Quando entrerà davvero in vigore la delega fiscale e nuovi dettagli su Irpef, detrazioni, controlli (non scontati)

di Marianna Quatraro pubblicato il
Quando entrerà davvero in vigore la dele

Quando entrerà in vigore la delega fiscale appena approvata dal Parlamento e in che modo saranno davvero cambiate le tasse e i tanti altri temi previsti nella riforma de fisco

E' ovviamente l'argomento centrale di questi giorni, ovvero la delega fiscale approvata, lo scorso venerdì 4 Agosto, con una serie di importanti novità per le tasse (scaglioni Irpef a non solo), riordino bonus e detrazioni, tredecisime, flat tax, pignoramento, modifiche calendario fiscale e acconti, sanatorie e condoni oltre che nuovi controlli fiscali.

Modifiche che impatterano ovviamente nella vita di tutti i giorni in modo importante per tutti gli italiani.

Ma bisogna precisare bene subito alcuni elementi, ovvero:

  • Le novità delle delega fiscale non entreranno subito in vigore ma diventeranno leggi e decreti nel corso dei prossimi 2 anni a partire da Settembre 2023 decisi man mano dal Governo Meloni
     
  • Le varie modifiche e novità previste nella delega fiscale NON è assolutamente detto che diventino legge così come sono state scritte nel testo scritto. Anzi, le novità ad esempio sulla rimodulazione dell'Irpef sono solo al momento (come tutte le altre) delle semplici ipotesi.
Nel testo ci sono i macro-argomenti che l'Esecutivo dovrà affrontare, ma non le indicazioni di come dovrà farlo.

Dopo queste 2 doverose e importanti premesse, vediamo ora quali sono le novità più attese della egge fiscale appena approvata
 

Come cambieranno gli scaglioni Irpef in delega fiscale

La prima modifica resa nota sulla definizione della nuova riforma del Fisco riguarda la revisione delle aliquote Irpef. Il governo Meloni ha intenzione, infatti, di ridurre gli scaglioni Irpef di tassazione, portando le aliquote da quattro a tre.

Le attuali quattro aliquote Irpef in vigore sono le seguenti:

  • del 23% per redditi fino a 15.000 euro; 
  • del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro; 
  • del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro; 
  • del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
Vi sono diverse ipotesi in ballo, in generale ci sono leggeri benefici per i redditi più alti e benefici o in alcuni casi spiacevoli aumenti per i redditi più bassi. Analiziamole tutte:

Per le ipotesi di revisione Irpef, la prima prevede le seguenti aliquote:

  • aliquota del 23% per chi ha redditi fino a 15mila euro;
  • aliquota del 27% per chi ha redditi tra 15mila-50mila euro;
  • aliquota del 43% per chi ha redditi superiori ai 50mila euro.
Con queste nuove aliquote Irpef, chi ha redditi annui tra 28mila euro e 50mila euro annui potrebbe ottenere importanti benefici, considerando che l’aliquota Irpef si ridurrebbe di ben 8 punti percentuali scendendo dal 35% al 27%, mentre sarebbero penalizzati coloro che percepiscono redditi annui più bassi tra 15mila euro e 28.000: nei fatti, per esempio, un reddito di 25mila euro subirebbe un aumento di 300 euro.

Non cambierebbe nulla per la prima fascia di redditi fino a 15mila euro e per l’ultima fascia, cioè per redditi superiori ai 50mila euro, per cui resterebbero confermate le attuali aliquote Irpef, rispettivamente, del 23% e del 43%.

La seconda ipotesi di revisione Irpef potrebbe prevedere le seguenti aliquote:

  • aliquota al 23% per redditi fino a 28.000 euro; 
  • aliquota al 33% per redditi tra 28mila e 50mila euro;
  • aliquota al 43% per redditi oltre i 50mila euro.
In questo caso, ci sarebbe un risparmio per tutte le fasce più basse: per chi ha un reddito pari a 28mila euro il risparmio sarebbe di 1.400 euro l'anno, mentre il maggior risparmio nella seconda fascia sarebbe di 440€ per i redditi di 50mila euro. 

