Regole, usi possibili e limiti di un bene in comunione secondo leggi aggiornate 2023

di Marianna Quatraro pubblicato il
Regole, usi possibili e limiti di un ben

Come funziona la comunione di un bene e quali sono le regole da rispettare per un suo uso: cosa prevedono leggi in vigore e chiarimenti

Quali sono regole, usi possibili e limiti di un bene in comunione secondo leggi aggiornate 2023? La comunione dei beni è un regime patrimoniale che indica la dovuta comproprietà e condivisione di un bene ereditato o acquistato e per cui sono previste regole e limiti. Vediamo nel dettaglio quali sono.

  • Quando avviene la comunione di un bene
  • Quali sono le regole, usi e limiti previsti per una comunione di un bene 

Quando avviene la comunione di un bene

Secondo quanto previsto dalle leggi aggiornate 2023 in vigore, la comunione di un bene avviene quando più soggetti sono comproprietari dello stesso immobile (per redità, acquisto, ecc), per cui ogni comproprietario ha una quota ideale sull’intero bene che può utilizzare in qualsiasi modo creda.

Con particolare riferimento alla comunione dei beni tra coniugi, rientrano nella comunione dei beni tutti i beni acquistati dai coniugi insieme o individualmente nel corso del matrimonio ed entrambe i coniugi che ne sono proprietari al 50%.

Secondo la legge rientrano nella comunione dei beni tra coniugi:

  • gli acquisti compiuti dai due coniugi insieme o separatamente durante il matrimonio, esclusi quelli personali, per esempio i mobili di casa acquistati insieme o separatamente dai coniugi, l’auto, la casa etc;
  • le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio;
  • gli utili e gli incrementi di aziende gestite da entrambi i coniugi ma appartenenti ad uno di solo di essi prima del matrimonio e in tal caso l’azienda rimane nella titolarità esclusiva di un solo coniuge mentre gli utili e gli incrementi riconducibili alla gestione di entrambi cadono in comunione.

Quali sono le regole, usi e limiti previsti per una comunione di un bene 

Secondo le leggi 2023, fino a quando sussiste la comunione di un bene, ci sono regole e limiti da rispettare per il suo uso e ogni comproprietario può usare il bene senza escludere gli altri ma non sempre l’uso comune è possibile.  

Quando si verifica questa situazione, le regole in vigore prevedono che i comproprietari possano accordarsi o per stabilire turni per l’uso della casa in comunione di beni (cosiddetto uso diretto) o per dare la casa in affitto e dividere il ricavato in proporzione alle rispettive quote di comproprietà (è il cosiddetto uso indiretto). 

I limiti esistenti all’uso di un bene in comune riguardano soprattutto l’arbitraria decisione di un solo comproprietario di farne uso esclusivo. Se, infatti, un comproprietario usa l’intera proprietà da solo, escludendo volontariamente e autonomamente gli altri proprietari, può essere necessario un pagamento.

La stessa Corte di Cassazione ha, infatti, stabilito che il comproprietario che usufruisce dell’intero bene in comune da solo dovrebbe pagare agli altri proprietari le quota di relativo loro utilizzo del bene comune se anche gli altri comproprietari hanno manifestato la volontà di usare il bene e non sono stati accontentati.

Regole e limiti per l’uso di un bene in comune riguardano anche la vendita di quest’ultimo: secondo le leggi in vigore, è possibile vendere un bene in comune solo se tutti i comproprietari sono d’accordo nella decisione e firmano tutti per l’atto di compravendita. Se sussiste, infatti, la comunione di un bene, sia tra coniugi che altri parenti, non si può vendere una casa senza ricevere il consenso da parte degli altri comproprietari.

Se ciò dovesse accadere, il coniuge o altro familiare che non ha dato il proprio consenso alla vendita entro un anno può rivolgersi ad un giudice e chiedere l'annullamento del contratto.