Redditometro 2021, per chi è in vigore
Redditometro per chi si applica ancora nel 2021 e cosa controlla Agenzia delle Entrate
Siamo entrati in una nuova annualità di mancata applicazione del Redditometro, per il 2021 si vedrà. Già dal 2016 (e dunque per i redditi prodotti nel 2015), questo strumento utilizzato dall'Agenzia delle entrate per stanare forme di evasioni fiscale ovvero di guadagni in nero è stato bloccato. In termini concreti significa che da tre anni il fisco non misura più la compatibilità del tenore di vita con i ricavi e dunque con lo stipendio, individuale e familiare, ricevuto mensilmente. Si tratta comunque di una situazione provvisoria poiché si resta in attesa dei decreti attuativi per il ripristino di questo strumento.
E allo stesso tempo sono in vigore altri strumenti per la registrazione di anomalie contributive, come il Risparmiometro. E per certi versi sono anche più potenti ed efficaci.
Il Redditometro è stato lo spauracchio dell'Agenzia delle entrate alla ricerca di incongruenze nelle dichiarazione dei redditi dei contribuenti. Anche se in questo momento è sospeso (non abolito), occorre far presente che è ancora in vigore e applicabile per il controllo delle dichiarazione dei redditi (modello 730 per i lavoratori dipendenti ed ex modello Unico per quelli autonomi) presentate fino al 2016, ovvero relative all'anno d'imposta 2015. Tutti loro devono mettere in conto eventuali verifiche supplementari da parte del fisco.
Gli indirizzi operativi inviati agli uffici territoriali da parte dell'Agenzia delle entrate parlano chiaro e non hanno difetti di comprensione: il Redditometro è applicabile fino al 2016 e la volontà è di rimetterlo in pista dal 2021 in poi, ma sono necessari alcuni passaggi legislativi e burocratici. Ed è un po' la stessa cosa che accade con gli studi di settore, oggi formalmente sostituiti dagli Isa.
Il funzionamento del Redditometro è presto detto: se dalla verifica dei redditi emerge una differenza di almeno il 20% tra spese e guadagni, il contribuente è invitato a fornire chiarimenti e l'onere di fornire la prova spetta proprio al controllato. Sotto la lente di ingrandimento finiscono le spese per abitazione (mutui, ristrutturazioni, collaboratori domestici, elettrodomestici, telefonia fissa e mobile), mezzi di trasporto (minicar, natanti e imbarcazioni, mezzi in leasing o noleggio), investimenti immobiliari e mobiliari netti (fondi d'investimento, certificati di deposito, valuta estera, oro, numismatica).
Ma anche assicurazioni e contributi previdenziali (obbligatori, volontari e complementari) e istruzione (anche scuole di specializzazione, master, tutoraggio, corsi di preparazione agli esami e canoni di locazione per studenti universitari). E poi: le spese per la cura della persona (abbonamenti pay TV, giochi online, cavalli, alberghi, viaggi organizzati e centri benessere), le attività sportive e ricreative e altre considerate significative dall'Agenzia delle entrate in relazione al guadagno annuale così come indicato nella dichiarazione dei redditi (donazioni in denaro a favore di onlus e simili, veterinarie).