Quando si devono pagare debiti di terzi, tra figli, coniugi o altri parenti secondo quanto previsto da leggi in vigore: chiarimenti
In quali casi si è costretti a pagare debiti non propri ma di figli, coniugi, parenti e come difendersi? Ci si chiede spesso quando si rischia di diventare responsabili dei debiti altrui, soprattutto in relazione a figli e coniugi ma anche di altri parenti. E la risposta non è poi così scontata per chi pensa che un debito non proprio non debba essere da lui pagato. Vediamo cosa prevedono in merito le leggi in vigore.
Stando a quanto previsto, infatti, dalle regole in vigore, se un debito viene contratto da un figlio minorenne, i genitori sono tenuti a pagare.
Secondo quanto stabilito dalle leggi in vigore, i genitori non sono costretti a pagare i debiti dei figli maggiorenni. La scelta di pagare i debiti del proprio figlio dipende solo dai genitori, che possono liberamente decidere di ‘aiutare’ i figli e saldare i loro debiti come non farlo. Diverso è invece il discorso per i figli minorenni: stando alle leggi in vigore, nel caso di debiti contratti da figli minorenni, i genitori sono sempre costretti a pagare i debiti dei figli.
Dunque, in presenza di debiti non pagati da parte dei figli maggiorenni, i creditori possono procedere con il pignoramento direttamente sul figlio maggiorenne che, però, se non lavora e non ha propria autonomia economica e vive ancora con i genitori, interesserà la casa di residenza del figlio maggiorenne debitore che è, però, quella dei genitori.
Ciò significa che, pur non costretti a pagare per i debiti dei figli maggiorenni, i genitori si ritrovano comunque nella condizione di dover pagare per i debiti del figlio maggiorenne e hanno la responsabilità civile per il mancato pagamento del debito, che rappresenta da parte del figlio maggiorenne la violazione di un obbligo previsto dal diritto privato.
Per i figli minorenni con debiti, i genitori sono sempre responsabili del debito del figlio, per cui devono sempre pagare quanto dovuto per saldare il debito stesso, o si arriva anche in tal al pignoramento dei beni per la riscossione di quanto dovuto ai creditori.
La situazione cambia poi quando ad avere i debiti sono i coniugi: anche in questo caso, secondo le leggi in vigore, si è responsabili e costretti a pagare per debiti di un coniuge sposato se in regime di comunione dei beni. In questo caso sussiste l’obbligo per il coniuge di accollarsi i debiti dell’altro, in caso di separazione dei beni no.
Ma il fatto comunque di convivere con una persona che ha contratto debiti e non li paga può rappresentare un rischio in caso di pignoramento anche nei confronti del coniuge pur se non obbligato a pagare.
Escludendo, dunque, l’obbligo di dover rispondere dei debiti delle persone che convivono con un soggetto a meno che non si tratti di figli e coniugi, perché per debiti di parenti e amici non si è mai responsabili, la legge in vigore prevede che, in caso di pignoramento mobiliare, l’ufficiale giudiziario che si reca nella residenza del debitore possa prelevare qualsiasi bene mobile presumendo che siano di proprietà del debitore.
Per difendersi in questo caso da debiti altrui, spetta al proprietario, per esempio il genitore o l’altro coniuge, dimostrare che si tratta di un suo bene in toto, di aver acquistato, con soldi propri, il bene che si vorrebbe pignorare.
E per dimostrarlo senza correre rischi di pignoramento è necessario solo fornire le prove d’acquisto con l’intestazione della fattura.