti, case e beni 

Come e perché diventa più facile trovare conti correnti, case e beni da pignorare

I pignoramenti su conti correnti, case e altri beni da bloccare cambiano dopo l’approvazione della riforma Cartabia, diventando più semplice in alcuni casi. 

Stando a quanto stabilito, infatti, il creditore per cercare i beni da aggredire deve presentare formale istanza all'ufficiale giudiziario per individuarli nelle banche dati fiscali e previdenziali.

Il nuovo sistema di pignoramento di conti correnti, case e altri beni, nato da un accordo tra ministro della Giustizia e Agenzia delle Entrate, permette agli ufficiali giudiziari di accesso alle banche dati dell’amministrazione finanziaria per cercare telematicamente i beni da pignorare, sia che si tratti di conti correnti e sia che si tratti di beni materiali, su richiesta di un creditore o per sottoporre il bene a procedura concorsuale su richiesta del curatore. 


 
Nuovi sistemi al via per difendersi da pignoramenti di conti correnti, case e beni 

Se diventa più facile riuscire a trovare conti correnti, case e altri beni da pignorare, altrettanto più facile e in diversi modi è possibile evitare che scatti proprio la procedura di pignoramento dei beni. Innanzitutto, come ben noto, il pignoramento di conti, case e beni non scatta immediatamente non appena un soggetto non effettua il pagamento di un debito dovuto.

Se, infatti, non si paga una rata sola di un debito non si pone alcun problema né scatta alcuna sanzione se si provvede al pagamento, anche in ritardo, della rata saltata entro un limite di 30 giorni. Se il debitore paga pur in ritardo la rata saltata non corre alcun rischio e non va incontro a nessuna conseguenza. 

Se, per esempio, si chiede un prestito e il pagamento mensile della rata è fissata per il primo giorno di ogni mese ma si paga puntualmente ogni 15 del mese, quando cioè il debitore percepisce lo stipendio, non si corre alcun rischio. L’importante è pagare la rata stabilita entro 30 giorni dal termine di scadenza del pagamento della rata stabilito nel contratto di finanziamento. 

Se il ritardo del pagamento della rata di un debito è superiore 30 giorni e inferiore a 180 giorni, ugualmente non si corre alcun rischio di pignoramento, a condizione che si tratti di un ritardo che si verifichi meno di sei volte durante tutto il periodo del finanziamento ma in tal caso si applica una sanzione alla rata dovuta. Se, infatti, questo ritardo avviene più di sei volte, la finanziaria che ha concesso il prestito può revocare il prestito e chiedere la restituzione anticipata del denaro.

Se il ritardo del pagamento di una rata avviene dopo 180 giorni dalla data di scadenza prevista, allora scatta l’inadempimento e la finanziaria può rivolgersi al giudice di competenza per un decreto ingiuntivo.

Se il debitore provvede subito al pagamento di quanto dovuto, allora tutto si regolarizza e non si corre alcun altro rischio, ma se il debitore continua a non pagare nonostante inviti a saldare la propria posizione, decreto ingiuntivo e successivo atto di precetto, scatta il vero e propri pignoramento per recuperare i soldi dovuti dal debitore.

Se, dunque, pur in ritardo, si paga comunque un debito contratto non pagato nei tempi stabiliti, il pignoramento di soldi, case o altri beni non scatta mai ma quest’anno sono in vigore diversi altri sistemi che permettono di evitare che scatti il pignoramento di beni, da piani di rateizzazione dei debiti che possono essere allungati fino a 72 rate, alla nuova rottamazione 2023 che permette di ottenere la totale cancellazione di un debito fino a mille euro e di pagare in maniera agevolata e ridotta debiti di importi superiori per cartelle e multe dal 2000 al 2022 (i cui termini di adesione sono però scaduti il 30 giugno), ma non solo. 

Se si sono contratti debiti per cui si ricevono cartelle esattoriali di specifiche tipologie si può saldare il proprio debito ed evitare pignoramento di conti correnti, case e altri beni pagando solo 200 euro in misura fissa, o in due rate o in un’unica soluzione.

Si tratta, però, di una possibilità valida solo per contribuenti che ricevono avvisi o cartelle per violazioni formali, per esempio per irregolarità formali relative a imposte sui redditi, Iva e Irap commesse fino al 31 ottobre 2022.

Si possono regolarizzare con il pagamento dei 200 euro le seguenti irregolarità formali:

  • omessa comunicazione della proroga o della risoluzione del contratto di locazione soggetto a cedolare secca; 
  • invio tardivo di fatture e corrispettivi;
  • invio in ritardo della comunicazione Iva, o altre comunicazioni tardive;
  • trasmissione irregolare di corrispettivi; 
In questi casi, basta versare una somma pari a 200 euro per ogni periodo d’imposta cui si riferiscono le violazioni e rimuovere le irregolarità od omissioni. I termini di pagamento sono stati prorogati dal 31 marzo al 31 ottobre 2023 per regolarizzare violazioni di natura formale commesse fino al 31 ottobre 2022 e per chi decide di pagare in due rate la seconda resta fissata al la seconda entro il 31 marzo 2024.

Altra possibilità di evitare il pignoramento di conti correnti, case e altri beni è quella di permettere di pagare gli avvisi bonari ricevuti per imposte, contributi previdenziali contestati dal Fisco, con interessi e somme aggiuntive in maniera ridotta, calcolate al 3% invece che del 10% e con interessi al 3,5%.

La sanatoria 2023 con sanzioni al 3% invece che al 10% vale solo per gli avvisi bonari per cui non è scaduto il termine di pagamento relativi ai periodi d’imposta in corso al: 31 dicembre 2019, al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2021, per cui la definizione agevolata vale per le dichiarazioni presentate nel 2020, 2021 e 2022 e sia per le imposte dirette sui redditi e sia per l’Iva.