Ritenuta acconto eliminazione sostituita partita iva obbligatoria
Cancellare la ritenuta d’acconto ed estensione della partita Iva obbligatoria a lavoratori autonomi a prescindere da guadagni annui: ultime novità per riforma fiscale 2023
All'indomani delle novità già introdotte per i titolari di Partita forfettaria, con l'estensione anche per loro dell'obbligo di emettere fattura elettronica, si preparano ad essere definite ulteriori novità per la riforma fiscale 2023. Tra queste alcune dovrebbero interessare anche la ritenuta d'acconto e la sua probabile eliminazione.
Un disegno di legge sulla delega fiscale potrebbe, infatti, eliminare le ritenute d’acconto sostituite dalla partita Iva obbligatoria. Vediamo cosa potrebbe cambiare.
Per sostenere la tracciabilità di ogni operazione fiscale ed evitare l’evasione, il governo vuole eliminare la ritenuta d’acconto rendendo la partita Iva obbligatoria da aprire a prescindere dalla soglia di ricavi annui.
La ritenuta d’acconto è una trattenuta applicata dal datore di lavoro nei confronti di un collaboratore o fornitore che rappresenta un anticipo, un acconto appunto, sulle imposte che il collaboratore deve pagare.
Con la ritenuta d’acconto, una parte del compenso non viene pagato al collaboratore ma direttamente allo Stato come acconto sull’Irpef che il collaboratore deve pagare in base al reddito complessivo percepito.
L’applicazione della ritenuta d’acconto avviene direttamente da parte del sostituto d'imposta che, al momento del pagamento dell'importo concordato, applica la ritenuta d'acconto sul compenso spettante per prestazioni di lavoro autonomo e la ritenuta d'acconto Irpef è del 20%.
Le ritenute d'accconto devono essere versate dai datori di lavoro (sostituti d'imposta) entro il 16 del mese successivo a quello del pagamento e se tale termine cade di sabato o di giorno festivo il versamento viene effettuato il primo giorno lavorativo successivo.