Quali sono le cause per il pignoramento dello stipendio? Quali sono i massimi? Le leggi attuali
Il pignoramento dello stipendio per il 2023 presenta qualche novità di rilievo quest'anno per quanto riguarda diversi aspetti tra le regole ufficiali e su come funziona.
Tra i provvedimenti (molti dei quali ancora in gran parte poco approfonditi) della tanto travagliata Legge di Bilancio 2023 e Manovra Finanziaria, approvata non senza brividi dalla maggioranza di Governo, c’è quello di creare un apposito fondo da utilizzare come pompa irroratrice per i finanziamenti necessari ad alimentare due delle misure simbolo: reddito e pensione di cittadinanza.
Misure studiate per garantire a chi vive sotto la soglia di povertà un sostegno nell’attesa che venga individuata l’opportunità lavorativa giusta. In questo caso però il rischio è che alzando gli importi delle pensioni minime si abbassi allo stesso tempo la soglia che permette di applicare il pignoramento dello stipendio. Ma quali sono le cause del pignoramento dello stipendio e quali gli importi massimi e minimi previsti nel 2023?
Le cause del pignoramento dello stipendio possono essere ascritte essenzialmente a questione di debiti non pagati. In questo caso si può incorrere nel pignoramento dello stipendio, ovvero della decurtazione di una parte della retribuzione che andrà automaticamente a sanare la situazione debitoria. Ovviamente bisogna avercelo uno stipendio e quindi trovarsi nella condizione di essere un lavoratore subordinato, anche a tempo determinato. La condizione di creditore sussiste dal momento in cui si è in possesso di un titolo esecutivo.
Un documento, cioè, che permette di riconoscere la condizione di creditore: in generale quindi sono considerati titoli esecutivi i decreti ingiuntivi, le sentenze di condanna al pagamento di una somma di denaro, i mutui firmati davanti al notaio. Contemplati anche gli assegni protestati e le cambiali. Dalla richiesta di pignoramento, da consegnare a mano o tramite raccomandata con ricevuta di ritorno il debitore ha dieci giorni di tempo per pagare. dopodiché le operazioni per il pignoramento dello stipendio possono avviarsi. Vi sono, comunque, sistemi e leggi ad hoc da poter usare per evitare il pignoramento così come recenti sentenze della Cassazione contro la facilità del pignoramento stesso che si ha in diversi casi
Ma andiamo in ordine e proviamo a capire quali sono gli importi massimi e minimi delle retribuzioni sulle quali può intervenire il pignoramento dello stipendio. Nel 2023 la situazione prevede che le retribuzioni possono essere pignorate destinando un terzo dello stipendio agli alimenti dovuti per legge. Un quinto invece andrà al datore di lavoro per ripianare debiti contratti dal rapporto di lavoro. Un altro quinto invece andrà allo Stato, o alle province o ai comuni per pagare i tributi dovuti.
Se l’importo dei tributi rientra nei 2500 euro il pignoramento dovrà essere di un decimo della cifra. Che diventa un settimo per gli importi che vanno dai 2500 ai 5000 euro. Per attestarsi ad un quinto se gli importi dovuti superano i cinquemila euro. Il pignoramento è eseguito nei confronti del datore di lavoro, il quale dovrà trattenere parte della retribuzione e provvedere al versamento della somma in favore del creditore.