Regime Forfettario 2022, le novità

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Regime Forfettario 2022, le novità

Regime Forfettario 2022, le novità

Governo nuovo che arriva e stravolgimento delle regole fiscali per le partite Iva alle porte. Questa volta di mira c'è il regime forfettario applicato quest'anno e introdotto dall'esecutivo composto da Lega e Movimento 5 Stelle.

L'ingresso del Partito democratico porta alla revisione delle regole 2022 in vigore secondo cui le partite Iva con regime forfettario sono chiamate a pagare il 15% di aliquota fissa per ricavi o compensi fino a 65.000 euro, al prezzo di alcuni limiti, come l'impossibilità di detrarre le spese sostenute per l'esercizio della propria attività.

Non solo, ma per il 2022 era stata prevista una seconda aliquota agevolata al 20% per i guadagni tra 65.001 e 100.000 euro. Il nuovo governo è pronto a cambiare le norme con un decreto collegato alla legge di bilancio, che si muove su alcune direttive ben precise:

  • abolizione regime forfettario fino a 100.000 euro
  • nuovi requisiti per l'accesso
  • nuovi limiti di spesa
  • nuove soglie di ricavi e compensi
  • modifica aliquota sostitutiva
  • introduzione fatturazione elettronica

Regime forfettario, com'è adesso

L'attuale regime forfettario prevede l'applicazione di una imposta sostitutiva al 15% a carico dei contribuenti che hanno conseguito nell'anno precedente ricavi o compensi fino a un massimo di 65.000 euro.

E in parallelo era stata approvata una seconda aliquota al 20% per i ricavi fino a 100.000 euro, ma da fare entrare in vigore solo dal primo gennaio 2022.

La condizione fiscale agevolata è bilanciata da una serie di limiti. Innanzitutto, differenza delle partite Iva con regime ordinario, quello con regime forfettario non possono detrarre le spese effettuate per l'esercizio della propria attività.

Non è quindi possibile partecipare a società di persone, associazioni, imprese familiari o controllare, direttamente o indirettamente, srl o associazioni in partecipazione che esercitano attività direttamente o indirettamente riconducibili a quelle svolte con il regime forfettario.

E quali sono le novità per il regime forfettario 2022

La prima decisione del governo per il 2022, già annunciata a più riprese dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, è lo stop alla seconda aliquota della flat tax 2022, quella al 20% per i ricavi fino a 100.000 euro.

E anche la prima è soggetta a un ripensamento. Il primo obiettivo è far tornare il regime forfettario nell'alveo originario ovvero permettere condizioni agevolate per le partite Iva con ricavi limitati o per chi inizia l'attività e annullare effetti distorsivi.

Il classico esempio è quello del passaggio forzato da un rapporto di lavoro di dipendenza a un secondo con partita Iva con regime forfettario per pagare meno tasse. Da qui l'idea di rendere ancora più stringenti i vincoli per chi entra ed esce dal regime.

In seconda battuta potrebbero essere introdotti i due limiti di spesa di 5.000 euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e per compensi erogati ai collaboratori, il tetto di 20.000 euro al costo complessivo dei beni strumentali.

La vera mannaia potrebbe essere però l'abbassamento della soglia di ricavi. I tetto dei 65.000 euro è infatti unico per tutte le partite Iva. Ecco dunque che potrebbero essere ripristinati, in tutto o in parte, i precedenti valori soglia dei ricavi e compensi percepiti, fissati tra 25.000 e 50.000 euro, differenziati sulla base del codice Ateco che contraddistingue l'attività esercitata.

In ballo c'è anche il rialzo dell'aliquota dell'imposta sostitutiva al 15% ovvero a renderla progressiva nell'ambito dello stesso regime forfettario. Ancora incerta è invece l'applicazione dell'onere burocratico della fatturazione elettronica, a oggi una esclusiva delle partite Iva a regime ordinario.

Insomma, è lecito credere che dal 2022 il forfettario sarà meno conveniente e la misura si innesta in un contesto di rialzo delle tasse a carico dei contribuenti nei 12 mesi del prossimo anno. Numeri alla mano, la platea degli interessati dal decreto fiscale collegato alla manovra che sarà pronta entro la fine dell'anno è di circa 2 milioni di partite Iva.