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Come cambia la no tax area per esenzione del pagamento delle tasse con la nuova riforma fiscale di marzo: ipotesi e misure al vaglio
Come cambiano i redditi e gli importi per cui non si deve pagare nessuna tassa (no tax area) in riforma fisco Marzo? Cambiano i redditi degli italiani con la nuova riforma fiscale e non solo per effetto di revisione delle aliquote Irpef o delle detrazioni ma anche per l’istituzione di una nuova no tax area che, però, deve essere ancora definita.
Tra gli obiettivi dichiarati dal governo con la nuova riforma fiscale di marzo c’è quello di arrivare a raggiungere una equità fiscale in cui tutti possano pagare le tasse in base a quanto percepito e dovuto. Secondo quanto spiegato, infatti, la tassazione dovrebbe essere uguale per tutti coloro che possiedono redditi, a prescindere dalla tipologia di reddito conseguito.
L’idea è quella di rivedere le categorie di reddito, definendo, per esempio, un'unica categoria per i redditi finanziari che oggi sono divisi in redditi di capitale e redditi diversi, nonché quella di rivedere il concetto di reddito agrario, che non deve essere più legato al concetto di imprenditore agricolo, e di definire un’unica no tax area, cioè una soglia di reddito al di sotto del quale non si deve pagare alcuna tassa.
Al momento, infatti, la no tax area è diversa, per esempio, per pensionati e lavoratori: per i primi è fissata a a 8.500 euro, mentre per i secondo è fissata a 8.174 euro. Obiettivo del governo è quello di equiparare la no tax area per i dipendenti e i pensionati, allineandola sulla stessa soglia reddituale, che, però, deve essere ancora decisa.
Cambiano i redditi con l’approvazione della nuova riforma del Fisco anche per effetto della nuova revisione delle aliquote Irpef e delle nuove detrazioni che potrebbero essere decise. Partendo dalla revisione delle aliquote Irpef, sono al momento diverse le ipotesi di modifica al vaglio. Le attuali quattro aliquote Irpef in vigore in base agli scaglioni di reddito sono le seguenti:
Le modifiche che potrebbero essere decise dal governo sono per le seguenti tre aliquote:
Con queste nuove aliquote Irpef, per esempio, chi redditi annui tra 28mila euro e 50mila euro annui potrebbe beneficiare di aumenti dei redditi, considerando che l’aliquota Irpef scenderebbe dal 35% al 27%, mentre nulla cambierebbe per la prima fascia di redditi fino a 15mila euro, per cui resterebbe confermata l’aliquota al 23%, e per l’ultima fascia, cioè per redditi superiori ai 50mila euro, per cui resterebbe invece confermata l’aliquota al 43%.
Altra ipotesi di revisione delle attuali aliquote Irpef potrebbe prevedere:
In questo caso, le nuove aliquote Irpef garantirebbero aumenti per tutte le fasce di reddito, compresi tra i 200 euro di tasse in meno per chi ha redditi fino a 25mila euro e i circa 700 euro in più per chi ha redditi più alti.
Ultima ipotesi di revisione Irpef potrebbe prevedere le seguenti aliquote:
Anche in quest’ultimo caso, per la prima fascia di reddito fino a 15mila euro resterebbe ancora l’aliquota al 23%, ma sarebbero garantiti aumenti a chi ha redditi più alti tra 50mila e 75mila euro.
La nuova riforma del Fisco potrebbe contribuire a modificare i redditi degli italiani anche per effetto delle novità su cui si sta lavorando per le detrazioni. Oggi è possibile usufruire delle detrazioni al 19% su una serie di spese e in maniera progressiva in base al reddito e le detrazioni si azzerano per redditi da 240mila euro in su.
L’ipotesi di revisione delle detrazioni su cui sta lavorando il governo dovrebbe prevede un piano di detrazioni forfettizzate modulate in percentuali differenti in base a diverse fasce di reddito.
Al momento le nuove detrazioni potrebbero essere nelle seguenti percentuali in base ai redditi: