Quale partita iva scegliere o passare tra forfettaria, semplificata e ordinaria dopo modifiche 2023

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Cosa scegliere tra partita Iva ordinaria e forfettaria e cosa prevede regime semplificato: regole e novità dopo ultime modifiche

Quale partita iva scegliere o passare tra forfettaria, semplificata e ordinaria dopo modifiche 2023? Sono diverse le modifiche definite dal governo per le Partite Iva 2023, sia per partite Iva ordinarie, con introduzione della flat tax incrementale per il pagamento delle tasse, sia per partite Ive forfettarie, con aumento del limite di reddito annuo per potervi accedere. Vediamo allora qual è la migliore scelta tra partita Iva ordinaria o forfettaria quest’anno.

  • Quale partita iva scegliere o passare tra forfettaria e ordinaria
  • Partita Iva in regime semplificato cosa prevede e cosa cambia nel 2023


Quale partita iva scegliere o passare tra forfettaria e ordinaria

Se ci si chiede quale sia la migliore partita Iva da scegliere nel 2023 se ordinaria o forfettaria dopo le ultime modifiche approvate per il 2023, possiamo dire che la migliore scelta, e anche più conveniente, sarebbe quella della partita Iva forfettaria.

Possono scegliere la partita Iva forfettaria coloro che hanno redditi annui entro gli 85mila euro, limite di reddito aumentato quest'anno dal governo Meloni, dai 65mila euro precedenti, per usufruire del regime agevolato fiscale con aliquota unica al 15%.

In realtà, quando si apre la partita Iva forfettaria è possibile usufruire di un'aliquota di tassazione ancor più bassa rispetto al 15%, cioè al 5%, ma solo a specifiche condizioni.

Aprire una nuova partita Iva con regime forfettario con tassazione Irpef al 5% vale per chi apre per la prima volta una Partita Iva che può avvalersi del regime forfettario al 5% e non al 15% per i primi cinque anni di attività e con nuova soglia reddituale fino a 85mila euro.

Chi avvia una attività, da lavoratore autonomo, o impresa o ditta, o società, può aderire per i primi cinque anni della stessa attività al regime forfettario con aliquota al 5% e solo se si ha un reddito annuo complessivo entro gli 85mila euro, e non più 65mila euro.

Trascorsi i primi cinque anni di attività, e mantenendo il reddito annuo entro gli 85mila euro, si rimane nel regime forfettario ma con aliquota non più al 15% ma al 5%, mentre chi supera il limite di redditi di 85mila euro deve passare al regime fiscale ordinario.

Inoltre, chi ha una partita Iva ordinaria, e paga più tasse perché soggetto alle normali aliquote Irpef, può accedere al regime forfettario agevolato se rientra nel limite degli 85mila euro e con la possibilità di risparmiare sulle tasse da pagare.

Il regime ordinario prevede, infatti, le seguenti aliquote Irpef:

  • del 23% per redditi fino a 15.000 euro; 
  • del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro; 
  • del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro; 
  • del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
Chi ha già una partita Iva può dunque passare dal regime ordinario al regime forfettario e il passaggio, sempre e unicamente a condizione di mantenere un reddito annuo inferiore agli 85mila euro, avviene automatico dal primo gennaio dell’anno successivo. 

Per il passaggio da ordinario a forfettario cambia solo la compilazione della fattura, perché non bisogna inserire Iva e ritenuta d’acconto. C’è, però, da precisare che chi rientra nel regime fiscale ordinario di una Partita Iva ha la possibilità di scaricare i costi, portandoli in detrazione e deduzione, pagando così meno tasse. 

Chi aderisce al regime forfettario non può, invece, scaricare alcun tipo di costo, quindi la convenienza tra scegliere il regime ordinario o il regime forfettario, dipende da caso a caso e soprattutto da guadagni ma anche contestuali spese che si sostengono.

Partita Iva in regime semplificato cosa prevede e cosa cambia nel 2023

Se nella maggior parte dei casi la scelta per una partita Iva e tra regime fiscale ordinario e regime fiscale forfettario, c’è anche da considerare il regime semplificato per Partite Iva. Si tratta del cosiddetto regime per cassa, valido soprattutto per le imprese minori, che abbiano ricavi inferiori ai 500mila euro annui e che vale soprattutto per le seguenti categorie di soggetti:

  • persone fisiche che esercitano attività commerciali in forma di ditta individuale (che non ha i requisiti per accedere al regime forfettario o, semplicemente, che non vuole aderirvi);
  • società di persone (snc e sas);
  • enti non commerciali che esercitano un’attività commerciale in via non prevalente.
Sono diverse le modifiche previste per il 2023 anche per le Partite Iva con regime semplificato e sono in particolare le seguenti:
  • aumento da 400mila a 500mila euro per le attività di prestazioni di servizi;
  • aumento da 700mila a 800mila euro per le attività di cessione di beni.
Chi ha la partita Iva semplificata adotta il regime di contabilità ordinaria, scelta che deve essere effettuata compilando l’apposita casella del quadro VO della dichiarazione Iva e poi applicando naturalmente tale regime contabile.