Riforma fisco pronta tra una settimana, tante modifiche importanti non solo su Irpef e tasse

di Marianna Quatraro pubblicato il
Riforma fisco pronta tra una settimana,

Quali sono le misure e modifiche attese con la presentazione della prossima riforma del fisco di marzo: chiarimenti e ultime notizie

Quali sono le modifiche importanti attese con la prossima riforma del Fisco a marzo non solo su Irpef e tasse? E’ attesa per il prossimo mese di marzo la presentazione della nuova riforma del Fisco, su cui il governo sta lavorando già da un po', che potrebbe entrare in vigore in estate, con misure che, stando a quanto riportano le ultime notizie, non riguarderanno solo l’Irpef ma anche altre importanti modifiche.

  • Riforma fisco di marzo e novità annunciate per revisione Irpef
  • Quali sono ulteriori importanti modifiche attese con riforma fiscale di marzo 

Riforma fisco di marzo e novità annunciate per revisione Irpef

La principale modifica attesa con la prossima riforma del Fisco di marzo è certamente la nuova revisione delle aliquote Irpef di tassazione dei redditi. Lo scorso anno il governo Draghi aveva già modificato le aliquote Irpef, portandole da cinque a quattro in base ai diversi scaglioni di reddito, ed ora sono le seguenti:
  • del 23% per redditi fino a 15.000 euro; 
  • del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro; 
  • del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro; 
  • del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
Il governo Meloni vuole modificare ancora le aliquote Irpef e portarle a tre, che potrebbero essere le seguenti:
  • aliquota del 23% per chi ha redditi fino a 15mila euro;
  • aliquota del 27% per chi ha redditi tra 15mila-50mila euro;
  • aliquota del 43% per chi ha redditi superiori ai 50mila euro.
E con queste tre nuove aliquote Irpef, gli aumenti maggiori sarebbero per redditi tra 28mila euro e 50mila euro annui, che aumenterebbero per effetto di una netta riduzione delle tasse da pagare, considerando che si tratta di redditi per cui l’aliquota Irpef scenderebbe dal 35% al 27%, riducendosi di ben 8 punti percentuali. 

Per la prima fascia di redditi fino a 15mila euro e per l’ultima fascia, cioè per redditi superiori ai 50mila euro, non cambierebbe nulla con la riforma del fisco del marzo, considerando che l’aliquota Irpef resterebbe al 23% nel primo caso e al 43% nel secondo caso.

Ci sarebbero, però, altre ipotesi di revisione delle aliquote Irpef da parte del governo Meloni: una potrebbe essere quella di un accorpamento delle prime due aliquote del 23% e del 25% in una sola aliquota al 20% per redditi fino a 28.000 euro, avvantaggiando coloro che percepiscono redditi inferiori con una netta riduzione delle tasse; l’altra potrebbe essere quella di introduzione di un’aliquota unica del 27% per i redditi tra 15 mila e 75 mila euro, di un’aliquota del 23% per i redditi sotto i 15 mila euro e del 43% per i redditi oltre i 75 mila euro e quella 

Quali sono ulteriori importanti modifiche attese con riforma fiscale di marzo 

Non solo revisione delle aliquote Irpef per la tassazione sui redditi: stando a quanto riportano le ultime notizie, la prossima riforma del fisco di marzo dovrebbe prevedere ulteriori importanti modifiche, a partire da novità relative (e tanto attese) sull’Iva. Si parla, infatti, di tagliare ancora o azzerare del tutto l’Iva che si paga sui beni di prima necessità.

Altra importante modifica potrebbe riguardare un aumento del taglio del cuneo fiscale. Se, infatti, con la Manovra Finanziaria 2023 il governo Meloni ha fissato il nuovo taglio del cuneo fiscale del 3% per redditi fino a 25mila euro e del 2% per redditi tra 25mila e 35mila euro annui, con la riforma del fisco, il taglio del cuneo fiscale potrebbe arrivare al 5% per tutti coloro che hanno redditi sempre entro i 35mila euro annui. 

Altra modifiche al vaglio riguardano nuove eventuali misure per definizioni agevolate per chi ha debiti prima ancora, però, che si ricevano cartelle esattoriali. Nella nuova riforma fiscale di marzo ci sarebbe spazio anche per novità per le Pmi, per cui la premier Meloni avrebbe annunciato l’istituzione di un concordato preventivo biennale.

Ciò significherebbe che per due anni si devono pagare tasse sulla base del fatturato dichiarato e se si incassa di più non si versa nulla a integrazione e non si è sottoposti a controlli.

Per le multinazionali e le grandi imprese, invece, obiettivo del governo è sostenere la cooperative compliance, specifico regime premiale che riconosce ai contribuenti collaborativi e meritevoli vantaggi di natura procedurale e sostanziale, con il confronto preventivo presso l’Agenzia delle Entrate.

Tra le altre misure che potrebbero rientrare nella nuova riforma del Fisco pronta ad essere presentata anche le seguenti:

  • possibile taglio ulteriore o azzeramento totale dell’Iva sui beni di prima necessità;
  • novità per alleggerire il carico fiscale di Pmi, multinazionali e grandi imprese;
  • possibile estensione della flat tax al 15% fino a redditi di 100mila euro (dagli attuali 85mila);
  • possibile introduzione del quoziente familiare, che potrebbe affiancare o sostituire del tutto l'Isee;
  • probabile riordino di bonus e detrazioni fiscali.