Quali costi si porteranno in deduzione su stipendi e come aumenteranno tra 700-4mila euro

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Come aumentano gli stipendi tra nuove deduzioni ma anche detrazioni e revisione Irpef: ecco le novità fiscali in arrivo dopo presentazione riforma

Quali costi si potranno portare in deduzione direttamente sugli stipendi e come aumenteranno tra 700-4mila euro? Tra le novità presentate da governo con la nuova riforma del fisco 2023 c’è anche un l’introduzione di un sistema di deduzioni fiscali anche per i lavoratori dipendenti, novità che garantirebbe aumenti degli stipendi. 

  • Quali costi si potranno portare in deduzione su stipendi tra 700-4mila euro
  • Come aumenteranno gli stipendi tra 700-4mila euro 

Quali costi si potranno portare in deduzione su stipendi tra 700-4mila euro

Gli stipendi tra 700-4mila euro aumentano per le nuove deduzioni e un reddito imponibile minore su cui dover calcolare le tasse Irpef da pagare. Le deduzioni sono, infatti, diverse dalle detrazioni pur essendo entrambe sistemi che contribuiscono in ogni caso ad aumentare gli stipendi dei lavoratori.

La deduzione permette, infatti, di avere una base imponibile ridotta rispetto al reddito complessivo, il che significa pagare meno tasse Irpef considerando che riducendo l’imponibile ai fini fiscali, il reddito si abbassa e quindi anche la tassazione.

Con le nuove deduzioni sarà, per esempio, possibile sottrarre direttamente specifici costi legati al lavoro, come spese per pasti, per il trasporto per recarsi al lavoro, per esempio abbonamenti a mezzi pubblici, corsi di formazioni fatti da singoli dipendenti, costi per acquisti strumentali per il lavoro e in generale per tutte le spese sostenute per lavorare.

Le detrazioni fiscali permettono, invece, di ridurre l'Irpef lorda da pagare in determinate percentuali in base alla spesa detraibile. A differenza della deduzione fiscale, che si applica subito, la detrazione fiscale si calcola solo in secondo momento, quando cioè il reddito è già stato calcolato, per cui non si può abbassare l’importo reddituale su cui devono essere calcolare le tasse da pagare secondo l’Irpef vigente, ma si può recuperare la spesa effettuata in una determinata percentuale. 

L’ipotesi di revisione delle detrazioni al vaglio del governo prevede al momento detrazioni differenti in percentuali in base ai redditi e che potrebbero essere le seguenti:

  • detrazioni del 4% del reddito per lo scaglione fino a 15mila euro;
  • detrazioni del 3% del reddito per lo scaglione tra 15mila e 50mila euro;
  • detrazioni del 2% del reddito per lo scaglione tra 50mila e 100mila euro;
  • nessuna detrazione per redditi oltre i 100mila euro.
In ogni caso detrazioni e deduzioni permettono di aumentare gli stipendi tra 700-4mila euro in misura variabile ed è difficile dire quanto considerando che si tratta di aumenti che dipendono da diversi elementi e fattori. 
 

Come aumenteranno gli stipendi tra 700-4mila euro 

Gli stipendi tra 700-4mila euro aumenteranno anche per effetto di un nuovo eventuale cuneo fiscale nonché per la revisione delle aliquote Irpef. Il governo pensa, infatti, di aumentare il taglio del cuneo fiscale portandolo al 5% per tutti coloro che hanno redditi annui entro i 35mila euro, vale a dire stipendi di 2.692 euro al mese. 

Attualmente il taglio del cuneo fiscale approvato con la Manovra Finanziaria è del 3% per redditi fino a 25mila euro e del 2% per redditi tra 25mila e 35mila euro.

Altro motivo per cui aumenteranno gli stipendi tra 700-4mila euro è la revisione delle aliquote Irpef, che il governo vuole portare da quattro a tre e per cui sono ancora al vaglio diverse ipotesi. Le attuali quattro aliquote Irpef sono le seguenti:

  • del 23% per redditi fino a 15.000 euro; 
  • del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro; 
  • del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro; 
  • del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
La prima ipotesi di modifica Irpef prevede le seguenti aliquote:
  • del 23% per redditi da 8.500 euro e fino a 28mila euro;
  • del 35% per redditi da 28.001 euro a 50mila euro;
  • del 43% per redditi oltre i 50mila euro.
Si tratta di un nuovo schema di revisione Irpef che tende a favorire i redditi medio-alti, non prevedendo alcun effettivo reale vantaggio per chi ha redditi più bassi.

Altra ipotesi di revisione Irpef al vaglio del governo che inciderà certamente sugli stipendi degli italiani prevede le seguenti nuove aliquote:

  • aliquota al 23% per redditi fino a 28.000 euro; 
  • aliquota al 33% per redditi tra 28mila e 50mila euro;
  • aliquota al 43% per redditi oltre i 50mila euro.
In questo caso, gli amenti saranno soprattutto per chi redditi annui tra 28mila euro e 50mila euro, vale a dire per chi percepisce stipendi dai 2.150 euro circa e 3.800 euro, considerando che l’aliquota Irpef scenderebbe dal 35% al 27%, mentre nulla cambierebbe ancora per la prima fascia di redditi fino a 15mila euro, restando l’aliquota al 23%. Stesso discorso vale per chi ha redditi superiori ai 50mila euro, per cui resterebbe invece confermata l’aliquota al 43%.

La terza e ultima ipotesi di modifica Irpef potrebbe, infine, prevedere le seguenti aliquote:

  • del 23% per i redditi sotto i 15 mila euro
  • del 27% per i redditi tra 15 mila e 75 mila euro;
  • del 43% per i redditi oltre i 75 mila euro.
A contribuire ad aumentare gli stipendi tra 700-4mila euro potrebbero esserci anche due nuovi bonus proposti: si tratta del bonus produttività e del bonus cosiddetto formazione. Il primo bonus che potrebbe essere introdotto per garantire aumenti di stipendi è il nuovo bonus produttività proposto da Confindustria e da riconoscere ai lavoratori solo al sussistere di determinate condizioni. 

Si tratta di una misura che dovrebbe meno tasse su premi di produzione, straordinari e indennità per aziende e datori di lavoro virtuosi che assumono e incrementano la produttività, con contestuali aumenti di stipendi dei lavoratori.

Il secondo nuovo bonus sarebbe il bonus per la formazione, con l’introduzione di un premio legato ai corsi di formazione per gli statali per aumentare la valutazione individuale dei lavoratori, con riconoscimento di premi. Questa novità dovrebbe valere sia per lavoratori pubblici che per lavoratori privati.