Quando entrerà in vigore la delega fiscale appena approvata dal Parlamento e in che modo saranno davvero cambiate le tasse e i tanti altri temi previsti nella riforma de fisco
E' ovviamente l'argomento centrale di questi giorni, ovvero la delega fiscale approvata, lo scorso venerdì 4 Agosto, con una serie di importanti novità per le tasse (scaglioni Irpef a non solo), riordino bonus e detrazioni, tredecisime, flat tax, pignoramento, modifiche calendario fiscale e acconti, sanatorie e condoni oltre che nuovi controlli fiscali.
Modifiche che impatterano ovviamente nella vita di tutti i giorni in modo importante per tutti gli italiani.
Ma bisogna precisare bene subito alcuni elementi, ovvero:
Dopo queste 2 doverose e importanti premesse, vediamo ora quali sono le novità più attese della egge fiscale appena approvata
La prima modifica resa nota sulla definizione della nuova riforma del Fisco riguarda la revisione delle aliquote Irpef. Il governo Meloni ha intenzione, infatti, di ridurre gli scaglioni Irpef di tassazione, portando le aliquote da quattro a tre.
Le attuali quattro aliquote Irpef in vigore sono le seguenti:
Per le ipotesi di revisione Irpef, la prima prevede le seguenti aliquote:
Non cambierebbe nulla per la prima fascia di redditi fino a 15mila euro e per l’ultima fascia, cioè per redditi superiori ai 50mila euro, per cui resterebbero confermate le attuali aliquote Irpef, rispettivamente, del 23% e del 43%.
La seconda ipotesi di revisione Irpef potrebbe prevedere le seguenti aliquote:
La terza ipotesi, di revisione Irpef potrebbe prevedere, invece, le seguenti tre nuove aliquote:
La quarta ipotesi di revisione Irpef potrebbe, infine, prevedere le seguenti aliquote:
Secondo le ultime notizie, però, potrebbero ancora esserci modifiche delle aliquote Irpef in base ai diversi scaglioni di reddito, considerando che proprio in questi ultimi giorni la premier Meloni ha parlato dell’intenzione di intervenire sui redditi più bassi, riducendone la tassazione.
Per cui l’aliquota al 23% per redditi fino a 15mila euro, che nelle attuali ipotesi è rimasta sempre invariata, potrebbe essere ridotta.
Il governo proseguirà anche sulla strada del riordino di bonus e detrazioni attualmente in vigore (si parla di circa 600 euro) che, chiaramente, avranno impatto sui redditi complessivi percepiti.
Le detrazioni fiscali previste al 19% si preparano, infatti, a cambiare, insieme a limiti di reddito e franchigie oggi in vigore. Non è, però, ancora ufficiale come saranno rimodulate le detrazioni e i bonus da concedere alle diverse categorie di persone.
E’ stato ipotizzato uno schema di detrazioni possibili, in percentuali diverse e per differenti fasce di reddito che sono:
Il governo si prepara ad intervenire con la nuova riforma fiscale sui controlli fiscali da rendere più stringenti e capillari, a partire dai controlli sui conti correnti per cui si pensa di potenziare i controlli per i singoli contribuenti soggetti a pignoramenti per capire se il conto sia effettivamente in positivo per poter avviare eventuali procedimenti di riscossione forzata.
Si tratta di un nuovo sistema di controllo dei conti correnti che, da una parte, agevolerebbe i cittadini nel pagamento di eventuali debiti e, dall’altro, permetterebbe allo Stato di incassare soldi.
Non è, dunque, un prelievo forzoso sui conti correnti dei cittadini ma un approfondimento dei controlli per razionalizzazione e automazione della procedura di pignoramento dei rapporti finanziari.
Dopo il passaggio della riforma fiscale in Senato, ci sono modifiche per le sanzioni contro l’evasione fiscale, che diventano più morbide per tutti coloro che si mostrano collaborativi con il Fisco ed è previsto anche un sistema di premialità per le sanzioni penali tributarie, a partire da quelle relative al reato di dichiarazione infedele.
Ma non solo: potrebbero rientrare nella nuova riforma fiscale anche nuovi condoni fiscali e sanatorie, da quella di saldo e stralcio proposta dal vicepremier Matteo Salvini per chi ha debiti entro i 30mila euro, allo sconto diretto del 30% sull’importo dovuto se si da il consenso all’addebito diretto sul proprio conto corrente per il saldo di debiti per multe, imposte come Tari, o Imu, ecc, da parte di Enti locali, come Comuni e regioni, ma anche di Agenzia delle Entrate, Inps e altri entri.