Riforma condominio, finalmente al via ora a Settembre con 4 novità importanti in vigore dopo 10 anni

di Marianna Quatraro pubblicato il
Riforma condominio, finalmente al via or

Cosa cambia per amministratore di condominio, lavori in condominio, proprietari di animali domestici e morosità dopo ultima riforma del condominio

Cosa cambia davvero con la nuova riforma del condominio al via a settembre dopo 10 anni? Cambiano le regole in condominio grazie all’entrata in vigore della nuova riforma del condominio finalmente al via dopo ben 10 anni di attesa. E con essa cambiano i ruoli dell’amministratore di condominio ma anche le norme che i condomini devono rispettare per un vivere civile e tranquillo in condominio.

  • Cosa cambia per l’amministratore di condominio con nuova riforma al via
  • Novità per parti comuni e condomini minimi
  • Animali domestici in condominio cosa cambia con nuova riforma
  • Nuova riforma del condominio e morosità modifiche previste 

Cosa cambia per l’amministratore di condominio con nuova riforma al via

Il ruolo dell’amministratore di condominio diventa più importante con la nuova riforma del condominio al via, dando allo stesso amministratore la possibilità di mediazione in caso di conflitti tra condomini e maggiore autonomia.

La nuova riforma del condominio ha, infatti, introdotto per l’amministratore dell’obbligatorietà della mediazione: se prima l’amministratore di condominio poteva assumere questo ruolo so se preventivamente approvato dall’assemblea con un voto di maggioranza, con la nuova riforma, l’amministratore può assumere direttamente e automaticamente il ruolo di mediatore.

Novità per parti comuni e condomini minimi

Importanti novità sono previste dalla riforma del condominio per usi e lavori su parti comuni dello stesso. In particolare, la riforma stabilisce che le spese per la manutenzione delle parti comuni debbano essere sostenute da tutti i condomini in proporzione alle tabelle millesimali, che le innovazioni possono essere deliberate con una maggioranza inferiore rispetto a quanto richiesto in passato, e che ogni singolo condomino possa decidere in qualsiasi momento lo desiderasse distaccarsi dal sistema di riscaldamento centralizzato. 

Per quanto riguarda il cambiamento di destinazione d’uso delle parti comuni, la nuova riforma del condominio stabilisce che può avvenire solo con un quorum più elevato rispetto a quanto stabilito in precedenza, quando era necessario raggiungere almeno il 4/5 dei presenti e almeno il 4/5 del valore complessivo dell’edificio.

Novità poi sono previste lavori straordinari soprattutto di grande entità: in questo caso, la deliberazione prevede che si raggiunga la maggioranza dei presenti alla riunione e che rappresentino almeno 500 millesimi, cioè il 50% del valore dell’immobile intero.

Inoltre, nel caso in cui si deliberano i lavori, la riforma prevede la creazione di un fondo speciale di importo pari al costo del lavoro. 

La nuova riforma del condominio stabilisce, inoltre, la presenza di almeno nove condomini per la nomina della figura dell’amministratore, mentre prima erano richiesti cinque condomini, per cui se il numero di condomini presenti è inferiore a otto, non è obbligatorio nominare un amministratore di condominio. 

Animali domestici in condominio cosa cambia con nuova riforma

La nuova riforma del condominio cancella totalmente la possibilità, a discrezione, di porre divieti nei regolamenti di condominio di avere un animale domestico in casa.

Dunque, con la nuova riforma del condominio, il regolamento condominiale non può mai vietare la presenza di cani o altri animali domestici in case in condominio, ma resta sempre l’obbligo per i condomini padroni di animali domestici di tenere regole di comportamento corrette e rispettose degli altri condomini, soprattutto relativamente alla garanzia di pulizia nelle parti comuni quando si porta un cane e sicurezza nei confronti dei condomini, per cui, per esempio, nel caso di cani pericolosi meglio far indossare la museruola.

Nuova riforma del condominio e morosità modifiche previste 

La nuova riforma del condominio introduce il principio della solidarietà sussidiaria che prevede che, nel caso in cui un condomino non paga la propria quota di spesa condominiale, saranno gli altri proprietari a dover pagare anche se in regola con i pagamenti e in tal caso il contributo sarà calcolato in base alle tabelle millesimali.

In ogni caso, l’amministratore è obbligato ad agire in giudizio verso i condomini morosi entro e non oltre i sei mesi dalla chiusura della gestione condominiale.