La terza ipotesi, di revisione Irpef potrebbe prevedere, invece, le seguenti tre nuove aliquote:

  • aliquota del 23% per i redditi sotto i 15 mila euro;
  • aliquota del 27% per i redditi tra 15 mila e 75 mila euro;
  • aliquota del 43% per i redditi oltre i 75 mila euro.
Anche in questo caso, sarebbe agevolato chi ha redditi più alti tra 50mila e 75mila euro, mentre subirebbe riduzioni chi redditi tra i 15mila e 28mila euro, per cui l’aliquota di tassazione salirebbe dall’attuale 25% al 27%. Nulla, invece, cambierebbe, ancora, per la fascia di redditi più bassa fino a 15mila euro per cui bisognerebbe ridurre il carico fiscale.

La quarta ipotesi di revisione Irpef potrebbe, infine, prevedere le seguenti aliquote:

  • aliquota del 23% per redditi da 8.500 euro e fino a 28mila euro;
  • aliquota del 35% per redditi da 28.001 euro a 50mila euro;
  • aliquota del 43% per redditi oltre i 50mila euro.
In questo caso, chi ha redditi medio-bassi tra i 15mila e i circa 30mila euro avrebbe una riduzione delle tasse da pagare.

Secondo le ultime notizie, però, potrebbero ancora esserci modifiche delle aliquote Irpef in base ai diversi scaglioni di reddito, considerando che proprio in questi ultimi giorni la premier Meloni ha parlato dell’intenzione di intervenire sui redditi più bassi, riducendone la tassazione.

Per cui l’aliquota al 23% per redditi fino a 15mila euro, che nelle attuali ipotesi è rimasta sempre invariata, potrebbe essere ridotta.

Riordino e modifiche bonus e detrazioni in riforma fisco

Il governo proseguirà anche sulla strada del riordino di bonus e detrazioni attualmente in vigore (si parla di circa 600 euro) che, chiaramente, avranno impatto sui redditi complessivi percepiti. 

Le detrazioni fiscali previste al 19% si preparano, infatti, a cambiare, insieme a limiti di reddito e franchigie oggi in vigore. Non è, però, ancora ufficiale come saranno rimodulate le detrazioni e i bonus da concedere alle diverse categorie di persone.

E’ stato ipotizzato uno schema di detrazioni possibili, in percentuali diverse e per differenti fasce di reddito che sono:

  • detrazioni del 4% del reddito per lo scaglione fino a 15mila euro;
  • detrazioni del 3% del reddito per lo scaglione tra 15mila e 50mila euro;
  • detrazioni del 2% del reddito per lo scaglione tra 50mila e 100mila euro;
  • nessuna detrazione per redditi oltre i 100mila euro.
In base a tali percentuali nuove di detrazioni, è chiaro che a seconda dei redditi su cui calcolare le stesse detrazioni, cambiano gli impatti sui redditi complessivi tra 6mila-80mila euro, in tal caso rivelandosi più vantaggiose per chi ha un reddito inferiore a 15mila euro.

Cosa cambia per i controlli fiscali e nuove sanatorie e condoni previsti

Il governo si prepara ad intervenire con la nuova riforma fiscale sui controlli fiscali da rendere più stringenti e capillari, a partire dai controlli sui conti correnti per cui si pensa di potenziare i controlli per i singoli contribuenti soggetti a pignoramenti per capire se il conto sia effettivamente in positivo per poter avviare eventuali procedimenti di riscossione forzata. 

Si tratta di un nuovo sistema di controllo dei conti correnti che, da una parte, agevolerebbe i cittadini nel pagamento di eventuali debiti e, dall’altro, permetterebbe allo Stato di incassare soldi.

Non è, dunque, un prelievo forzoso sui conti correnti dei cittadini ma un approfondimento dei controlli per razionalizzazione e automazione della procedura di pignoramento dei rapporti finanziari.

Nuovi condoni e sanatorie fiscali possibili nella prossima riforma fiscale  

Dopo il passaggio della riforma fiscale in Senato, ci sono modifiche per le sanzioni contro l’evasione fiscale, che diventano più morbide per tutti coloro che si mostrano collaborativi con il Fisco ed è previsto anche un sistema di premialità per le sanzioni penali tributarie, a partire da quelle relative al reato di dichiarazione infedele.

Ma non solo: potrebbero rientrare nella nuova riforma fiscale anche nuovi condoni fiscali e sanatorie, da quella di saldo e stralcio proposta dal vicepremier Matteo Salvini per chi ha debiti entro i 30mila euro, allo sconto diretto del 30% sull’importo dovuto se si da il consenso all’addebito diretto sul proprio conto corrente per il saldo di debiti per multe, imposte come Tari, o Imu, ecc, da parte di Enti locali, come Comuni e regioni, ma anche di Agenzia delle Entrate, Inps e altri entri.