Quale dei 3 schemi Irpef nella delega fiscale approvata conviene di più, a chi e i motivi con esempi concreti

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Come potranno cambiare le aliquote Irpef di tassazione sui redditi con nuova riforma fisco di marzo: le tre ipotesi al vaglio e chi ci guadagna e chi ci perde

Quali sono i 3 schemi differenti per la divisione delle aliquote Irpef per le tasse in base reddito nella riforma fisco? Dipo la delega fiscale, appovata il 4 Agosto scorso dal Parlamento, è sempere più attesa la nuova riforma del Fisco, che si preannuncia di importante portata per tasse e stipendi, tra la misura cardine nuova revisione delle aliquote Irpef, e l’aumento del taglio del cuneo fiscal fino al 5% per tutti i redditi annui fino a 35mila euro. Vediamo allora di seguito come potrebbero cambiare le aliquote Irpef per la tassazione sui redditi.

Scaglioni Irpef quali sono le tre ipotesi di modifica con riforma Fisco e i pro e contro per chi paga le tasse.
 

La misura principale attesa con la nuova riforma del Fisco è certamente la nuova revisione delle aliquote Irpef. Il governo Meloni punta, infatti, a ridurre le attuali quattro aliquote di tassazione Irpef a tre.

Le attuali quattro aliquote Irpef in vigore in base agli scaglioni di reddito sono le seguenti:

  • del 23% per redditi fino a 15.000 euro; 
  • del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro; 
  • del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro; 
  • del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
Le modifiche che potrebbero essere decise dal governo sono al momento orientate su tra schemi di differenti di revisione delle alieuote Irpef. I primo potrebbe prevedere le seguenti tre aliquote:
  • aliquota del 23% per chi ha redditi fino a 15mila euro;
  • aliquota del 27% per chi ha redditi tra 15mila-50mila euro;
  • aliquota del 43% per chi ha redditi superiori ai 50mila euro.
Con queste nuove aliquote Irpef, i pensionati con redditi annui tra 28mila euro e 50mila euro annui, cioè chi prende pensioni di vecchiaia o reversibilità tra 2.150 euro circa e 3.700 euro al mese circa, avrebbero decisi aumenti dei loro importi mensili, considerando che l’aliquota Irpef si ridurrebbe di ben 8 punti percentuali scendendo dal 35% al 27%. 

Sarebbero, invece, penalizzati coloro che percepiscono redditi annui sui circa 25mila euro, per cui ci potrebbe essere aumento di tasse di ben 300 euro.

Nulla, invece, cambierebbe per la prima fascia di redditi fino a 15mila euro e per l’ultima fascia, cioè per redditi superiori ai 50mila euro, perché resterebbero confermate le attuali aliquote Irpef, rispettivamente, del 23% e del 43%.

Al vaglio del governo anche altre due ipotesi di revisione delle attuali aliquote Irpef: la prima potrebbe essere quella che prevede:

  • aliquota al 23% per redditi fino a 28.000 euro, che garantirebbe aumenti soprattutto per chi percepisce pensioni fino a circa 2.150 euro al mese; 
  • aliquota al 33% per redditi tra 28mila e 50mila euro;
  • aliquota al 43% per redditi oltre i 50mila euro.
In questo caso, per tutte le fasce di reddito le nuove aliquote dell’Irpef sarebbero convenienti, considerando che chi ha redditi da 25 mila euro all’anno pagherebbe circa 200 euro di tasse in meno, per arrivare fino a circa 700 euro in più in busta paga per i redditi più alti.

La seconda potrebbe prevedere le seguenti tre nuove aliquote Irpef;

  • del 23% per i redditi sotto i 15 mila euro
  • del 27% per i redditi tra 15 mila e 75 mila euro;
  • del 43% per i redditi oltre i 75 mila euro.
Anche in questo caso, la prima fascia di reddito fino a 15mila euro, cioè chi prende pensioni fino a 1.1150 euro circa, sarebbe tutelata ed esente da ogni cambiamento perchè resterebbe ancora l’aliquota al 23%, ma scenderebbe nettamente la tassazione per chi ha redditi più alti tra 50mila (si parla di pensioni di circa 3.800 euro) e 75mila euro, mentre ci sarebbero riduzioni di pensioni per redditi tra i 15mila e 28mila euro, per cui l’aliquota di tassazione salirebbe dall’attuale 25% al 27%.